Quei meravigliosi greyhound neri
Chi ha avuto la fortuna di averne incontrato uno, sa di cosa parlo. Ce ne sono tanti, perché sono la discendenza di grandi riproduttori come Hondo Black, Larkhill Jo, Spiral Nikita, Top Honcho, per fare qualche nome, tutti neri. Più di 30.000 greyhound discendono direttamente da loro e chissà quanti indirettamente.
I greyhound neri non sono fotogenici, il mantello nero non viene bene come quelli chiari in foto, tanto più quando c’è quel sottopelo lanuginoso e grigiastro. Una spruzzata di bianco qua e là non cambia la sostanza. I greyhound neri richiedono occhi allenati per essere visti, occhi che vadano alla sostanza e che siano capaci di vedere in anticipo quanto diventa meraviglioso quel pelo quando diventa lucido. Occhi capaci di leggere dietro quell’apparenza di impermeabilità e inespressività dei greyhound racer che non hanno ancora avuto modo di liberarsi del loro passato.
Apparenza, solo apparenza; chi ha avuto un greyhound nero sa cosa voglia dire invece la loro presenza costante e discreta, quel loro esserci sempre con una punta di delicatezza. A volte buffi e capaci di far sorridere, altre volte un po’ goffi. Aperti alla vita malgrado tutto, pronti a godere di piccole cose. Un po’ alla volta ti entrano dentro il cuore per non uscire mai più.
A John Boy e a tutti i nostri greyhound neri che non ci sono più.
Massimo