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Le autorità di Macao si occuperanno di 600 greyhound dopo la chiusura del famoso cinodromo

The Macau Canidrome is to close on Saturday. It is notorious for cruel conditions and high death rates of greyhounds. Photograph: Reuters

Il quotidiano britannico The Guardian ha dedicato un articolo all’imminente chiusura del famigerato Cinodromo. 

Le autorità di Macao si occuperanno dei 600 greyhound dopo la chiusura del famoso cinodromo

Di Reuters e Christopher Knaus

20 luglio 2018

L’iniziativa ha l’obiettivo di salvare i cani, la maggior parte dei quali arriva dall’Australia, da morte o maltrattamenti.

Le autorità di Macao, la località più grande al mondo per il gioco d’azzardo, si prenderanno cura di più di 600 greyhound dopo che i loro proprietari hanno rinunciato a loro in vista della chiusura dell’unico cinodromo cinese, prevista per sabato 21 luglio.

L’iniziativa ha l’obiettivo di salvare gli ex cani da corsa australiani, che erano stato esportati a Macao in gran numero e che alla chiusura del cinodromo avranno un destino incerto ad attenderli.

Il Canidrome di Macao è stato al centro di un gran dibattito tra le autorità governative del territorio cinese, gli attivisti per i diritti degli animali ed una delle donne d’affari più in vista di Macao, Angela Leong, quarta moglie del miliardario Stanley Ho, magnate del gioco d’azzardo.

La Leong, politicante di lunga data ed amministratrice dello Yat Yuen, la società che gestiva il Canidrome, è stata aspramente criticata dalle associazioni animaliste.

Il cinodromo è tristemente famoso per le condizioni di vita disumane e per gli alti tassi di mortalità dei cani. Le associazioni rescue affermano che i cani sarebbero tenuti in condizioni pessime in gabbie di cemento, spesso a temperature torride, con patologie alla cute e ferite non curate.

Lo Yat Yuen ha sempre negato queste dichiarazioni di maltrattamenti e declinato le richieste di commentare queste accuse. 

Giovedì il governo di Macao ha dichiarato che lo Yat Yuen non ha presentato alcuna soluzione responsabile per i cani, nonostante fosse a conoscenza dall’inizio del 2016 della prossima chiusura della struttura.

 “Lo Yat Yuen ha ritardato nelle procedure di gestione e affidamento dei greyhound. La cura dei cani è stata incerta, causando preoccupazione nell’opinione pubblica e problemi sociali” ha dichiarato il governo sul sito web ufficiale.

Il governo ha aggiunto che la società sarà sanzionata in base all’Animal Protection Act e che le autorità si assicureranno che i greyhound ricevano cure adeguate. Non ha parlato delle attuali condizioni dei cani.

Il Canidrome di Macao chiuderà sabato. L’esportazione dei cani a Macao è stata vietata nel 2013 dall’ente corse australiano Greyhounds Australasia, dopo le notevoli preoccupazioni sollevate sugli standard di benessere animale pressoché nulli.

Ma il governo australiano ha continuato ad emettere autorizzazioni all’esportazione di cani a Macao, nonostante la posizione presa dall’industria.

All’inizio di quest’anno il Guardian Australia aveva riferito che il governo avrebbe approvato l’esportazione di 590 greyhound a Macao nei due anni successivi alla messa al bando di Macao da parte dell’ente corsa australiano.

Gli esportatori operanti in Australia hanno guadagnato molto dall’acquisto di cani indesiderati in Australia (perché non più competitivi per gli standard interni), rivendendoli poi a Macao per continuare a correre nel Canidrome. Alla fine dello scorso anno si è scoperto che tre cittadini australiani avevano spedito 96 cani al cinodromo.

L’associazione animalista con sede a Macao, Anima, ha parlato del gran numero di cani australiani presenti nel cinodromo, esprimendo grande preoccupazione per il loro destino dopo la chiusura della struttura. È noto che l’Australia tradizionalmente è sempre stata il fornitore principale di greyhound per il Canidrome.

 Nei 54 anni di attività del Canidrome sono stati importati circa 360 greyhound all’anno, soprattutto dal Nuovo Galles del Sud, e solo otto sono stati dati in adozione in tutti questi anni, e dopo il 2012 quando è iniziata la nostra battaglia” ha raccontato Albano Martins, presidente di Anima, al Guardian Australia all’inizio di quest’anno.

Anima si è unita ad altre associazioni animaliste per salvare i cani rimasti, prima della chiusura del Canidrome. La loro paura principale era che i cani venissero uccisi o mandati nella Cina continentale per le corse clandestine, in quanto il greyhound racing lì è illegale. 

La chiusura del cinodromo segna la fine di un altro sporco e datato business basato sul gioco d’azzardo che per molto tempo definì Macao, prima dell’arrivo dei moderni e lussuosi casinò.

Martins, che è stata una figura chiave nella lotta per la liberazione dei greyhound, ha dichiarato che la sua associazione è pronta ad assistere il governo per aiutare a trovare una casa ai cani.

“Se fossi nel governo, non sarei affatto contento delle irresponsabili decisioni prese per risparmiare denaro”

ha detto.

“Tutto questo dimostra solo quello che abbiamo sempre affermato: il Canidrome pensa solo ai soldi, non al benessere dei suoi cani”.

Link all’articolo originale: 

https://www.theguardian.com/world/2018/jul/20/macau-authorities-to-care-for-600-greyhounds-after-notorious-track-closes

© Riproduzione riservata

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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