Il New York Times ha dedicato un lungo articolo ai greyhound di Macao.
Il New York Times ha dedicato un lungo articolo ai greyhound di Macao e alla campagna mondiale Save The Macau Greyhounds, lanciata e guidata da Anima Macau, GREY2K USA Wolrdwide e Pet levrieri, per salvare tutti i 650 greyhound ancora detenuti al suo interno.
Di seguito la traduzione dell’articolo.Un cinodromo per greyhound sull’orlo del tracollo
Di PATRICK BOEHLERFEB 21 febbraio 2018
MACAO — sei operatori, ognuno dei quali accompagnato da un greyhound, entrano nella pista di sabbia bagnata dell’unico cinodromo legale in Asia, sotto una pioggia tropicale.
Sugli spalti circa due dozzine di uomini osservano i greyhound mentre vengono condotti alle gabbie di partenza e poi lasciati correre dietro ad una lepre meccanica che gira in un circuito ad anello. Anche se ognuno di quegli spettatori ha puntato del denaro, alla partenza della gara non hanno mostrato alcuna emozione.
In un’altrimenti vuota sala scommesse un addetto alla sicurezza sorveglia svogliatamente, mentre i membri dello staff seduti dietro alle vetrate degli sportelli sonnecchiano o scrivono al cellulare. Il cinodromo in questo centro cinese del gioco d’azzardo non suscita più l’emozione di un tempo, come faceva nei suoi giorni di gloria passati. I greyhound che hanno corso questo sabato erano tra gli ultimi a gareggiare qui prima che il cinodromo chiuda i battenti a luglio.
Lo scorso anno il governo di Macao ha ordinato al gestore della struttura, la Macau (Yat Yuen) Canidrome Company, di chiudere o spostarsi altrove per fare spazio ad un nuovo piano di riqualificazione urbana. La società ha confermato il mese scorso che il cinodromo chiuderà.
La sconfitta del cinodromo, una chiusura che i sostenitori dei diritti animali attendono da tempo, in parte riflette la trasformazione di Macao da colonia sperduta a popolare destinazione turistica per la classe media cinese in costante crescita.
A quasi due decenni da quando il Portogallo ha formalmente ceduto il controllo del territorio alla Cina, la minuscola enclave al largo della costa meridionale cinese, dove risiedono circa 600.000 persone, è la capitale mondiale dei casinò, con un volume d’affari derivato dal gioco d’azzardo cinque volte superiore a Las Vegas.
I battelli sono affollati di turisti cinesi che si riversano negli enormi casinò, dove molti puntano alle slot machine di ultima generazione con touch screen, fanno shopping nei negozi situati in una riproduzione perfetta di Venezia e si scattano selfie di fronte ad una copia della Torre Eiffel. Ma negli ultimi anni al Canidrome gli affari hanno subito un rallentamento, come si legge nei bilanci annuali.
Il dog racing è arrivato a Macao negli anni ’30, ma ha fallito dopo pochi anni perché non era economico, secondo le cronache di un giornalista locale. Nel 1963 il greyhound racing viene recuperato come parte di un nuovo tentativo di trasformare Macao in un centro del gioco d’azzardo all’occidentale. Essendo più conveniente che in passato ottenne una popolarità immediata.
Quando il cinodromo riaprì “tutta Macao ne andava matta” secondo gli annali del cinodromo, che raccontano di lunghe code di potenziali scommettitori. “Ogni weekend i traghetti da Hong Kong a Macau erano pieni di fans del dog racing ansiosi di assistere al grande evento”.
Nel 1969 in una guida turistica il New York Times suggerì una visita alle corse “nella tranquilla ed economica enclave in stile mediterraneo davanti alle coste della turbolenta Cina”.
Mezzo secolo dopo il fascino era svanito, trasformandosi addirittura in disapprovazione.
“Adesso è un’economia moderna fondata sul turismo” ha dichiarato Albano Martins, un cittadino sessantottenne originario del Portogallo trasferitosi a Macau nel 1981 e presidente di Anima, la più grande associazione animalista privata presente sul territorio. “Prima era molto dura, esistevano solo le scommesse”. “Adesso invece è un ambiente pulito, adatto alle famiglie” ha aggiunto.
Desmond Lam, un professore dell’Università di Macao che studia il gioco d’azzardo e il turismo, ha detto che la crescente consapevolezza dei diritti animali ha contribuito a spiegare il declino degli affari al cinodromo. Un’indagine del 2011 condotta dal “South China Morning Post” di Hong Kong scoprì che ogni mese nel cinodromo venivano uccisi circa 30 cani.
L’attrice francese Brigitte Bardot e i membri della band inglese Queen sono tra le molte celebrità reclutate dai sostenitori dei diritti animali per scrivere lettere indirizzate al governo di Macau in cui chiedevano di proteggere le centinaia di cani detenuti nel cinodromo.
British band Queen urges Macau leader to save greyhounds ahead of racetrack’s closure
La società che gestisce la struttura è diretta da un influente avvocatessa locale, Angela Leong, il cui marito supervisionò a lungo un impero fatto di casinò sparsi su tutto il territorio, che non ha voluto rispondere alle nostre domande. Lo scorso anno la società ha dichiarato che il cinodromo “faceva parte della storia collettiva di Macao” e che aveva portato molti posti di lavoro. Inoltre ha aggiunto che era prevista la creazione di un cinodromo “virtuale” dove poter piazzare scommesse su corse di cani che si tenevano altrove. (Direcçao de Inspecção e Coordenação de Jogos. RAEM)
Con la chiusura del cinodromo la Sig.ra Leong ha promesso di adottare tutti i cani o di donarli ad amici. Il sito web della società invita le persone a fare richiesta per adottarli, anche se non è molto chiaro quanto successo abbia avuto questa iniziativa.
I sostenitori dei diritti animali temono che i greyhound, la maggior parte dei quali proviene dall’Australia, saranno venduti in Cina, Vietnam o altrove per correre illegalmente, oppure verranno ceduti all’asta ad allevatori o addirittura venduti per la loro carne. “Siamo preoccupati perché se non si curavano degli animali prima, perché dovrebbero farlo adesso?” ha detto il Sig. Martins dell’associazione animalista. Parlando dall’ultimo piano dell’imponente rifugio per animali, ha stimato che nei box del Canidrome vivrebbero 650 cani, di cui circa 45 cuccioli. Ha chiesto al governo il permesso di poter amministrare la struttura per un anno in modo da poter trovare loro una casa.
Solo pochi di questi greyhound ex racer sono stati adottati qui. Una greyhound originariamente chiamato Dynamite Spice è una di questi. In base ai dati raccolti su di lei, ha corso in Australia prima di essere portata a Macao. Il suo nuovo nome è Garlic, l’unica parola a cui questa cagna di 5 anni ha reagito nel sentirla, ha raccontato la sua nuova proprietaria, Edith Lam. La Sig.ra Lam, 38 anni, assistente part-time in un studio legale, ha aggiunto di aver adottato il cane l’anno scorso, dopo averla vista nel canile municipale di Macau.
Secondo il Civic and Municipal Affairs Bureau, il dipartimento governativo locale che gestisce il canile municipale, il Canidrome aveva affidato Garlic alla struttura all’inizio del 2017. Lo scorso anno altri due greyhound avrebbero trovato una nuova casa nello stesso modo.
Il dipartimento ha dichiarato di aver chiesto al gestore del cinodromo di organizzare un programma di adozioni per tutti i suoi cani, ma di non aver ancora ricevuto una risposta.
La Sig.ra Lam ha spiegato che Garlic era “molto, molto timida” ed che inizialmente abbaiava nel sonno, come se stesse avendo degli incubi. Nonostante il cane sia ancora spaventato dalle onde dell’oceano sembra abbia accettato facilmente la sua nuova casa.
“La verità è che come un soprammobile” ha detto la Sig.ra Lam, descrivendo il modo in cui Garlic trascorre la maggior parte delle giornate, sonnecchiando in cucina o osservando la sua famiglia e gli altri due cani di casa.
La Sig.ra Lam ha aggiunto che nessuno di sua conoscenza approverebbe il dog racing oggigiorno. “Tutti i miei amici sono contrari” ha detto. “Ai giovani non piace quel genere di crudeltà”.
@traduzione Petlevrieri Articolo originale: A Greyhound Racetrack Meets Its Demise – The New York Times Link al sito: https://nyti.ms/2CafflF