I benefici della Pet Therapy
Chiunque può essere coinvolto in un progetto di pet therapy, non ci sono limiti imposti da età, caratteristiche comportamentali o malattie. Gli effetti più noti di pet therapy o pet education, vanno dalla messa in atto di dinamiche empatiche, al focalizzare l’attenzione all’esterno spostando l’attenzione da se stessi a un altro essere vivente, al divertimento con l’animale, alla socializzazione, al contatto fisico, allo sviluppo di unità didattiche, all’uso di registri sensoriali, al senso di responsabilità che il contatto con un animali di cui prendersi cura, implica.
Le situazioni dove si possono praticare, sempre con progetti mirati, sono diverse: dagli ospedali, agli istituti per anziani o per portatori di handicap. La pet education è uno strumento consolidato da tempo in Usa, Francia, Inghilterra e molti paesi europei, in Italia anche se di recente importazione, sta prendendo piede soprattutto con progetti scolastici, spesso strutturati con l’apporto delle AUSL debitamente attrezzate. La sua funzione pedagogica può essere sviluppata in diversi settori quali la didattica, l’educazione umanitaria e ambientale. La conoscenza delle razze canine per esempio prevede un percorso storico e geografico, legato all’evoluzione di ogni razza. Si possono proporre agli studenti percorsi sulla gestione dei cani: cure sanitarie, allevamento, responsabilità civile e altro. Nelle scuole materne, inoltre, si è notato che insegnare le regole all’animale significa insegnarle anche ai bambini, avendo così processi d’apprendimento più veloci e, elemento non indifferente, insegnando loro anche a prendersi cura di qualcuno diverso da sé. In conclusione, le potenzialità della pet – therapy o delle attività educative con animali sono molteplici, vanno solo colte con gli strumenti corretti.
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che, il lavoro con l’animale d’assistenza provoca i seguenti fattori:
- la diminuzione della pressione arteriosa e rallentamento del battito cardiaco attraverso il solo contatto con l’animale;
- l’incremento di motivazione e l’accrescimento della propria autostima e del proprio benessere psicologico, in quanto l’elemento ludico, cioè il gioco e il divertimento, porta benefici psicosomatici e le persone, tramite esso, possono liberare le loro energie e ricavare sensazioni di benessere e di calma;
- l’integrazione nella società perché la presenza di un animale, spesso, costituisce un’occasione di interazione con altre persone;
- la stimolazione mentale che avviene grazie alla comunicazione con l’altro, alla rievocazione di ricordi, all’intrattenimento, al gioco, che riducono il senso di alienazione e isolamento;
- una maggior autosufficienza grazie al tatto perché il contatto corporeo e il piacere tattile permettono la formazione di un confine psicologico, della propria identità, del proprio Sé e della propria esistenza;
- una moderazione dello stress perché la comunicazione uomo-animale, che si basa su una forma di linguaggio molto semplice, cadenzata, con ripetizioni frequenti, tono crescente e interrogativo, produce un effetto rassicurante, sia in chi parla, sia in chi ascolta;
- la responsabilità, che è proporzionale alla propria età e alle proprie possibilità, nella cura di un eventuale animale di proprietà;
- l’attaccamento perché il legame che si viene a creare tra uomo e animale può, almeno in parte, compensare la mancanza eventuale di quello inter-umano, e, comunque, favorire lo sviluppo di legami di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, essere anche trasferiti ad altri individui;
- l’empatia, e la capacità di identificarsi con l’animale, nel tempo, viene trasferita anche alle relazioni con gli altri esseri umani;
- l’antropomorfismo perché l’attribuzione di alcune caratteristiche umane all’animale, può rappresentare un valido meccanismo per superare un eventuale egocentrismo e focalizzare la propria attenzione sul mondo esterno;
- il senso di comunione con la natura. In generale si è riscontrato un miglioramento nell’attenzione ed un incremento nella capacità del controllo del proprio corpo nei soggetti che compiono movimenti improvvisi o violenti che non riescono a controllare; per quanto attiene al linguaggio, i pazienti si abituano a parlare con l’animale e ad esprimere le proprie emozioni, cosa che, ad esempio, per un paziente autistico è davvero difficile.