Elvira ❤️l’aiutante irlandese!
Sono cresciuta in una famiglia che mi ha insegnato il rispetto per gli animali, e l’indissolubile responsabilità che ne deriva dall’accoglierne uno nella propria vita.
Prima di decidere di adottare un levriero ho letto centinaia di profili, testimonianze, guardato video e parlato con volontari di associazioni; perché volevo la certezza di compiere una scelta oculata e rispettosa delle naturali caratteristiche ed esigenze di un cane che una volta entrato in casa mia diventa parte integrante della famiglia, deve stare bene sia fisicamente sia psicologicamente.
Nei pochi giorni intercorsi tra la visita a casa ed il consenso all’adozione di Elvira sono rimasta col fiato sospeso, domandandomi se avessi davvero le caratteristiche richieste da Pet Levrieri:avevo pianificato l’adattamento della mia quotidianità alle esigenze di chi sarebbe arrivato ma l’attesa del giudizio mi rendeva impaziente.
Il Giorno della consegna ero molto emozionata ma cercavo di mantenere un certo contegno,sapevo che per Elvira ero un’estranea così ho limitato i contatti fisici, a costo di apparire fredda.
Appena arrivata a casa ha iniziato un’esplorazione frenetica che ben presto si è trasformata in continuo andirivieni ansioso nonostante io cercassi di dimostrarmi tranquilla e rilassata.
Dopo due ore, dopo aver mangiato ed esplorato tutta la casa, si era sdraiata e alzata continuamente senza sosta: era evidente che non riusciva a controllare l’ansia ed io non rappresentando un punto di riferimento non avrei potuto calmarla; ho pensato che per distrarla,sarebbe stato utile dare un senso al movimento, l’ho quindi portata a fare una passeggiata in campagna.
Dopo pochi minuti Elvira ha capito che non sarebbe arrivata nessuna richiesta, quindi si è impegnata a guardare l’ambiente, annusare e camminare senza frenesia; rientrati a casa si è addormentata.
Nei mesi successivi le sue paure emersero numerose, ed a tratti invalidanti, mi sono quindi confrontata con la referente di zona, la stessa che fece la visita preadozione, la quale mi ha rincuorata dicendomi che si trattava di un atteggiamento normale e che erano necessari solo tempo pazienza ed esperienze positive.
Restavo pietrificata ogni volta che Elvira urlava e si lasciava cadere a terra per la paura di piccole cose, di un cane di piccola taglia, di una borsa attaccata al mio braccio: dentro di me si accresceva un irrazionale senso di colpa che si esprimeva in un atteggiamento iperprotettivo emotivamente stressante per entrambi.
Era ed è un cane di facilissima gestione, sempre positiva, educata, discreta che non ha mai sporcato in casa, rovinato mobili e che non rubava o mendicava cibo; ma la paura era sempre presente in lei e pronta ad emergere.
Ho frequentato i seminari organizzati da Pet Levrieri che mi sono stati molto utili, soprattutto ho capito che temevo le sue paure ma in realtà erano le mie che affioravano, avevo paura del suo giudizio e che potesse capitare qualcosa di negativo.
Sono oramai trascorsi due anni dal suo arrivo, e so che il percorso non è concluso, ma non cerco più di riparare il suo passato.
Oggi Elvira si dimostra sempre molto equilibrata negli approcci con cani e persone, ha persino imparato a non rincorrere i pavoni del maneggio: in passato ne ha spennato qualcuno,fortunatamente senza causare altri danni.
Io ho imparato a non opprimerla con un eccesso di protezione, lasciando che si esprima ed attinga alle proprie risorse.
Lei mi accompagna sempre in scuderia, e non ha mai avuto paura dei cavalli, imparando velocemente a distinguere quelli da cui mantenere una certa distanza.
Andiamo quotidianamente a portare a passeggio una cavalla in riabilitazione dopo un infortunio, Elvira sempre con me libera vedeva, che spesso la cavalla rifiutava di avanzare, un giorno all’ennesima impuntatura, senza alcuna mia richiesta, ha preso in bocca la longhina, e tirato con tutta la sua forza nella direzione di marcia, ha ottenuto il risultato e io ridendo le ho fatto una carezza; da quel giorno i cavalli li porta tutti lei, mi aiuta, e sta bene attenta al mio che è un burlone e cerca di darle dei morsetti sul posteriore.
Come tutti i levrieri è buffa e pigra, ma ciò che non mi aspettavo è la sua voglia spontanea di aiutarmi: se scavo una buca per mettere una pianta lei scava con me, se la pianta è incastrata nel vaso, lei la tira insieme con me, i suoi cuscini li spostiamo insieme.
Una volta ho raccolto una noce per terra, mentre eravamo in passeggiata, e poco dopo l’ho lasciata cadere, lei credendo che l’avessi persa l’ha presa e appoggiata ai miei piedi.
In casa dorme e finge di non aver voglia di uscire, ma appena arrivati in campagna corre, fa il bagno nei fossi con qualsiasi temperatura e si avvicina alle persone, anche estranee, scuotendo la testa come a dire “Ti diverti? Hai visto come si sta bene qui?”
Non ho mai voluto un cane totalmente assoggettato, mi piace che Elvira possa compiere scelte, mi piace osservarla senza disturbare, la nostra convivenza ha poche essenziali regole e voglio che lei scelga ogni giorno di restare con me perché si sente bene ed in sintonia.
Sara Scarparo
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