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Albano Martins: “Il Cinodromo di Macao e la sua chiusura:  passato e presente e prospettive per il futuro”.

Pubblichiamo di seguito la traduzione del discorso che Albano Martins, presidente, CEO e fondatore dal 2003 della Anima-Society for the Protection of Animals (Macau), nonché membro del board di GREY2K USA e leader della lotta per #closethecanidrome, ha pronunciato alla Conferenza internazionaleFreedom for Greyhounds – Close the Canidrome and all Race Tracks Worldwide”, organizzata da Pet Levrieri Onlus, il 24 settembre us.

Un discorso che espone in maniera chiara la situazione di maltrattamento dei greyhound nel Canidrome, il percorso che ha portato l’associazione “Anima Macau”, con l’aiuto decisivo di Grey2k Usa Worldwide, a lottare per ottenere la chiusura del cinodromo, le tappe di questa lotta e campagna , e infine le ragioni di welfare, economiche e finanziare, e di interessi della comunità che rendono giusta, necessaria e non ulteriormente procrastinabile la chiusura del Canidrome.  Chiusura ormai imminente: sarà realtà entro la fine del 2018.

Assolutamente da leggere.

Il Cinodromo di Macao e la sua chiusura:  passato e presente e prospettive per il futuro.

Innanzitutto vorrei ringraziare Stefania Traini e Massimo Greco di Pet Levrieri per avermi invitato a parlare a voi, illustri ospiti, dell’inferno che è il Canidrome, l’unico cinodromo di Macao ed il solo cinodromo autorizzato nel continente asiatico, e che nell’arco di 50 anni ha ucciso tra i 16.000 e i 18.000 greyhound.

Io sono portoghese di origine africana e abito a Macao (Cina) da 35 anni. Sono economista, ex direttore della Banca Centrale di Macao e presidente e fondatore dal 2003 dell’associazione ANIMA: Society for the Protection of Animals (Macau), l’unica organizzazione no-profit riconosciuta dal governo di Macao nel 2009 ad avere una funzione di utilità pubblica.

Nel 2003 decisi di fondare quest’associazione perché mi ero reso conto che non c’era nessuna associazione né legge per proteggere gli animali.

Fino alla fine del 2011 sono stato pienamente impegnato nel soccorso degli animali abbandonati e nel sostegno degli animali senza casa, e continuo tuttora con questi impegni. Più di 600 animali sono ospitati nel nostro rifugio, e ne sosteniamo circa 3.000 nel nostro programma SPP (Special Protection Program).

A metà di quello stesso anno, il 2011, dopo la pubblicazione di un articolo nel South China Morning Post (SCMP) di Hong Kong e più tardi alla fine di quell’anno dopo una visita importante da parte di un rappresentante di GREY2K USA, ad ANIMA ci siamo resi conto di quello che stava accadendo dentro il cinodromo.

La situazione infernale degli animali randagi di Macao non ci aveva dato il tempo di pensare che i cani nel cinodromo stavano ancora peggio!

Ringrazio Christine Dorchak, presidente di quell’organizzazione, che ci ha aiutati, e senza la quale, io credo, ANIMA non sarebbe arrivata al punto di oggi: un processo che porterà, io credo, alla chiusura del cinodromo. Il suo aiuto è stato così fondamentale che io ho accettato, in quanto presidente e CEO di ANIMA, di far parte del consiglio direttivo di GREY2K USA Worldwide. Ringraziamo dunque di cuore sia Christine che GREY2K USA.

Perché è così importante chiudere il Canidrome?

Per tre ragioni principali:

  1. DAL PUNTO DI VISTA DEL WELFARE (il benessere dei cani)

Per prima cosa, perché è l’unico cinodromo ufficialmente autorizzato in Asia, e fino a pochissimo tempo fa era l’unico.

Secondo, perché è il peggior cinodromo del mondo, con un tasso di incidenti che a volte eccede il 20% in una ‘popolazione attiva’ di circa 720 cani, che sono distribuiti in 9 strutture quadrate e a due piani, con ad ogni lato dieci celle per dieci cani, e quasi senza luce al pian terreno.

Terzo, perché nessuno dei cani importati dall’ Australia – che ne era l’unico ‘fornitore’ fino alla fine del 2015 – ne usciva vivo. Fino al 2014 ne veniva ucciso in media uno al giorno. Nel 2015, grazie al successo delle battaglie contro il Canidrome, i gestori sono stati costretti a ridurre il numero di cani uccisi (a 262 invece di 360). Quest’anno, fino a luglio ne sono stati uccisi solo 11!

Prima si facevano sempre 18 corse al giorno – poi il numero richiesto è sceso a 15 dal gennaio del 2016 e a solo 12 al giorno da giugno in poi – che si svolgono fra le 19.30 e le 23.45, con due giorni di riposo alla settimana, che coincidono esattamente con le giornate in cui ci sono le corse di cavalli gestite dalla stessa gente.

Il contratto del cinodromo ora richiede solo 12 corse al giorno per 160 giorni all’anno, ma il Canidrome sfrutta al massimo i cani e gli fa fare 18 corse al giorno per 261 giorni all’anno.

Inoltre, poiché i tetti del cinodromo sono costruiti in cemento fa estremamente caldo nei canili, e spesso la temperatura a Macao raggiunge i 36 gradi circa. A questo si aggiunge l’umidità che a volte eccede il 90%. È un inferno vero e proprio se aggiungiamo anche un altro elemento: è un cinodromo con un tasso altissimo di incidenti. I cani vengono costretti a gareggiare così spesso che diventano sfiniti.

Quelli che non finiscono tra i primi tre in una corsa vengono relegati ad un livello più basso (i livelli vanno da 1 a 6) e quando raggiungono l’ultimo livello vengono semplicemente uccisi se non finiscono tra i primi tre.

Corrono letteralmente per sopravvivere!

In pratica però, quasi nessun cane arriva al livello 6 perché vengono uccisi in seguito ad incidenti che li rendono incapaci di correre, oppure perché muiono quasi subito in una corsa. Possono rompersi il collo, le gambe o subire infortuni così gravi che non ce la fanno più a correre.

La superficie della pista è durissima, una specie di cemento rugoso senza sabbia. Le barriere protettive di metallo, se il cane scivola o sbanda, o lo rendono subito incapace di correre o lo uccidono quasi immediatamente.

Le opportunità ludiche per i cani quando non gareggiano sono minime, e nessun cane viene adottato. Molti cani erano e continuano ad essere dopati.

All’epoca dell’amministrazione portoghese c’erano leggi che proteggevano gli animali e coloro che maltrattassero un animale da corsa (incluso il doping) venivano puniti con sentenze fino a 3 anni in carcere, ma oggi è difficile sapere se quelle leggi venissero veramente applicate o no. Comunque guardando le leggi, si nota che il legislatore aveva aumentato ben tre volte la punizione per quel tipo di maltrattamento, dunque ovviamente non andava tutto bene all’interno del complesso.

A quei tempi quando c’era una corsa, erano presenti ai canili alcuni ufficiali della polizia giudiziaria e diversi ispettori della DICJ (l’ente pubblico). Oggi c’è un solo ispettore ufficiale dell’ente che guarda le scommesse allo schermo in una stanza chiusa.

È facile che i cani vengano dopati perché non ci sono ispettori nei canili e la maggior parte dei cani sono di proprietà del Canidrome. I cani che non gli appartengono sono stati da loro importati e venduti ad aste pubbliche a scommettitori cinesi che non li vedono mai, per prezzi che possono superare fino a 15 volte il costo regolare di un greyhound.

Questo reddito non è imponibile perché non è reddito ricavato dalle scommesse. Dunque l’acquisto, l’uccisione e la vendita dei greyhound fanno tutti parte del commercio.

2) DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO E FINANZIARIO

Uno studio commissionato dal governo di Macau l’anno scorso ha trovato che durante il periodo di transizione, prima della liberalizzazione dell’industria delle scommesse, diversi ufficiali della polizia giudiziaria ed ispettori dell’ente regolatore furono assassinati, e le sale di gioco d’azzardo erano nelle mani della malavita. Solo i casinò sono stati liberalizzati.

Quando il presidente Xi Jin Ping decise di assumere il controllo del capitale che usciva illegalmente dalla Cina o che veniva ‘riciclato’, ci fu un calo drammatico della ‘VIP game’ (scommesse sostanziali da parte di scommettitori VIP).

Fino al maggio del 2014, i casinò rendevano all’ingrosso circa un miliardo di patacas al giorno (equivalente a 100 milioni di euro al giorno). Oggi quella cifra si aggira sui 60 milioni di euro.

Ciò significa che il racing al Canidrome (come anche le corse di cavallo che sono controllate dalla stessa gente) è tuttora interamente controllato dalla malavita. Tutto questo è sostenuto dalle corse dal vivo trasmesse dal canale televisivo MSTV, e l’opzione delle scommesse telefoniche.

Il Canidrome non attira più di una dozzina di spettatori al giorno, lungi dai ‘tempi d’oro’ degli anni ’80 quando era completamente al pieno.

Nonostante che il Canidrome abbia ufficialmente dichiarato perdite fino al 2007, è possibile che questa non sia tutta la verità.

Da un punto di vista economico e finanziario, basandosi solo i dati ufficiali, un’analisi costi-benefici mostra come gli affari siano effettivamente in perdita per il governo del territorio, perché viene usato un enorme spazio in una zona con la densità di popolazione più alta del mondo (il Fai Chi Kei) per produrre così poco per le casse pubbliche.

Macau ha una superficie di soli 30.4 km2.

I casinò producono in sole tre ore l’equivalente di un anno di guadagni del Canidrome. Ed è ciò che conta ora.

Nel 2005 quando il contratto è stato rivisto, il Governo ha ridotto la licenza da 20 a 10 anni, ma ha fatto un favore al Canidrome facendogli pagare solo il 25% di tasse sui ricavi lordi, mentre i casinò pagavano già il 40%.

Questa decisione ufficialmente ha generato profitti tali da raggiungere nel 2010 i 104 milioni di patacas. Dopodiché i guadagni hanno iniziato a calare fino ai 4,8 milioni di patacas del 2015.

Questo profitto adesso equivale alle vendite di greyhound alle aste pubbliche ai giocatori d’azzardo cinesi. Ciò significa che senza le vendite di animali il Canidrome oggi non sopravvivrebbe.

Nel 2010 i ricavi lordi totali del Canidrome ammontavano a 340 milioni di patacas e nel 2015 a 125 milioni, con un calo del 63%, e nel giugno di quest’anno i redditi erano scesi ancora del 30%.

Pur godendo di una tassazione agevolata (15% in meno di quella pagata dai casinò), il Canidrome ha portato il Governo di Macau a perdere dal 2006 alla prima metà di quest’anno ben 298 milioni di patacas. Abbiamo usato questi dati nella nostra lotta.

Vi prego di notare che l’aliquota fiscale era del 50% nel 1985, del 35% nel 1988 e del 25% dopo il 2005.

Così il governo aveva trovato un modo per sostenere l’industria.

Economicamente è un business che non serve al Governo cinese di Macao e, in base ai dati ufficiali forniti dall’autorità di regolamentazione, anche l’industria stessa non avrebbe più alcun interesse. Ciò che reclamano è la terra, sfruttando le pesanti perdite degli ultimi 50 anni di attività come scusa. Dalla liberalizzazione il settore immobiliare è entrato in una bolla speculativa e nel 2014 i valori erano 16 volte superiori a quelli del 2° trimestre del 2003.

Credo che Anima abbia creato un sacco di problemi all’industria. Il terreno invece verrà usato dal Governo.

3. DA UN PUNTO DI VISTA DELLA COMUNITA’

È chiaro che si tratta di un cinodromo situato nella zona più popolata di Macao e circondato da palazzi di 25 piani, scuole, con un campo da football nel mezzo, affiancato dal cinodromo.

Lo spazio interno e le strade intorno a questo complesso puzzano di urina, e l’abbaiare costante dei cani disturba la popolazione.

Atleti e bambini delle scuole vicine devono fare sport nelle ore peggiori, dopo pranzo. Macao non ha altri spazi e ci sono poche strutture per praticare attività sportive.

Non esistono infrastrutture sociali in quella zona, né parcheggi o aree verdi. Questo è stato un punto focale per noi da sfruttare quando abbiamo iniziare a lottare. A Macao il rispetto dei diritti degli animali è una cosa relativamente nuova e poco diffusa, gli abbandoni sono frequenti e non esiste nessuna legge che tuteli minimamente qualsiasi animale (la legge è stata approvata solo il 2 settembre di quest’anno).

Fino ad allora mangiare un cane o un gatto comportava solo una multa da 2 a 20 euro e nient’altro.

I greyhound vengono uccisi per eutanasia alla presenza di un veterinario del Governo, tranne che durante le corse quando si verificano incidenti seri. I corpi vengono cremati. Non c’è nessun consumo di carne di cane a Maca0, ma è risaputo che occasionalmente alcune persone mangiano carne di altri cani o gatti o animali esotici, ma si tratta di pochi casi limitati a immigrati temporanei provenienti dalla Cina.

Questa è la situazione attuale del Canidrome. 

Il Canidrome chiuderà entro il 2018, secondo la decisione del Governo che ha concesso due opzioni: se gli amministratori non riescono a trovare un altro posto, approvato dal Governo, dove spostare il cinodromo, dovranno chiudere.

Poiché non è possibile trovare un’altra ubicazione dovranno per forza chiudere i battenti.

Cosa ha fatto Anima per facilitare o portare a questa decisione?

Anima con l’aiuto di varie organizzazioni internazionali ha prima cercato di conoscere nei dettagli la realtà del Canidrome, creando un team di lavoro per raccogliere ogni genere di informazioni sul cinodromo divulgate attraverso il loro sito web in lingua cinese. Questo ha richiesto alcuni mesi di studio e ricerca per decidere quali informazioni raccogliere e diffondere.

Per la necessità di dare informazioni ai proprietari degli animali ed annunciare i nuovi cani e le loro caratteristiche, (tenendo però tutti all’oscuro della reale situazione in cui si trovano i greyhound) o forse semplicemente per dare sfoggio del loro potere, il sito web del Canidrome forniva molti dettagli importanti delle loro attività (incidenti, decessi, i valori delle aste pubbliche etc.), tutte informazioni che per esempio non vengono diffuse da molti cinodromi in Europa e Stati Uniti.

Da giugno di quest’anno queste informazioni non sono più disponibili. Hanno capito che le stavamo usando a nostro beneficio.

Con questo database abbiamo iniziato a diffondere le informazioni alla radio, alla televisione e suoi quotidiani in tutte e tre le lingue parlate a Macau, martellando il governo, i ministeri e l’autorità di regolamentazione con dozzine di lettere all’anno per denunciare la situazione e richiamare l’attenzione sul danno che avrebbe provocato all’immagine di modernità di Macau agli occhi della comunità internazionale. Tutto sempre con numerose informazioni allegate.

Una questione molto delicata per un territorio che vive solo di turismo e gioco d’azzardo, senza produrre niente.

Abbiamo avviato una sensibilizzazione locale su ciò che stava succedendo oltre quei cancelli.

Ci sono voluti 4 anni per farlo.

La nostra battaglia è iniziata nel marzo 2012, dopo la visita di Grey2k USA nel dicembre 2011.

Nel corso di un incontro privato con l’autorità di regolamentazione, il Canidrome è stato costretto a partecipare ad una seduta con noi due volte, ed iniziare a discutere di un programma di adozione. Sono stati incontri molto tosti.

Nessun animale è stato dato in adozione perché servirebbero strutture aggiuntive che non esistono. Il Canidrome considera questo programma come una perdita di tempo e denaro. Sono abituati ad uccidere i cani velocemente, comprarne altri per rimpiazzare quelli soppressi e vendere i nuovi arrivati alle aste pubbliche.

All’epoca la nostra discussione non riguardava la chiusura del Canidrome, anche se lo avremmo voluto, ma sapevamo che sarebbe stato il passo successivo perché queste persone fanno qualcosa solo se obbligati. Ma questo era un lavoro per il Governo.

Il Canidrome ha mancato tutti gli impegni presi con Anima, così abbiamo interrotto i negoziati poco dopo.

L’anno seguente, data l’intensificazione della nostra campagna, il Canidrome ha creato sul suo sito ufficiale un programma di adozione fittizio e il loro capo veterinario è stato il primo ad adottare un animale. Il cane è rimasto nel kennel T all’interno del Canidrome e, solo dopo le nostre proteste con l’autorità di regolamentazione, è stato trasferito in una clinica privata di proprietà dello stesso veterinario, per vivere in una piccola area interna, un mezzanino privo di luce naturale, probabilmente per esser sfruttato per le trasfusioni di sangue.

In tutto solo 4 cani hanno lasciato il Canidrome in 4 anni, gli ultimi 3 sono stati trasferiti al Canile Municipale per trovare una famiglia adottiva. Il Canidrome non vuole perdere tempo e denaro con ex racer ritirati dalle corse.

Ad Anima è bastato questo per dimostrare alla comunità che il programma di adozione era falso e creato solo per ingannare il Governo e noi tutti.

È stato l’inizio della fine. Siamo quindi passati alla seconda fase, far chiudere il Canidrome.

Oggi possiamo dire che l’intera popolazione è dalla nostra parte, ma ovviamente anche intellettuali, giudici, giornalisti e uomini d’affari che non sono coinvolti con loro sono molto importanti per aiutare a cambiare l’ambiente, e sono quasi tutti dalla nostra parte.

Quando discutiamo la questione con le autorità o sui media o persino tramite lettera, finiamo sempre le nostre argomentazioni con il benessere degli animali come ultima ragione, non come inizio della nostra strategia. Siamo pur sempre in Cina, anche se è una Cina diversa.

La nostra petizione per chiudere il Canidrome lanciata lo scorso anno ha raggiunto circa 370.000 sostenitori.

Nel luglio dello scorso anno siamo riusciti ad organizzare a Macau una conferenza internazionale a cui hanno partecipato nove organizzazioni internazionali, per mostrare al governo che volevamo la chiusura del Canidrome alla scadenza del contratto, che era a dicembre 2015.

Mettere al corrente il resto del mondo della situazione dei greyhound di Macau era, secondo noi, importante perché il Governo è contrario a questo genere di pubblicità che potrebbe portare Pechino a fare delle domande. La Cina infatti è contraria a qualsiasi tipo di instabilità. Eventuali instabilità o questioni politiche devono essere risolte prima che la disputa porti la gente ad uscire in strada. E’ così che ragiona la Cina.

A livello locale sono state prese molte altre iniziative, come la veglia a sostegno dei greyhound e della chiusura del Canidrome organizzata in contemporanea con più di due dozzine di città nel mondo, un’iniziativa di Grey2k USA. Il Governo è stato così costretto a dire qualcosa alla comunità. Il contratto di licenza è stato esteso per un altro anno, ma nel frattempo è stato commissionato uno studio all’Università di Macau per facilitare una decisione prima della fine del 2016.

Per noi è stata una sconfitta dal sapore di vittoria perché ci siamo resi conto che era politicamente scorretto che il Governo continuasse a sostenere ancora a lungo queste forze, andando contro il volere della comunità. Cercavano solo una buona scusa che è venuta fuori un anno dopo, quando il Governo ha ricevuto la relazione.

Ma mentre il Governo sembrava non essere abbastanza attivo, dopo la conferenza internazionale, i partner che erano con noi dall’inizio ci hanno aiutato a prosciugare le fonti di approvvigionamento di greyhound.

Il detonatore è stato un video realizzato da Animals Australia, nostro partner in questa battaglia, che mostrava come l’industria in Australia addestrasse i suoi greyhound con animali vivi usati come prede, come vivevano e venivano uccisi i cani in Vietnam e al Canidrome di Macau, iniettando loro veleno direttamente in vena.

È scoppiato uno scandalo, e alla fine del 2015 i greyhound hanno smesso di arrivare a Macau.

Oggi il Nuovo Galles del Sud ha deciso di vietare tutte le corse a partire dal 2017 e la situazione di Macau è stata una delle cause scatenanti.

Di solito il Canidrome importava 30 greyhound al mese, esattamente lo stesso numero di quelli uccisi, ossia in due anni l’intera popolazione canina, ancora giovane (la maggior parte sotto i due/tre anni di età) veniva completamente rimpiazzata. Alcuni animali venivano uccisi anche dopo aver iniziato a correre e molti entro 4 mesi dal loro arrivo.

Nel 2016 in 7 mesi invece di sopprimere 240 cani, sono morti solo 11 greyhound. Una vittoria! Il Canidrome non può più ucciderli perché ne ha bisogno per le gare.

Il Canidrome ha provato a cambiare la fonte di approvvigionamento dei greyhound, spostandosi dall’Australia all’Irlanda. Ma Anima lo ha denunciato attraverso i nostri partner.

Anima era al corrente in anticipo dell’arrivo della prima spedizione di 3 greyhound a marzo, e poiché sapeva dove sarebbero atterrati, nell’aprile di quest’anno ha filmato l’arrivo di due lotti da tre cani ciascuno provenienti dall’Irlanda.

Con il sostegno di Grey2k USA siamo riusciti a diffondere questa informazione in Irlanda e Regno Unito.

Gli attivisti in Irlanda e soprattutto nel Regno Unito hanno fermato l’invio di un’altra spedizione di 24 animali destinata a Macau. Ancora una volta l’informazione era arrivata tramite noi nello stesso modo.

Posso affermare che senza di loro i greyhound probabilmente continuerebbero ad arrivare a Macau, ed oggi saremmo ancora impegnati nel cercare di fermare le esportazioni.

Nel giorno dell’arrivo previsto di questi animali a Macau Anima, sapendo che non sarebbero arrivati, ha convocato tutti gli esponenti della stampa a Bridge 20 e ha annunciato la fine della fornitura di cani verso il Canidrome e l’inizio della fine del cinodromo.

La notizia, pubblicata da MDT, assicurava che senza l’arrivo di nuovi greyhound il Governo non avrebbe autorizzato il rinnovo della licenza alla scadenza della concessione.

Era il momento di sferrare il colpo di grazia. Anima ha convocato una conferenza stampa e ha provocato l’amministratore delegato del Canidrome, esortandolo ad avere il coraggio di partecipare ad un dibattito pubblico con Anima in diretta sulla rete televisiva TDM. Non ha mai risposto.

Sono stati fatti molti dibattiti pubblici e i rappresentanti del Canidrome non sono mai intervenuti.

L’emittente televisiva privata Lotus, considerata vicina agli interessi di Pechino, ha invitato Anima, un rappresentante del Comitato sul Gioco d’Azzardo Responsabile e dei residenti della zona dove si trova il Canidrome, a partecipare ad una discussione dal vivo, in cinese, seguita da mezz’ora di risposte alle domande poste dalla comunità. Tutti ci hanno supportato. Tutte le domande e tutti i miei colleghi che hanno partecipato all’intervista erano cinesi e l’intero dibattito era in cinese.

Per Macau si è trattato del colpo finale. Era solo una questione di tempo. Ma dovevamo ancora prosciugare la nuova e potenziale fonte di approvvigionamento di cani che era l’Irlanda.

Così Grey2k USA e Anima hanno partecipato ad una manifestazione in Irlanda organizzata da ARAN, davanti al Ministero dell’Agricoltura ed al Parlamento dove poi siamo stati ricevuti, grazie all’aiuto dell’Irish Council Against Blood Sports (ICABS) ed alla petizione per impedire l’invio di altri animali a Macau, consegnata direttamente all’ufficio del Ministero dell’Agricoltura irlandese.

A Francoforte un incontro tra Grey2k USA, Anima e Lufthansa ha consentito all’operatore di essere aggiornato sulla situazione dei greyhound a Macau e ad essere più cauto nella salvaguardia della propria immagine internazionale.

Ma la verità è che ci sono ancora molti greyhound che arrivano in Cina, India, Pakistan e Vietnam trasportati da altre compagnie aeree.

Dobbiamo cercare di trovare un modo per bloccare questi trasporti.

Infine, cosa intende fare Anima nel corso del processo di chiusura e dopo la fine Canidrome?

Per prima cosa abbiamo tranquillizzato il Governo.

Siamo disposti a prenderci carico di tutti i greyhound, e cercheremo di trasferirli ad associazioni e adottanti internazionali. Ma per fare questo dobbiamo poter gestire il Canidrome per uno o due anni, assumendoci integralmente tutti i costi di gestione.

Poi, se non saremo in grado di passare alla seconda fase del nostro rifugio per sistemare questi animali non avremo altra scelta che mandarli in un altro posto, dove sia più facile per loro intraprendere il viaggio internazionale verso le famiglie adottive.

Però esistono restrizioni sull’importazione di animali provenienti da Macau verso altri paesi, compresa l’Europa e l’Australia.

Stiamo quindi pensando al Portogallo come possibile destinazione: i terreni costano poco e crediamo che il Governo portoghese ci aiuterà facilitando l’ingresso di così tanti animali.

Organizzare un incontro con il Ministro dell’Agricoltura del Portogallo non sarà un problema.

Abbiamo intenzione di creare una delegazione di Anima in Portogallo, e fondare un centro internazionale di adozioni, che si occuperà anche di asssistere i consigli municipali che hanno un numero enorme di animali abbandonati, creando così posti di lavoro in un’area ad alto tasso di disoccupazione.

Questo è il nostro obbiettivo.

Ci stiamo lavorando ed abbiamo intenzione di prendere una decisione definitiva entro la fine dell’anno.

Se il Governo di Macao non farà nulla, gli animali verranno via via eliminati durante le corse e quelli sopravvissuti verranno venduti in Cina, India, Vietnam e Pakistan, dove si stanno diffondendo i cinodromi illegali.

I nostri ringraziamenti vanno a tutte le organizzazioni che ci sono state vicine in questo lungo processo, ed alle associazioni irlandesi ed inglesi che adesso ci stanno aiutando moltissimo.

Il nostro ringraziamento più grande va a Stefania e Massimo di Pet Levrieri per averci consentito di essere qui oggi.

Grazie a tutti per la vostra pazienza!

Albano Martins Presidente ed Amministratore Delegato di Anima-Società per la Protezione degli Animals (Macau)

© Riproduzione riservata

Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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