Che cosa significa che un levriero in adozione è “ok gatti”?
Quando un levriero in adozione, greyhound, galgo o lurcher, viene descritto come “ok gatti” vuol dire che ha mostrato atteggiamenti e comportamenti di disinteresse o/e pacifici nei confronti dei gatti durante i cat test, ovvero di fronte a più gatti, incontrati in contesti diversi e in momenti diversi. Il cat test viene ripetuto con gatti diversi, in più contesti e in tempi successivi, per verificare la validità del test, ovvero accertare che il risultato permanga lo stesso, pur cambiando gatti, contesti e tempi.
Il fatto che un levriero risulti “ok gatti” significa che ha elevate probabilità di poter convivere pacificamente e armoniosamente con i gatti della famiglia all’interno del contesto domestico, a condizione di applicare una serie di accorgimenti nell’inserimento e nella quotidianità. Questi accorgimenti non sono altro che regole di buon galateo tra cane e gatto, un po’ come accade a noi esseri umani: se vogliamo convivere senza “scannarci” reciprocamente, ci diamo delle regole. Queste regole sono importanti e non vanno sottovalutate, né trascurate, ma vanno applicate rigorosamente, rispettando tempi e modi corretti.
A questo punto, facciamo un inciso che aiuta a meglio comprendere cosa intendiamo quando parliamo di “ok gatti” e di “elevate probabilità” di poter convivere con i gatti di casa.
Il gatto è un eterospecifico e i cani, tutti i cani, non solo i levrieri, imparano a riconoscerlo e accettarlo come partner sociale, ovvero come interlocutore con cui avere una relazione pacifica e positiva sulla base di conoscenze specifiche e prototipiche. Che cosa significa “conoscenza prototipica”? Significa “non facilmente generalizzabile”.
Significa che la conoscenza avviene su uno specifico tipo di gatto (specifica morfologia e specifici comportamenti in uno specifico contesto), quindi, in partenza, su uno singolo soggetto. Il cane riconosce e accetta come partner sociale quel singolo gatto in quel specifico contesto di vita: per esempio, il gatto di casa.
Una volta che lo ha riconosciuto come partner e non come preda, sarà più portato ad accettare come partner tutti i gatti simili che incontrerà nel medesimo contesto di vita: gli altri gatti di casa che hanno comportamenti simili.
Ora, fin qui stiamo parlando di un gatto in contesto domestico, quindi un gatto che fa parte della famiglia e che il cane, vedendolo quotidianamente nel contesto in cui vivono, intuisce che, gli piaccia o meno, quel tipo lì peloso, che assomiglia tanto a una preda, è, in realtà, un membro del suo stesso gruppo affiliativo (la famiglia), cui anche lui appartiene. Comprende che gli umani tengono molto a quel gatto, lo considerano a tutti gli effetti un membro della famiglia, e per questo va rispettato e trattato come partner sociale e affiliativo.
Ben diverso è un gatto domestico ma estraneo, ovvero della casa di amici o conoscenti o vicini, e ancora diverso è il gatto che si incontra per strada.
Tenete inoltre presente che vanno sempre considerati anche il carattere e i comportamenti dei gatti in questione. Ci sono gatti che non gradiscono la presenza di cani in casa, non la gradiscono per nulla. In questo caso, l’elemento “critico” può essere il gatto e non il cane.
Se desideriamo che il nostro levriero accetti il gatto di casa, quando si muove in giardino (cambia il contesto e anche parte dei comportamenti del gatto), dobbiamo fare un preciso percorso educativo e non dare per scontato che lo accetterà come fa in casa. Se desideriamo che accetti il gatto di casa dei nostri parenti o amici quando andiamo a trovarli, dobbiamo prendere alcuni accorgimenti e non dare per nulla scontato che il nostro levriero alla fine riconoscerà e accetterà come partner sociale il gatto di casa dei parenti o amici. E così via.
Ciascun passaggio richiede un lavoro specifico e il risultato non è scontato.
Se il nostro levriero è “ok gatti” con i gatti di casa, all’interno della casa, non è detto che lo sia con loro quando li vede correre in giardino ma, soprattutto, non è assolutamente detto che lo sia con i gatti estranei che incontra per strada o che entrano nella sua proprietà.
Vale la regola di partenza, vi ricordate? Tutti i gatti sono potenziali prede, vengono riconosciuti e accettati come partner sociali soltanto attraverso conoscenze prototipiche, cioè specifiche.
Da questa premessa deriva il fatto che più esperienze positive con gatti di diversa morfologia, di diverso carattere e in diversi contesti (e quindi correttamente guidate e mediate da noi) siamo in grado di offrire al cane, e più il cane imparerà a trattare una vasta varietà di gatti come potenziali partner sociali e non come prede e lo farà in casa, in giardino, a casa di amici e, infine, per strada.
Ci sono nostri levrieri (galgo, grey e lurcher) che mantengono un comportamento pacifico e positivo verso i gatti estranei che incontrano per strada o che entrano nel giardino di casa.
Sono una minoranza, ma ci sono. Si tratta di cani che sono stati bene socializzati con i gatti, che hanno una motivazione predatoria bassa o molto bene disciplinata (tanto da non esercitarla sui gatti), e/o elevato autocontrollo, buona riflessività e intesa con il proprietario. Tutti questi aspetti giocano un ruolo importante: buona socializzazione pregressa con i gatti, motivazione predatoria bassa o ben disciplinata, capacità di autocontrollo e di scelta di una condotta riflessiva e collaborativa con il proprio proprietario.
Vi faccio un esempio preso dalla mia vita personale. La nostra grey Silky è predatoria verso i gatti. Tuttavia, non li preda se è con noi, anche se è in un contesto di libertà (senza guinzaglio) insieme a noi, perché sa che noi non vogliamo e perché vive la situazione come una condotta antieconomica (cioè “il gioco non ne vale la candela”), quindi si attiva alla vista ma desiste subito, autocontrollandosi.
In linea generalem e riassumendo, un levriero “ok gatti” lo è con i gatti di casa in contesto domestico, purché si applichino le regole di un corretto inserimento.
Fondamentale, in tutto questo discorso è come ci comportiamo noi umani dal primo momento in cui il nostro levriero arriva a casa.
Dipende da noi permettere al levriero e ai gatti di casa di iniziare la conoscenza con il piede giusto, applicando le regole (di buon galateo) riportate nella guida che trovate nella sezione “Inserimento” del nostro sito.
Dipende da noi non dimenticarci mai che i nostri levrieri sono cani da caccia e nel mondo esterno si comportano come tali. I gatti estranei per strada o che entrano nei nostri giardini sono potenziali prede. Quando predano, i levrieri fanno il loro mestiere di cani da caccia, come il gatto fa il suo quando caccia i topi o le lucertole.
Un’ultima considerazione sulla motivazione predatoria.
Nei levrieri la motivazione predatoria è una motivazione prevalente, ovvero forte, e più forte rispetto alle altre motivazioni. Le motivazioni prevalenti hanno bisogno di essere espresse, ovvero di essere soddisfatte ed esercitate, altrimenti il cane vive un malessere. Occorre dunque trovare dei modi, contesti e target attraverso i quali il cane possa esprimere la motivazione predatoria in maniera adattiva, cioè trovando appagamento in maniera non lesiva rispetto agli altri cani, animali, esseri umani e rispettando le regole diciamo del vivere civile. Questo lavoro si chiama “disciplinare la motivazione predatoria“. Oltre a disciplinare la motivazione predatoria, vanno rafforzate le motivazioni controlaterali (protettiva, epimeletica ed et-epimeletica) e sviluppate quelle prosociali (collaborativa e sociale). Inoltre, vanno sviluppate la capacità riflessiva e quella di autocontrollo e occorre lavorare sulla relazione dei cane con noi proprietari.
È tutto un lavoro molto utile, appagante e divertente che fa crescere la nostra relazione con i nostri levrieri e farà crescere anche i nostri levrieri, aumentandone l’autoefficacia, l’autostima, le competenze e il loro benessere
Io suggerisco a tutti di fare un percorso educativo con il proprio levriero perché ci consente di imparare a osservare e leggere correttamente i suoi comportamenti, i bisogni, le motivazioni e le emozioni che esprime nelle diverse situazioni. Inoltre, ci dà strumenti per far crescere la nostra relazione con lui, per aiutarlo a essere un cane più libero e in grado di esprimere le sue motivazioni in maniera appropriata, e per godere noi stessi maggiormente la relazione con lui.
Questi cani possono imparare tantissime cose e noi con loro. Più noi siamo in grado di metterci in gioco e migliorarci nella nostra capacità di sintonizzarci, di relazionarci e comunicare correttamente con i nostri cani, più la nostra relazione con loro crescerà, più loro saranno cani felici e liberi di esprimersi e più noi ci godremo la nostra vita insieme a loro.
Stefania Traini