Il mio Foster: Guapo.
“”Le persone dolci non sono ingenue. Né stupide. Né tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare alcuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.”
Marilyn Monroe
Guapo è così. Dolce, coraggioso e felice.
Gau mi chiede la disponibilità a fare da famiglia foster.
Felicità e gioia. Paura e timore.
Non sono stata sempre “felice” di essermi proposta. Sono piuttosto ansiosa e spesso più negativa che positiva. Non amo gli imprevisti. Non sono maniacale, ma forse un po’ fuori norma sì, fortunatamente me ne rendo conto e mi limito.
E poi c’è Matteo. L’altra metà della mela. La parte “forte e sicura”.
Accettiamo di accogliere Guapo. Un cucciolotto di un anno con due zampe da paura. Un cucciolo. E come un cucciolo si comporta.
Fa danni.
In assoluto silenzio e quando meno te lo aspetti.
L’essere in stallo e in cerca di una famiglia gli sta stretta come posizione. Lui sa che una famiglia già lo cerca. Non sa chi e come, ma sa che là fuori c’è la sua famiglia. E quella pettorina con scritto “adottami” proprio non gli va giù.
Guapo è anarchico, Guapo la pettorina non la rompe, la distrugge. Guapo è un galgherpiller.
Egon sopporta. Egon, che sorpresa. Mai mi sarei aspettata che fosse così foster-friendly.
Egon sopporta, sopporta di trovare la sua cuccia occupata, sopporta di trovare il suo pouf occupato, e soprattutto sopporta il “fastidio” che solo un cucciolo può dare a un cane che “non ne ha voglia”. Ma quando escono in giardino… La magia… Egon gioca, poco ma gioca. Si sbulleggia, perché tra i due lui, nonostante -e forse grazie- alla differenza di età, è il più veloce.
Guapo lo guarda con una sorta di ammirazione.
Quando decidi di accogliere un cane in foster non puoi mai preventivare al 100% le emozioni. Anche perché ogni cane è un cane a sè. Diverso da tutti gli altri. Ma alcune cose le puoi prevedere. A volte ti senti un Dio per quel minimo progresso fatto. A volte un fallimento per quel progresso che speri, ma tarda ad arrivare. A volte stai “semplicemente” bene.
Guapo non ama stare a casa da solo, ma col tempo e la pazienza fa sempre meno danni. Pian piano sembra si stia abituando. C’è da lavorarci, ma se in così poco tempo ci sono stati dei progressi fa ben sperare.
Guapo è un coccolone, gli piace saltare sul letto e starti vicino-vicino. E poco importa se sul letto non ci può salire. Lui è anarchico e forte del suo muso dolce, degli occhi a cuoricino manga style, del suo pelo lucido e scuro, delle sue zampette piatte.
Lui ha i “piedi piatti”. Lui per noi è uno Sbirro.
Guapo è rimasto con noi per circa 3 settimane.
Tre settimane in cui ti ripeti che non è per te. In cui a tratti stai bene e a tratti male. Cerchi di godertelo il più possibile, di farlo abituare non alla “bella vita”, ma ad una vita normale, in famiglia, con qualcuno che si prende cura di te incondizionatamente.
Niente di eccezionale, o forse tutto di eccezionale.
Decidere di accogliere un cane in foster è un esperienza unica. Una sorte di traghetto tra una vita e l’altra. Sai che c’è una fine “al viaggio”. Lo sai dall’inizio. Ma per quanto ti prepari non sarai mai pronto abbastanza.
Guapo è saltato in macchina con la sua nuova famiglia in direzione Milano. Non si è guardato indietro. Lui, proiettato già al futuro con quell’ottimismo che non tutti hanno, che a te lascia gli occhi un po’ gonfi e le parole bloccate tra la gola e la mente. Ma soprattutto ti lascia il sorriso. E ogni volta che vedi una sua nuova foto è dopamina. Sempre.
Guapo. One love.
Alice, Matteo, Egon, Cora, Ade e Smoke.
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