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La nostra posizione sulla storia e il destino dei levrieri rescue e dei greyhound da corsa.

Riteniamo utile, come associazione, ricapitolare la nostra posizione sulla storia e sul destino dei levrieri rescued in generale, cioè sfruttati nel mondo delle corse commerciali, del coursing e della caccia a vista,  e dei greyhound in particolare.

Lo facciamo a partire da un punto di vista che è al centro della nostra azione e della nostra mission fin dalla nascita: i levrieri, greyhound e galgo, vivono un presente di sfruttamento che toglie loro rispetto e svaluta alcune loro caratteristiche fondamentali mentre invece devono essere valorizzati come pet. Resta inteso che, come abbiamo mostrato più volte con la nostra attività, per noi un pet non è un cane che deve vivere in una gabbia dorata.

Partendo da queste premesse, noi sosteniamo che rievocare tout court la storia antica dei levrieri rischia di nascondere l’attualità della loro condizione di sfruttamento. In realtà la condizione attuale di sfruttamento è il frutto di precise condizioni storiche: il passaggio dalle società preindustriali a quelle industriali con la conseguente perdita di status del levriero e la sua riduzione a mero strumento commerciale. Questa perdita di status si è espressa compiutamente nella nascita dell’industria commerciale delle corse che ha selezionato, allevato e allenato un tipo di levriero, il greyhound da corsa, enfatizzandone le caratteristiche di predatorietà e competitività e riducendone al minimo indispensabile la pro-socialità e la collaboratività. Quello che è incredibile è proprio che i greyhound rescue siano capaci di tanta socialità, malgrado l’industria.

Il secondo concetto che sosteniamo è che il greyhound da racing è solo uno dei tipi di levrieri esistenti e che la mancanza di equilibrio nello sviluppo delle motivazioni prodotte dall’industria è un ostacolo alla sua valorizzazione in un contesto di società urbanizzate, come quello in cui noi ci troviamo. Riteniamo dunque che l’eccesso di predatorietà e di competitività, la conseguente scarsa attenzione alla riflessività, alla mediazione con l’umano, ad uno sviluppo armonico e pieno delle molteplici motivazioni, non solo quelle prevalenti, siano disadattivi, siano lesive del benessere psicofisico, della salute fisica e della sicurezza dei levrieri, ne penalizzino l’immagine e la loro adottabilità.

Non soltanto, noi riteniamo che i greyhound da racing siano cani profondamente infelici nella misura in cui sono selezionati, allevati e allenati come “macchine” da corsa, secondo una visione totalmente antropocentrica in cui il cane è uno strumento per fare soldi.

L’idea che le corse rendano felici i greyhound è un’idea usata dall’industria per dare una copertura di moralità alla sua totale assenza di moralità e di rispetto verso il cane. Una delle più classiche forme di sfruttamento antropocentrico dell’animale diventa in questo modo rispettabile e quasi “animalista”.

Anche l’idea che il greyhound da corsa sia il migliore, se non l’unico tipo di greyhound possibile, è un’idea che nasce dall’industria per giustificare se stessa, costruendo un paravento ideologico in grado di nascondere la realtà di miseria e di deprivazione dei greyhound da corsa. Quando l’industria ci dice che se chiudesse non ci sarebbero più i greyhound dice una cosa falsa, perché esistono nel mondo anche greyhound non da corsa, allevati con standard differenti. Semplicemente e lentamente sparirebbe il tipo da corsa come lo abbiamo conosciuto in questi decenni, ma non sparirebbero i greyhound anche se non potrebbero più certo essere apprezzati quasi esclusivamente per la loro velocità, a meno di ritornare al medioevo.

Riteniamo anche quindi che il futuro dei levrieri, se si ha a cuore la loro sopravvivenza, non sarà nel loro passato e nel loro essere corridori, ma nel loro poter essere grandi compagni dell’uomo, e non sarà nel tipo da corsa selezionato nell’ultimo secolo. Allo stesso tempo, riteniamo che se si vuole ridare uno status sociale adeguato ai levrieri sia necessario lavorare in senso diametralmente opposto a come fa l’industria: collaborazione, prosocialità, libera espressione della motivazione cinetica senza enfatizzare la predazione, riflessività, sviluppo ed espressione armonica delle motivazioni, sviluppo dell’autostima, queste sono per noi le priorità.

Naturalmente questo è anche quello che chiediamo agli educatori e agli istruttori con cui collaboriamo da sempre con convinzione, perché per noi essere pet non vuol dire essere relegato su un divano, sempre al guinzaglio e isolato nel ruolo di un pupazzo infelice.

Stefania Traini 
presidente Pet levrieri

Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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