Tra adozione e foster, ci siamo noi Jimbo!
Sei arrivato in un giorno umido di fine novembre, ti abbiamo visto consegnare alla tua famiglia adottiva, sembravi perfetto, bravo, collaborante… ci rimase impresso il tuo manto irlandese rosso scuro, il tuo incedere saltellante, con eleganza e impulso, poco spaesato, anzi, baldanzoso, contento delle mille attenzioni a te riservate, felice da subito di quella nuova vita.
Circa un mese dopo sei arrivato a casa nostra, in foster. La tua famiglia ti ha restituito con mille scuse, ma ciò che notavamo noi mentre loro insistevano per giustificare il loro gesto, era il tuo sguardo, i tuoi occhi grandi, spalancati e fissi su di loro, incredulo, disperato, con la coda tra le gambe, sembrava capissi tutto. Ogni parola.
Jim aveva 3 anni, veniva dal racing, aveva gareggiato e vinto diverse corse col nome Jim The Mills. Era uno spilungone aitante, ma non ricordava affatto il cane che avevamo visto all’arrivo tempo prima. Era stato con la sua famiglia adottiva solo un mese o poco più. Eppure, da quando se ne sono andati, li ha aspettati alla finestra per cinque giorni. Erano cinque, lo ricordiamo bene.
Cinque giorni in cui per lui non c’era notte né giorno, non c’eravamo noi né gli altri nostri cani, c’era solo lui e la sua tristezza, sempre rivolto a quella finestra, con le orecchie che si alzavano ad ogni macchina che passava nella via. Quando era stanco si sdraiava, ma continuava a piangere sommessamente, giorno e notte. A volte veniva da noi, ma con lo sguardo basso, lontano, distante e solo per abbandonare la sua testa tra le nostre braccia e piangere ancora. Ovviamente abbiamo provato a distrarlo in mille modi, lo portavamo a camminare e a giocare, ma non era così semplice.
Ci sentivamo impotenti, inadeguati, … noi, presuntuosi e arroganti perché forti di pregresse esperienze con cani rescue, proprio non sapevamo come consolarlo, come calmarlo… sono successe tante cose in quei giorni e fra tutto quel trambusto interiore che avevamo, fra il caos mentale delle notti insonni, ciò che ricordiamo con chiarezza anche oggi è la voce di Stefania (a cui facevamo continue telefonate!), sempre presente, sempre positiva, sempre sorridente, sempre rivolta a un futuro verso il quale ci sarebbe stata sicuramente la luce.
E la luce arrivò. Il sesto giorno Jim si propose timidamente a noi e ai nostri cani, semplicemente guardandoci. Ma finalmente guardava noi e non la finestra! Era pronto a conoscerci. E noi non vedevamo l’ora di conoscere lui! Si è rivelato un cane eccezionale: educato (non ha mai fatto un danno, una pipì in casa, un gesto inappropriato), gentile, sensibile, super devoto alla famiglia… abbiamo anche scoperto che Jim è un burlone, usa la voce non solo per piangere, ma anche per manifestare la sua gioia, per ululare col cecoslovacco e per abbaiare con il pastore al fine di segnalare la presenza di estranei al cancello. Sperimentava tutto, l’essere lupo, il fingersi cane da guardia, tentava di imitare anche noi con le zampe per dare carezze, ergendosi in piedi e rispondeva alle nostre domande con strani mugolii e saltelli gioiosi… in effetti l’unica che non imitava in famiglia era Clover, la nostra grey, che forse è troppo seriosa e composta per i suoi gusti, anche se lei lo ha supportato tantissimo, aiutandolo a ricostruire la sua autostima. Jim, era ed è tutt’ora un’anima nobile, e al contempo buffa, goffa, burlona, con senso dell’umorismo.
Ma tutto questo lo abbiamo scoperto dopo. Perché già dal sesto giorno, da quello sguardo rivolto a noi, anziché alla finestra, abbiamo richiesto la sua adozione. Perché? Verrebbe da pensare perché ci siamo affezionati o perché non volevamo più che si sentisse abbandonato, perché Jim è un cane eccezionale, perché dopo quella piccola vittoria ci siamo sentiti talmente gratificati da non volerlo più lasciare andare… ci sono tanti motivi per i quali un foster si trasforma, talvolta, in adozione, ma la realtà è che fu un caso (o il desino, se preferite). Infatti, il pomeriggio che Jim fu restituito dalla sua famiglia originale e arrivò in foster col cuore a pezzi, noi, quella stessa mattina, in maniera del tutto inaspettata, abbiamo perso Asia. Alle 7.40 è morta prematuramente tra le nostre braccia. Così, la prima notte di Jim senza la sua famiglia era la prima notte per noi senza Asia. Avevamo tutti perso qualcosa di importante quel giorno.
Jim, che poi per noi è diventato Jimbo, è stato l’unico foster che abbiamo adottato. Ma li abbiamo amati tutti, anche quelli che sono venuti da noi in foster in seguito e che hanno dormito accanto al nostro grande e meraviglioso gigante rosso, custoditi e coccolati dalla sua inguaribile pirlaggine.
I nostri auguri Jimbo, per il primo anno insieme, sei il nostro super-boy!
S., B., G., V., M. e tutte le tue sorelle rescue!
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