POTTER – UNA STORIA D’AMORE
“Qualcuno ha detto a qualcun’altro che ha riferito a qualcun’altro che i levrieri sono tra i cani più maltrattati al mondo e che c’è bisogno di trovare una casa per ognuno di loro, e quindi, perchè non ne prendi uno anche tu? Siete matti, ho pensato, perchè dovrei? Cosa me ne faccio? Dove lo metto? E’ un cane enorme, sapete? Io mica sono esperta, non ho mai avuto cani, ho paura dei cani! Eppure, da quel momento in poi, la mia vita non è più stata la stessa. Era un pensiero fisso, un tarlo di cui era impossibile liberarsi, intervallato da fitte di angosciosa indecisione. Finchè un giorno, chissà perchè, scrivo una e-mail e chiedo informazioni. Ed è così che conosco per la prima volta lui: Potter. La volontaria me lo propone in una lista di cani papabili ed io, attirata dal nome e dalla faccia buffa, spero con tutte le mie forze che sia lui il cane scelto per me. Passano le settimane, nessuna notizia, l’ansia cresce a dismisura. Ma un bel giorno di Luglio finalmente la bella notizia: Potter è vostro! Dopo altri due lunghissimi mesi finalmente la consegna! Siamo ritornati dalle vacanze il giorno prima, la casa è in subbuglio ma non ci interessa, partiamo alla volta del ristorante eccitatissimi, arriviamo e……l’arrivo è posticipato perchè il furgone ha avuto un incidente! Comincio seriamente a perdere le speranze, vedrò mai questo benedetto Potter? Finalmente, alle 4 del mattino del 30 Settembre 2012, assonnata e febbricitante, vedo arrivare la macchina del mio compagno e sul sedile posteriore lui, l’obeso, terrorizzato, puzzolente, meraviglioso Potter! Quello che è successo da quel momento in poi è inspiegabile a parole. Ci provo. Se da una parte la sua presenza in casa era una novità assoluta, strana, bizzarra, sconosciuta, dall’altra parte era come se ci fosse sempre stato, come se da sempre fosse destinato a vivere con noi. Abbiamo pian piano cominciato a conoscerci e, devo ammettere, l’inizio non è stato dei più promettenti. Potter era davvero molto spaventato e ciò che gli riusciva meglio era la tecnica del freezing, me ne sto immobile e spero che tutto passi. Questo, ovviamente, ha originato tutta una serie (pressochè infinita) di soprannomi (pensionato, vegliardo, statua di marmo, allegria portami via, entusiasmo, problematico, sociopatico…) nonchè diverse crisi isteriche da parte mia. No, proprio non riuscivamo a capirci. Con il passare dei giorni e con l’aiuto dell’educatore siamo riusciti a fare dei progressi, le passeggiate sono migliorate e le paure sono sparite. Un giorno, capitati per caso dal veterinario, scopro che probabilmente Potter ha problemi cardiaci. In quel preciso momento ho realizzato davvero quanto amassi quello strano essere incomprensibile che viveva in casa mia (non il moroso,intendo) e quanta paura avessi di perderlo. Da quel momento in poi, con la conferma che si trattava di un problema di lievissima entità, è cominciata la nostra nuova vera vita insieme, fatta di passeggiate al guinzaglio ed in libertà, furti di cibo, cacche giganti, facce da tonto, viaggi in bus, coccole saltuarie, esasperazione, foto divertenti, tentativi falliti di porre un freno all’appetito incontrollabile, pozzanghere evitate, bagnetti, assalti a tutti i cani incontrati, leccatine sulla faccia. Il nostro non è certo un amore convenzionale, mio scemissimo Potter, ma è puro, vero, profondo e infinito.”
Ringraziamo Sabrina Talarico per la stupenda testimonianza.
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