Hubbard…Ciao, vuoi essere mio amico?
“Ciao, vuoi essere mio amico?”
Sono le prime parole che ho detto al mio Hubbard.
Ovviamente lui di me non voleva saperne.
Ci ha messo 8 mesi per decidere che poteva fidarsi, che saremmo stati la sua famiglia per sempre.
Noi invece, molto meno, bloccando il foster dopo 15 giorni scarsi.
Creatura dolce, discreta ma sempre al mio fianco.
Un delicato cavaliere nero, un furbo filibustiere.
È entrato nella nostra famiglia portando tutte le sue cicatrici, nell’anima e sul corpo.
Amorevole fin da subito con Andrea, il nostro bimbo di 3 anni.
Si nascondeva solo a sentire la voce di Roberto, mio marito, ora dormono insieme.
Stiamo facendo un percorso di crescita e arricchimento reciproco, non privo di difficoltà, rinunce, il grande dispiacere di vederlo sprofondare nel terrore quando siamo fuori da casa.
Tuttavia se fosse stato più facile lo avrei amato di meno, con noi è libero di essere se stesso e di fare ciò che lo fa stare meglio.
Se tornassi indietro a quel 23 novembre rifarei tutto.
Lo rifarei 100, 1000 volte.
Perché abbiamo conosciuto una nuova sfumatura dell’amore.
E non possiamo più farne a meno.
Elisa
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