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WHY RACING DOESN’T MAKE GREYHOUNDS HAPPY, BUT FRUSTRATED

The racing industry claims that racing makes greyhounds happy, because the dogs are just doing what nature intended them for. So by that line of thinking, those who race them are doing them a favour. Equally, some people who race their dogs in amateur races also say the same thing. The difference being that, according to them, the absence of betting makes amateur racing not just acceptable but fun for the dogs.

None of this is actually true.

The trainers themselves tell us that: “Puppies do not learn to run around a greyhound track all by themselves. While it is natural for them to chase live quarry across a field, chasing a dummy hare often needs plenty of tuition.” (from Training and Racing the Greyhound by Darren Morris)

The verb used here by the trainer, ‘to chase’, is not synonymous with ‘to prey on’.

‘To prey on’ during hunting is a completely different thing, a much more elaborate and complex art made up of specific stages with a beginning, a process and a conclusion. So chasing after a dummy hare is not the same thing as chasing after a live animal and certainly not hunting it.

So running is different from chasing and it’s different from hunting. These three modes of behaviour can sometimes overlap but they are not the same thing.

Greyhounds are predators, and their predatory sequence is as follows:

To locate – to chase – to bite to catch – to bite to kill – to dissect – to consume.

Running is just one of these stages, and when preying on quarry the aim is to catch the prey and kill it. In other words, the predatory instinct of greyhounds only gratifies and satisfies them on condition that at the very least they catch the prey.

The point here is that when one’s motivation to do something is continuously stimulated but never satisfied, one becomes frustrated.

Imagine that you really love doing something, like going for a nice swim in the sea, for instance. Now imagine that someone takes you to the beach and leads you up to the shore…the sea is right there, it’s so inviting, you are about to dive in, but then…you are taken away. If you had to do this over and over, time after time…there is no doubt that you would be frustrated.

Greyhounds on tracks run and run, but they never catch the hare. Worse still, once the race is over the dummy suddenly disappears and they are stopped, put on a leash and moved off as if they were parcels. Fooled and duped, basically. Frustrated twice over.

But track racing is unnatural for at least two more reasons: the first and most fundamental one, is because as hunters greyhounds do not compete but collaborate with each other. Hunting is a collaboration between members of the same social group, and it requires strategies and synergy.

Racing and training for racing means turning greyhounds into something that they are not, suppressing their natural sociability in order to develop an unnatural competitiveness. So basically their true nature is distorted. Anyone who has had the chance to observe greyhounds’ extraordinary ability to socialise among themselves, despite the interference of man, knows exactly what we are talking about.

The second reason is the actual way of running: those who have had the pleasure of watching a greyhound running free will have noticed the difference between this way of running and running on a race track. On the one hand, running in a free zig-zag formation with an expression of sheer joy, on the other, running in a rectilinear motion with a tense and rigid expression.

Therefore, to claim that running on a racetrack makes a greyhound happy, and to claim that it gives him the chance to express his true nature, is a huge mystification.

It is possible to give greyhounds the chance to express their motivational drive, thus making them feel satisfied and fulfilled, as long as it is done as a game.

We will be exploring this topic further.

  By Eleonora Bizzozero, Anna Botta, and Massimo Greco   Translated by Isobel Deeley  

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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