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COVID-19: Why are greyhound and horse racing continuing in a pandemic?

(full and integral article dd. 7/4/2020)

Why are greyhound and horse racing continuing in a pandemic?

 

Written by: Senator Mehreen Faruqi

 

COVID-19 has hit our country like a sledgehammer, with the double whammy of a health emergency and an economic shock.

We are told we need to do the right thing and make sacrifices to save lives, and that is exactly what everyone is doing.

Well, almost everyone. It seems there are a few select industries operating above the law.

No prizes for guessing they are the gambling and racing industries.

While the rest of the state’s non-essential industries are shutting down, horse and greyhound racing continues with reckless abandon everywhere other than Tasmania.

It is mind-boggling that racing would be considered essential.

Even putting aside the broader ethics of animal racing and the well-documented animal cruelty in both horse and dog racing, it is just plain selfish and risky to human health to hold races in the middle of a pandemic.

Animal racing involves participants driving long distances at a time when we are all being told to stay at home.

We are all trying to stop the spread and flatten the curve.

But while police move people on from sunbathing in a park, the racing industry is bringing dozens together at tracks around the country, where social distancing rules can’t be met.

It seems there is one rule for the powerful gambling-fuelled racing industry and another for the rest of us.

In the last month, racing bodies have put in place new rules, including banning crowds at events and designating greyhound racing zones to minimise travel.

But these piecemeal changes made by the industry are designed to protect their revenue, not people.

Even under the introduced ‘zoned system’, where participants can only race in a designated geographic zone, participants are travelling hundreds of kilometres at a time to race.

It is apparently perfectly okay for a greyhound trainer in Bega to travel almost four hours to race a dog in this age of COVID-19. In Sydney, all racers are being encouraged to travel to Richmond. Even worse, almost a third of participants are over 65, an age group vulnerable in the pandemic.

Now that racing is one of the last organised sports for gambling to stay open, it has a virtual monopoly on gambling revenue which it is intent on protecting, it seems even at the cost of human health.

To protect people, racing needs to be shut down nationally right now.

To protect animals, we need measures in place to look after their welfare throughout this crisis, including ensuring essential animal care work such as feeding and exercising can continue.

When the industries inevitably cry poor on this front, we should remember they make millions off racing these animals.

They can afford to put their money where their mouth is and take care of them now.

The big question: why is racing allowed to go on?

The cynic in me says vested interests.

The NSW and Victorian governments made $130 million in revenue from gambling on horse and greyhound racing in 2017–18 alone.

With organised sports suspended and clubs and pubs now shut due to the public health crisis, the government is losing lucrative revenue from gaming machines and sports betting.

We must never forget that gambling revenue is in fact financial losses from people that in many cases they can’t afford to lose in the first place.

Gambling is a parasitic industry that survives off people with a gambling addiction.

Andrew Miller, President of the AMA in Western Australia has the right idea, stating that racing should be put on hold to respect the rest of the community.

The health of the community should be top priority, not gambling profits.

It’s time the Prime Minister and State and Territory governments stood up to the gambling industry and made them follow the same rules as the rest of us.

 

Written by

Senator Mehreen Faruqi

Dr Mehreen Faruqi is a Greens Senator in the Federal Parliament.

 

Source: MEDIUM.com  Senator Mehreen Faruqi

Link:https://medium.com/@faruqitransition/why-are-greyhound-and-horse-racing-continuing-in-a-pandemic-b5fc6cffe841

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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