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Nati per correre liberi… non per predare

Il greyhound è nato per correre.

I suoi apparati muscolo scheletrico, cardio-circolatorio e respiratorio ci dicono questo. Sono costruiti per renderlo un velocista unico ed eccezionale tra le razze canine. E se la sua struttura fisica non fosse sufficiente per convincerci lasciamolo libero in un ampio spazio aperto e lo vedremo correre, velocissimo, solo per il piacere di farlo.

Ma la sua mente e il suo corpo sono stati plasmati per un motivo ben preciso: rincorrere una preda viva o meccanica per puro divertimento umano che sia la caccia o la corsa nei cinodromi.

Ne consegue che il greyhound e il galgo sono in grado di raggiungere una velocità di 70 km/h, velocità che viene espressa in sinergia ad una fortissima motivazione predatoria e agonistica. Per il grey rescue esiste solo una cosa: correre il più veloce possibile in un set definito. Lo stesso vale per il galgo rescue. Ma noi non vogliamo questo dal nostro cane; la nostra relazione con lui non può e non deve essere monodimensionale.

Vogliamo prendercene cura, giocarci, condividere esperienze, farlo diventare un compagno di vita a tutti gli effetti e questo unico suo interesse (rincorrere una preda) mal si concilia con una vita in città, dove la sua “lepre” potrebbe diventare un piccolo cane, un gatto, una moto che sfreccia in lontananza accendendo immediatamente il set neuronale che porta ad una corsa sfrenata senza inibizione, con un risultato che non avremo difficoltà ad immaginare.

Certamente ha bisogno di correre, di stare libero da solo o con i suoi simili ma non ha bisogno di allenare ancora di più la sua motivazione predatoria.

Inoltre basta osservare l’assetto emozionale, i segnali calmanti, le posture dei cani che si accingono alla gara. Io non li vedo felici. Non dobbiamo farci ingannare dalla loro corsa sfrenata interpretandola come gioia o piacere, sicuramente la corsa risponde alle motivazioni specifiche della razza ma dopo la gara c’è in misura maggiore esaurimento fisico e non appagamento.

Appagamento che vedo invece in un greyhound o un galgo liberi di muoversi in uno spazio privo di pericoli, con i suoi tempi e modi.

Cosa fare allora? E’ giusto farlo correre o è meglio evitarlo?

Lui deve correre certo! Deve poter esprimere la sua motivazione cinestesica (piacere nel movimento) ma deve esprimere anche altre motivazioni, ovvero deve trovare nella vita di tutti i giorni tante situazioni che possano dargli benessere e appagamento.

Noi umani, in veste di guida referenziale, dobbiamo essere in grado di proporre attività che possano ridurre il volume e l’evocabilità della motivazione predatoria che favorisce un comportamento impulsivo e mina realmente la vita del nostro cane favorendo invece attività che fanno emergere la collaborazione, la condivisione, il piacere del contatto fisico.

Ricerca olfattiva, mobilty dog, passeggiate arricchite, attività epimeletiche ed et-epimeletiche sono solo alcuni esempi concreti di cooperazione tra uomo e cane che possono aiutare il nostro grey o galgo a capire che il suo nuovo mondo è fatto di attività stimolanti ed emozioni positive insieme al suo nuovo compagno di vita umano.

Rientrano nelle attività epimeletiche/et-epimeletiche la manipolazione con spazzole morbide o asciugamani morbidi oppure il massaggio, che lavorano sia sulla somestesi sia sulla cura. Il nostro levriero potrà rispondere alle nostre coccole con comportamenti a sua volta di cura, es. spingendosi su di noi come ad accarezzarci oppure facendoci grooming.

a cura della d.ssa Katia Galbiati, medico veterinario comportamentalista con approccio cognitivo-zooantropologico, nonché docente, educatore, istruttore cinofilo SIUA e operatore in zooantropologia didattica.

Nota: la motivazione epimeletica consiste nella disposizione proattiva (tendenza, spinta, orientamento) ad aiutare e ad accudire un compagno. Le attività epimeletiche rimandano dunque ad una dimensione comportamentale che ha a che fare con l’ambito delle cure parentali. La motivazione et-epimeletica si esprime nel chiedere aiuto o lasciarsi curare da un altro soggetto. Esempi di comportamenti et-pimeletici sono: dare la zampa, mettersi su un fianco, mettersi a pancia all’aria, leccarci il viso, leccarci il naso. Spesso il cane usa comportamenti et-epimeletici quando si trova in difficoltà: per esempio quando vuole pacificare, quando desidera invitare, quando ci chiede qualcosa, quando vuole tranquillizzarsi. In altri casi, li usa semplicemente perché vuole avviare un’interazione affettuosa con noi.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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