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Levrieri 2P (predatori-patatoni)?

Questo articolo sarà forse troppo lungo e mi scuso in anticipo. Potete non leggerlo. Ma ci sono cose che richiedono argomentazione e non slogan.

Preciso che le considerazioni che seguono sono personali.

Io credo che il modello dominante nel mondo dei levrieri sia di questo tipo: il levriero, specialmente se greyhound, è capace di fare due cose: predare e dormire.

Questo modo di vedere i levrieri si basa su una concezione, il comportamentismo, per cui i cani sono macchine che reagiscono automaticamente a uno stimolo esterno. Dunque, animaletto che corre, levriero che parte e non torna. Quando lo stimolo non c’è, la macchina è a riposo, dunque il levriero dorme.

Questo modello è ormai superato, anche se pochi se ne sono accorti, perché leggere libri in questo paese è un’attività anch’essa superata.

I cani, e anche i levrieri, che sono cani, hanno una mente complessa in grado di prendere decisioni e di apprendere grazie all’esperienza. Dunque ciò che è genetico non determina automaticamente il comportamento

Dunque, è vero che i levrieri hanno una forte motivazione predatoria, ma questo non vuol dire che non possiamo diminuirla facendo un lavoro adeguato. Su questo ha scritto meglio di me, poco tempo fa, la dottoressa Katia Galbiati, della SIUA.

Per esempio, i greyhound, come tutti i cani, sono altamente socievoli e solo l’educazione ricevuta dai trainer li rende competitivi. Infatti molti di noi hanno più di un greyhound e quando ci incontriamo non succede niente. Anzi, le persone che non hanno levrieri si stupiscono della tranquillità della situazione.

Ora, una delle conseguenze principali del modello comportamentista 2P è che i levrieri non possono mai essere lasciati liberi.

Questo non è vero, secondo me. I levrieri possono essere lasciati liberi dopo un lavoro finalizzato a costruire una relazione di fiducia tra noi e loro e dopo un lavoro teso ad abbassare il predatorio.

Questo significa che, TASSATIVAMENTE, un levriero appena arrivato non deve MAI essere lasciato libero, ma un levriero che si fida ed è legato a noi, può, anzi deve, avere dei momenti di libertà. Questo gli permetterà di fare esperienze in sicurezza e di accrescere le sue competenze e la sua autostima. E contemporaneamente gli permetterà di accrescere la sua fiducia in noi e di essere più felice.

Come farlo va al di là di questo post, ma è evidente ogni relazione proprietario-cane è diversa. Con alcuni cani ci vogliono mesi, con altri anni. Altri ancora può darsi non debbano essere sganciati mai. Alla base di un lavoro finalizzato a lasciare liberi i levrieri c’è la conoscenza specifica del proprio cane, perché, contrariamente a quanto crede il comportamentismo, ogni cane è unico. E c’è anche la conoscenza di se stessi: una persona ansiosa, quando libera il cane, gli trasmetterà la propria ansia e questo non aiuterà. Dunque, in questo caso, forse meglio evitare.

E, per altro, non tutti gli ambienti sono adatti. Anche qui, è necessaria una valutazione della situazione specifica e del proprio cane.

Peraltro, molti di noi lasciano i cani liberi, ovviamente non in città e sempre facendo attenzione. Come mai ritornano? Forse perché hanno con noi un rapporto forte di fiducia e condivisione, quel rapporto che è alla base di diecimila anni di convivenza. E il motivo per cui solo i cani hanno questo posto particolare è proprio la loro capacità di condivisione sociale con noi.

Vi è un rischio nel lasciare libero un levriero? Sì! Come vi è un rischio nell’andare in auto, in moto. Vi è un rischio nella vita. Ma non per questo smettiamo di vivere.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.
Insieme condividono la loro vita con sette cani, tutti adottati: Cabana, galgo spagnolo, Zen, grey salvato dal cinodromo di Macao, King, grey salvato dal mercato della carne in Cina, Babe, grey irlandese, Barney, grey irlandese, Lucy, grey irlandese, e Adhara, una meticcia. Nel cuore sempre presenti i tre grey Silky, Blackie e Rob, che sono stati straordinari amici e ambasciatori della causa.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. Per passione personale a luglio 2020 conseguirà il titolo di educatore cinofilo presso la scuola Il Mio Cane.net. Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective. Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina lo Shop Online, collabora con il gruppo Adozioni nelle visite di pre-affido e nelle attività post-affido, partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. Vive a Milano con il marito Massimiliano, i figli Giorgia e Marco, la grey Sandy, la lurcher Robin e Yughi, un meticcio di oltre 15 anni. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.

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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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