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La passeggiata con il nostro cane durante l’emergenza COVID-19.

Alcune persone ci hanno scritto ponendoci quesiti su come ripensare le passeggiate alla luce delle restrizioni sugli spostamenti prescritte dalle disposizioni ministeriali relative all’emergenza Covid 19.

Molti hanno portato preoccupazioni sul fatto che queste limitazione potrebbero penalizzare la qualità delle passeggiate e incidere negativamente sul benessere dei nostri cani. 

Partendo da questi utili quesiti, abbiamo pensato di scrivere questo breve testo con alcune possibili indicazioni per preservare la qualità delle passeggiate nel rispetto delle ordinanze vigenti e gestire al meglio questo momento di emergenza. 

Il primo passo che possiamo fare a beneficio nostro e dei nostri cani è forse quello di decentrarci e guardare queste restrizioni da un’altra prospettiva, vedendole non solo come limitazioni ma anche come protezioni che ci aprono ad altre opportunità nella vita con i nostri cani. 

Le restrizioni per il contenimento del contagio ci hanno richiesto di modificare bruscamente e più o meno in maniera consistente le nostre abitudini, relazioni e ritmi quotidiani e conseguentemente lo hanno richiesto ai nostri cani. 

Sia noi che i nostri cani siamo stati esposti dunque ad una situazione di stress, che dapprima ha prodotto in noi spiazzamento (del tipo: “Che succede ora? Ora come faccio?”) e poi ci ha posto una richiesta fisiologica (perchè rientra nei nostri naturali meccanismi di adattamento, di coping) di riadattamento, cioè di modificare i nostri modi di comportarci per far fronte al meglio a questa situazione di anormalità diffusa.

Probabilmente molti di noi, quando hanno iniziato a modificare le passeggiate, fermandosi ad un certo tratto, perché oltre non si poteva proseguire in virtù delle limitazioni ministeriali allo spostamento, avrà osservato espressioni di incredulità e di non comprensione da parte dei nostri cani e il tentativo di indurci a proseguire, come a dire: “Ma perché torniamo, ma no occorre andare di qua, ma dai proseguiamo, mica finisce qui la passeggiata, e simili”. 

Ora dobbiamo tenere viva la fiducia di potercela fare e di poterci stare dentro in questa situazione di vita quotidiana, in cui dobbiamo navigare a vista, valorizzando tutto ciò che possiamo avere, coltivare, creare o recuperare di positivo in questa situazione eccezionale. 

Dobbiamo aver fiducia anche nelle risorse dei nostri cani: sono totalmente in grado di riadattarsi, diamo loro il tempo di farlo e aiutiamoli a capire il cambiamento.

Inoltre i cani sono esseri profondamente relazionali, che trovano la loro massima espressione nell’essere parte di un gruppo, nel sentirsi pienamente parte di un gruppo e poter collaborare e condividere in quel gruppo. Roberto Marchesini scrive in un suo bellissimo articolo dal titolo “Il Cane Ci Supera In Amore”: “Il cane respira e si nutre di relazione”. http://www.marchesinietologia.it/

Per i cani in generale e dunque  anche per i nostri cani l’essere con noi, il condividere e sentirsi riconosciuti come membri importanti del nostro gruppo famiglia, è molto molto più importante di qualsiasi altra cosa, di qualsiasi fare. 

Aggiungiamo un’altra premessa, prima di entrare nel merito di come possiamo ripensare le passeggiate in questo momento di emergenza. 

Teniamo conto che per molti dei nostri cani, abituati a fare lunghe passeggiate e in posti e percorsi appaganti, i paraggi di casa sono meri tratti di passaggio per accedere alle parti più interessanti della passeggiata. E’ possibile dunque che  i dintorni di casa vengano “snobbati”, come a dire “non marco qui perché è poco interessante, il bello arriva dopo”.

Detto questo, cosa possiamo fare? 

1) Rassereniamoci noi all’idea di passeggiate più brevi e limitate. Possono essere belle anche così, ci richiedono soltanto appunto di cambiare il nostro umore e il nostro approccio. Se noi siamo attraversati da emozioni negative o da ansia, i nostri cani intercettano subito queste emozioni e le fanno loro. Tali emozioni “inquinano” l’atmosfera della passeggiata. 

2) Riappropriamoci dei dintorni di casa. Spesso li percorriamo poco, di fretta, distrattamente. Ebbene è un’occasione per mapparli, scoprirli, guardandoli con attenzione, lasciandoci sorprendere dai dettagli e dalle particolarità. Mappiamoli e perlustriamoli con i nostri cani rallentando il tempo della passeggiata. Ora ce lo possiamo più che mai permettere!

3) Abbiamo infatti tempi dilatati, possiamo fare la passeggiata con i nostri cani con molta molta più calma. 

4) Percorriamo il primo tratto, come usciamo di casa, molto lentamente, iniziando noi stessi a perlustralo, a fermarci e guardarci intorno, con reale calma e curiosità, con reale intenzione di perlustrazione. Noteremo che i nostri cani gradualmente faranno lo stesso e recupereranno o scopriranno la motivazione a perlustrare e a marcare anche nei dintorni di casa. 

5) Mettiamoci in totale ascolto dei nostri cani e genuina osservazione dei nostri cani, diamo loro tutto il tempo che vogliono per fermarsi, osservare, ascoltare, annusare e marcare. 

6) Spegniamo il cellulare o silenziamolo, se possibile dimentichiamoci durante la passeggiata dell’orologio, e immergiamoci nella relaziona con il nostro cane. Osserviamolo senza fretta e spogliandoci dei nostri schemi mentali (cioè delle nostre presunzioni, cioè pre-assunzioni, su quello che i nostri cani pensano, provano, vogliono). Cerchiamo di capire cosa li attrae del territorio, dove prediligono sporcare, dove e cosa annusano, dove e cosa guardano, cosa e come marcano…

5) Possiamo allontanarci da casa per raggi limitati (es. 200 metri)? Come possiamo agire preservando la qualità della passeggiata? Innanzitutto verifichiamo e teniamoci aggiornati sulle ordinanze emanate dal nostro comune, in modo da rispettarle.  200 metri sono pochi ma sono anche tanti. Cambiamo periodicamente il percorso. Una volta andiamo in una direzione, un’altra volta andiamo in un’altra. Una volta conduciamo noi, altre volte facciamoci condurre dai nostri cani. La varietà di percorso stimola tra l’altro la flessibilità cognitiva e la curiosità nei nostri cani. La reciprocità nella conduzione (conduco io, poi tu) favorisce la collaborazione. 

6) Se abbiamo più cani, variamo anche ordine e numero di partecipanti alla passeggiata. Qualche volta li portiamo tutti insieme, altre volte uno alla volta, altre ancora a coppie, variando anche le coppie. Scopriremo insieme tante cose belle a livello relazionale. Questo spazio-tempo dilatato è una risorsa che abbiamo, ci permette di curare molto di più le relazioni con i nostri cani anche in passeggiata. Sfruttiamola al massimo.

7) Scopriamo la possibilità di fare brevi ricerche olfattive con i nostri cani, sia usando del cibo, ma anche semplicemente offrendo loro maggiore possibilità di perlustrare oggetti e ambienti durante la passeggiata.

9) Contagiamoli di positività. La passeggiata è un privilegio che noi abbiamo grazie a loro, i nostri amici cani, in questo momento di emergenza. Facciamone tesoro. Non possiamo che gioire del fatto che possiamo uscire e farlo in compagnia di amici per la pelle, quali i nostri cani sono. Se possiamo uscire a fare le passeggiate con i nostri cani, apparteniamo in questo momento alla categoria dei fortunati. Quindi gioiamo di ciò e i nostri cani faranno altrettanto.

10) Diamo semplicemente loro il tempo di capire il cambiamento di abitudini e aiutiamoli a capire.

11) “Eh ma ho fatto così e il mio cane per tutta la passeggiata non ha fatto i bisogni. E ora che faccio?” Torniamo a casa. Li farà alla prossima passeggiata… Riproponiamo la passeggiata più tardi a distanza di 20/30 minuti. Può essere che magari in questa fase di riadattamento, in cui è impegnato a fare proprio questo cambiamento di abitudini, il nostro cane farà i bisogni in casa, ma dobbiamo appunto dargli tempo di capire che le cose sono cambiate e che anche lui deve cambiare abitudini per fare i bisogni e marcare. Cambierà, ogni cane ha straordinarie risorse adattive. Occorre soltanto dargli tempo e modo di esprimerle. 

12) Il giardino: grande risorsa in questo momento a integrazione della passeggiata non in sostituzione di essa. In giardino i nostri cani possono dedicarsi ad attività cinetiche in libertà, ad attività ludiche fra loro e con noi. Il giardino può essere uno straordinario ambiente dove organizzare attività di mobility e attività di ricerca olfattiva. Sul nostro sito, trovate tutta una serie di articoli interessanti sull’argomento in queste sezioni: – INIZIARE BENE https://www.petlevrieri.it/l-inserimento/ ; – CULTURA CINOFILA: https://www.petlevrieri.it/cultura-cinofila/

13) Per chi di noi non ha il giardino ma ha un bel terrazzo, può organizzare qui sessioni di ricerca olfattiva e di palestra con il corpo.

14) Dedichiamoci dello spazio-tempo durante la settimana per giocare insieme ai nostri cani: sessioni brevi e interessanti, fatte insieme e concluse sempre in positivo.

Ci salutiamo ricordandoci reciprocamente che noi e i nostri cani abbiamo straordinarie risorse e capacità di adattamento e insieme possiamo dunque affrontare queste restrizioni, facendo della necessità la fonte di tante virtù e belle esperienze.

Stefania Traini 
presidente Pet levrieri 

©Petlevrieri 

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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