APPRENDIMENTO E MODELLO COGNITIVO NEL MONDO ANIMALE . VIVERE E’ IMPARARE
Vi invitiamo a leggere un interessante articolo Apprendimento e modello cognitivo nel mondo animale. vivere è imparare scritto da Roberto Marchesini in cui spiega come interpretare il comportamento animale, egli auspica il superamento dei modelli tradizionali (behaviorismo, ecologico classico e cognitivista) in favore di un modello mentalistico unitario cognitivo-relazionale.
Vivere è imparare e apprendere è risolvere i problemi ovvero costruire nuove teorie sul mondo: questo è il fondamentale lascito che ci hanno dato in eredità due grandi autori, Konrad Lorenz e Karl Popper, nell’interessante dialogo condensato nel libro intervista Il futuro è aperto [1], che rimarca il ruolo attivo del processo di apprendimento. Da questo ricaviamo il primo principio dell’approccio cognitivo che ritiene l’apprendimento come un atto epistemologico o, per semplificare, un processo di soluzione a un problema specifico del soggetto. Purtroppo la prevalenza della scuola behaviorista ha determinato una visione passiva ed espositiva dell’animale nel contesto ambientale, come una foglia mossa dal vento – immobile se nulla la sospinge – così il binomio stimolo-risposta implica la passività dell’animale individuando nello stimolo ambientale il primo movens. Nel “metodo gentile” si sottolinea l’importanza di utilizzare il rinforzo + (somministrare qualcosa di piacevole ogni qualvolta il soggetto mette in atto il comportamento desiderato) per creare un’associazione stabile tra una condizione stimolativa sull’animale e il tipo di risposta messa in atto da quest’ultimo. Si è così sviluppata una tradizione che vede nel rinforzo + il principio stesso del processo di apprendimento e molto spesso anche chi professa o dice di professare un approccio cognitivo applica poi una didattica basata sul rinforzo +, semplificata nel classico bocconcino elargito per modellare il comportamento del cane sui desiderata dell’essere umano. Va subito rimarcato che l’utilizzo del rinforzo + e la concezione meramente associativa dell’apprendimento non ha nulla a che vedere con l’approccio cognitivo e con quella epistemologia solutiva esposta in nuce già da Popper e da Lorenz. L’uso del rinforzo + sta all’interno del paradigma behaviorista, un modo di interpretare non solo il comportamento ma soprattutto l’apprendimento basata su questi presupposti: 1) che il comportamento sia sempre mosso da una condizione stimolativa; 2) che l’espressione responsiva sia casuale e non basata su un qualsivoglia giudizio di massima; 3) che il comportamento appreso sia quello la cui conseguenza espressiva ha portato qualcosa di piacevole insperato, non previsto, inatteso; 4) che l’apprendimento conduca a un’associazione tra uno stimolo e una risposta (condizionamento) tale per cui dato lo stimolo si produrrà la risposta o, viceversa, vista la risposta si può inferire lo stimolo. L’approccio cognitivo mette in discussione tutti questi punti ritenendo: 1) che i comportamento sia espressione di uno stato mentale ovvero di un preciso modo di coniugarsi al mondo esterno sulla base di propri obiettivi; 2) che l’espressione sia il tentativo di raggiungere tali obiettivi ovvero risolvere il problema (la lacuna) che si frappone tra me e gli obiettivi e che pertanto sia una proposta solutiva basata su ricette utili (euristiche) e non su tentativi casuali; …
Per leggere l’articolo integrale vi rimandiamo a: http://asinusnovus.net/2013/12/05/apprendimento-e-modello-cognitivo-nel-mondo-animale-vivere-e-imparare-2/
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