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Un altro giorno, un’altra morte: questo uomo ammazza levrieri su scala industriale

Aggiornato 14 luglio 2020
Pubblicato 21 luglio 2015
Come si può leggere nell’articolo di cui sotto riportiamo la traduzione, la fotografia di Clash Nitro e Rent a Flyer che si vede nell’immagine qui sopra fa parte di un filmato e delle prove raccolte durante l’indagine sotto copertura svolta da giornalisti investigativi per conto del giornale inglese The Sunday Times, che ne pubblicò l’esito con un articolo a firma di Daniel Foggo dal titolo “ Killing field of the dog racing industry – Another day, another death: this man slaughters greyhounds on an industrial scale”, uscito il 16 luglio 2006.
 
Questa indagine e il successivo servizio giornalistico inchiesta portarono alla scoperta dell’uccisione di circa 10.000 greyhound ad opera di David Smith nel suo mattatoio e alla sua denuncia.
 
Smith fu denunciato, ma essendo la pratica dell’uccisione con la pistola captiva legale, a Smith tutt’al più si poteva imputare il fatto che l’uccisione di quei cani era stata accompagnata da una agonia che si poteva evitare. Ma l’inchiesta sconvolse l’opinione pubblica inglese e pose fine alla spietata attività di David Smith.
 
Inoltre a seguito di quella inchiesta e dell’azione del movimento antiracing inglese e internazionale le autorità inglesi competenti hanno stabilito che questa pratica può essere svolta esclusivamente da persone con regolare porto d’armi e addestrate al fini di evitare sofferenze inutili al cane, cioè che il cane muoia non sul colpo ma dopo terribile agonia.
 
Vicende crudeli e simili a quella del mattatoio inglese, furono scoperte e denunciate dal movimento antiracing e dal giornalismo investigativo in Irlanda negli anni successivi, come il mattatoio di Wexford di un certo Larry Earle nel 2009.
 
Correva appunto il 2006 e il 2009, ma é come fosse oggi, perché la pratica di sopprimere i greyhound indesiderati da parte dei proprietari nel mondo del greyhound racing, ricorrendo al metodo spietato della pistola a proiettile captivo, é una pratica tuttora diffusa sia in UK sia in Irlanda come documentato nel giugno 2019 dal servizio inchiesta mandato in onda da RTE, la radiotelevisione di stato irlandese, dal titolo: Greyhounds Running For Their Lives.
 
Ad oggi in UK e Irlanda i greyhound possono essere soppressi per ragioni economiche, cioè semplicemente perché sono un costo che il proprietario non vuole più avere. Spesso sono cani giovani, sani, di bellissimo carattere , ma le loro performance non sono all’altezza delle aspettative di coloro che li sfruttano per soldi o semplicemente hanno terminato la loro carriera, in diversi casi anche fulgida.
 
Tra i modi per sopprimere i greyhound persiste questa pratica barbare e spietata della pistola captiva che viene usata su un cane totalmente cosciente e presente alla violenza e con il rischio, non così basso, che il cane non muoia immediatamente, ma dopo terribile agonia.
 
Molti di loro vedranno i compagni assassinati a sangue freddo e, nel terrore, si renderanno conto che presto sarà il loro turno.
 
Molti non moriranno sul colpo perché un proiettile nel cranio non uccide rapidamente quando colpisce male a causa dell’imperizia o della frettolosa noncuranza di chi spara. In questo caso il cane morirà lentamente e dopo grandi sofferenze.
 
In una delle tante scene scioccanti e strazianti del servizio inchiesta di RTE le telecamere nascoste catturano i momenti in cui quattro greyhound vengono portati al mattatoio “J Styles Knackery” al di fuori di Portlaoise, con regolare licenza da parte del Dipartimento dell’Agricoltura. Qui vengono uccisi con un colpo di pistola in testa e scaricati in un cassonetto. Uno di loro si contorce sul terreno agonizzante dopo essere stato colpito con un singolo proiettile nella parte posteriore della testa, mentre il suo spietato proprietario attende in un veicolo il ritorno del collare usato e sudicio del cane morente. Alcuni addetti di questo mattatoio hanno dichiarato di sparare ai cani, anche in gruppi, senza problemi, per 20 euro a cane.
 
E tutto questo avviene normalmente e alla luce del sole, nonostante le dichiarazione del Ministero dell’Agricoltura circa il fatto che tutto ciò non è permesso, in quanto le licenze per i mattatoi non lo consentono, e il fatto che i cani, compresi i levrieri, sono classificati come animali di categoria 1 e non possono entrare in strutture di categoria 2 (i mattatoi), né vivi né morti. Tante parole da parte del Ministero, ma nessuna azione contro tali reati e siffatta crudeltà. Nessun intervento, tutto alla luce del sole e con tanto di ricevuta rilasciata dal mattatoio.
 
Per chi volesse conoscere di più di questo servizio inchiesta può cliccare qui:
 
Il servizio inchiesta ha sconvolto l’opinione pubblica irlandese e internazionale, portando tantissime prove evidente di quello che il movimento antiracing denuncia da decenni. A seguito del servizio inchiesta di RTE è stata presentata una proposta di legge al parlamento irlandese per vietare la pratica barbara di sopprimere greyhound mediante la pistola captiva o un colpo in testa e renderla un reato penale passibile di una multa fino a 5.000 euro o sei mesi di reclusione per condanna sommaria. La proposta è al momento al vaglio del parlamento.
 
La raccolta di prove, dati, foto, filmati, che dimostrano la crudeltà intrinseca e sistematica dell’industria della corse, cioè delle corse commerciali (racing e coursing) coi greyhound, legate al gioco d’azzardo, è un aspetto estremamente importante della lotta antiracing per i diritti dei levrieri, ai fini di ottenere cambiamenti culturali profondi, leggi che vietino le corse, l’introduzione e/o l’applicazione di pene certe e severe, l’effettiva condanna dei reati commessi.
 
Questa raccolta è stata importante in tante campagne conclusasi con una vittoria: per esempio quella che ha portato alla chiusura definitiva del Canidrome a Macao, il peggiore cinodromo al mondo, e al salvataggio dei 550 greyhound detenuti al suo interno, quella che ha portato a ottenere una legge che vieta le corse coi levrieri prima in Argentina e poi in Uruguay; nella lotta antiracing in USA, dove si è passati da una situazione in cui il greyhound racing era operativo nella maggior parte degli Stati, alla situazione attuale in cui 41 Stati hanno vietato il dog racing, compresa la Florida, roccaforte storica del greyhound racing, e soltanto 3 sono gli Stati in cui il greyhound racing è ancora legale e attivo: Texas (1), Iowa (1) e West Virginia (2) e sono rimasti soltanto 4 cinodromi operativi in tutti gli States. Il servizio inchiesta di RTE in Irlanda ha inferto colpi decisivi al declino del greyhound racing in Irlanda.
 
In conclusione, queste foto, come altre, che suscitano l’indignazione di molti di noi, sono tasselli importanti delle tante lotte e conquiste fatte in questi decenni dal movimento antiracing internazionale.
 
Dietro a queste foto e filmati c’è un importantissimo lavoro investigativo e di raccolta di prove, che è difficile e faticoso, sia per l’omertà che circonda il mondo del greyhound racing, sia per essere testimoni di crudeltà spesso legali, che sconvolgono e tolgono il sonno, sia per quello che si rischia. Ma ripetiamo è un lavoro essenziale e difficile.
 
Dietro ci sono persone, gruppi, e associazioni, che rischiano a livello personale e professionale, in difesa dei diritti dei levrieri per costruire un futuro sempre più possibile di rispetto e di leggi che vietano il racing, il coursing e la caccia a vista coi levrieri.

 

TRADUZIONE DELL’ARTICOLO  “Another day, another death: this man slaughters greyhounds on an industrial scale”, scritto dal giornalista Daniel Foggo il 16 July 2006 sul The Sunday Times.

Daniel Foggo, inviato del Sunday Times, è riuscito a documentare tramite un filmato nascosto e a denunciare l’uccisione di Clash Nitro e Rent A Flyer , mentre venivano condotti verso la morte a Seaham County Durham. Erano solo due dei 10.000 greyhound che David Smith ha ucciso con un colpo in testa con la pistola captiva, nel corso di 15 anni, nel mattatoio di Seaham.

 

Un altro giorno, un’altra morte: questo uomo macella levrieri su scala industriale

Sotto gli occhi dei suoi rottweiler alla catena, il barbuto e occhialuto Smith ha portato gli agili cani da corsa – uno un tigrato e l’altro nero con macchie bianche, in un capannone.
I due cani apparivano allegri e vigili come se sperassero che presto avrebbero potuto correre liberi. Ma pochi secondi dopo si sono sentiti due colpi secchi. Erano stati uccisi.

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Chiunque avesse lavorato in un mattatoio avrebbe riconosciuto i suoni come i colpi di una pistola a chiodo (pistola captiva) un’arma che spara una barra di metallo con forza sufficiente a rompere il cranio più duro.

Dal capannone i cani sono emersi morti sulla carriola insanguinata di Smith che li ha scaricati in una buca appena scavata su un lato del suo terreno da un ettaro prima di coprire la fossa di terra utilizzando una pala meccanica. Smith ha poi osservato per un momento con aria soddisfatta il suo terreno: dall’altra parte della recinzione le sue lattughe crescevano bene.

L’episodio è stato fotografato mercoledì da un fotografo del Sunday Times. Si è ripetuto il giorno dopo, questa volta con i levrieri che escono da un furgone bianco e da una Ford Mondeo argento prima di scomparire nel capannone di Smith per essere uccisi.

Questa scena si è ripetuta regolarmente in questo angolo appartato della città balneare di Seaham, nella contea di Durham, una strage che può essere portata alla luce oggi, per la prima volta, dopo l’indagine del Sunday Times.

Il mattatoio e il cimitero non ufficiale di Smith hanno tranquillamente lavorato con l’industria delle corse dei greyhound nel nord della Gran Bretagna per circa 15 anni. Il giornale ha calcolato che, in quel periodo, almeno 10.000 cani sono stati uccisi e sepolti nel terreno sul retro della casa. Prima di Smith, suo padre, ora ottantunenne, ha fornito lo stesso servizio.

Secondo un’informazione proveniente dall’interno del settore, si tratta di un segreto che gli addestratori e i proprietari di greyhound sono stati ben attenti a mantenere. Ci hanno detto:

“Uccidere solo due cani al giorno è per Smith una brutta giornata. Non è raro per lui ucciderne circa 40 al giorno e se qualcuno scavasse in quel giardino troverebbe qualcosa di simile ai campi di sterminio. Smith con questo lavoro ha trovato una miniera d’oro”.

“Questo servizio è per gli allenatori autorizzati che hanno 50 o 60 cani. I levrieri sono utilizzati per le gare del pomeriggio che si vedono in televisione. Questi cani hanno fatto fare ad un sacco di gente un sacco di soldi e non meritano di essere uccisi con un colpo in testa. E’ uno scandalo per il quale l’industria delle corse dovrebbe vergognarsi”.

Gli attivisti hanno a lungo sospettato che tale operazione fosse gestita da qualche parte in Gran Bretagna, ma non sono mai stati in grado di individuare dove.

La RSPCA dice che ogni anno circa 12.000 levrieri scompaiono senza lasciare traccia.

I greyhound, come corridori, hanno una vita breve. Una volta raggiunti i 3/5 anni, i greyhound da corsa, considerando un’aspettativa di vita dai 12 ai 14 anni circa, sono considerati troppo lenti per competere. Alcuni vanno nelle case private come animali domestici, in conformità con la politica ufficiale del National Greyhound Racing Club (NGRC), l’organo di governo del settore. Molti altri semplicemente scompaiono.

Debbie Rothery, che gestisce un rifugio per levrieri nel West Yorkshire, ha detto che migliaia di levrieri vengono uccisi ogni anno sotto il naso del NGRC.

E’ un sordido segreto che nessuno vuole conoscere, è giunto il momento che sia rivelato. La RSPCA ha detto che non hanno il tempo di perseguire coloro che abusano dei levrieri e il parlamento non fa nulla perché stanno facendo troppi soldi con questa industria.”

Le corse dei levrieri rappresentano un grande business, che ogni anno attrae 3,5 milioni di persone alle piste, con altri milioni che guardano le gare in televisione. Ogni anno ben 2,5 miliardi di sterline vengono scommesse e circa 70 milioni vanno al governo come imposta.
Negli ultimi anni, il settore ha aggiornato la sua immagine pubblica, aiutato da una copertura televisiva regolare e da proprietari famosi come Freddie Flintoff, il famoso giocatore inglese di cricket.

Tuttavia, lo scandalo dei cani scomparsi è rimasto nascosto e chi, all’interno del mondo delle corse ha tentato di esporlo, è stato rimosso.

Uno di loro è Pauline Harrison di Barnsley, proprietaria di un levriero, che si è scontrata con menzogne e vaghezza quando ha cercato di scoprire cosa era accaduto al suo campione Stormy Silver. Il cane aveva cinque anni quando nel 2002 Pauline ha deciso di ritirarlo dalle corse. Terry Dee, un allenatore registrato dello stadio Kinsley, una pista con licenza nei pressi di Pontefract, West Yorkshire, si è offerto di trovargli una nuova casa.

 “Me lo ha portato via, ma quando un paio di settimane più tardi, ho cercato di scoprire come Stormy Argento si stesse ambientando nella sua nuova casa, Dee non ha mai risposto. Alla fine sono andata al ricovero dove mi hanno detto che non avevano ricevuto cani da Kinsley2.
“Allora Dee ha detto di aver mentito e di averlo dato a una donna, ma ci sono volute settimane per ottenere il numero di telefono. Alla fine, ho parlato con questo presunto nuovo proprietario e lei mi ha detto che il cane stava bene. Ma Stormy Silver aveva un dito del piede mancante e quando le ho chiesto quale piede fosse, lei non ha saputo rispondere. Ha detto che avrebbe richiamato, ma dopo questa conversazione, il numero è diventato irraggiungibile. “

Anche i proprietari di alcuni degli altri 52 cani affidati a Dee vogliono sapere dove sono andati a finire i loro animali. Dopo che si sono lamentati, Dee è stato portato davanti alla NGRC e ha detto di aver dato i cani a stazioni di servizio autostradali, ma di non aver conservato gli indirizzi.

Gli è stata tolta la licenza di allenatore, ma gli ex proprietari ancora non sanno che cosa sia accaduto ai loro cani. Il sospetto è che Dee, scomparso alcuni mesi fa, li abbia portati a Smith. L’informatore all’interno del settore, ha dichiarato:

“Tutti sanno che i cani sono andati a finire là. L’inchiesta ha insabbiato tutto, una volta che Dee non era più un allenatore con licenza si sono disinteresssati a lui. Dopo essere stata informata del destino del suo cane dal Sunday Times Harrison ha detto: “E ‘orribile, mi era venuto il sospetto che fosse successo qualcosa di simile.”

Il Sunday Times ha iniziato la sua inchiesta dopo una soffiata da parte di un insider dell’ambiente corse che ha pensato fosse il momento di parlarne e porre fine a questa pratica. Un giornalista, fingendosi un proprietario che voleva disfarsi dei suoi cani, ha telefonato a Smith, la cui moglie Maureen ha risposto al telefono chiedendogli cosa volesse.

“Si tratta di alcuni cani”, ha detto il giornalista e si è offerto di richiamare. Lei lo ha interrotto bruscamente e gli ha detto in tono deciso: “Vuoi eliminare alcuni cani, vero? Nove e mezzo del mattino, dalla porta del giardino”. “Ogni mattina?” “Ogni mattina, ad eccezione della domenica.” ha detto la donna.

La settimana scorsa il giornalista si è presentata dagli Smith mentre altri due proprietari di cani, un uomo in jeans col berretto da baseball e una donna col gilet trapuntato stavano andando via insieme in un furgone blu cobalto.

L’appezzamento di terreno dove sono sepolti i levrieri macellati si trova su un altopiano appartato appena sotto il grande bungalow di mattoni rossi degli Smith. Nelle vicinanze c’è un ruscello in cui i resti dei cani in decomposizione potrebbero percolare, anche se è stato prosciugato la settimana scorsa.

Come Smith è uscito dal capannone dove si era appena interrotta la vita dei due cani, il giornalista gli ha detto che aveva otto levrieri da eliminare, Smith, che mai ha chiesto perché volesse ucciderli, ha risposto che non c’era problema ed è ritornato di corsa al suo lavoro di imprenditore edile.

Ha anche lamentato il fatto che molti dei suoi clienti erano recalcitranti a pagare la quota di £ 10 per ogni cane ucciso e ha aggiunto:

“Quando pensi che dal veterinario costa 60 o 70 sterline, che cosa devo fare? Onestamente devo dire che sto pensando di smettere “
“Penso che se continuano a lamentarsi per le 10 sterline ne chiederò 15. Non si deve chiedere lo sconto, a 10 sterline lo sto già facendo per niente”.
“Sto fornendo un servizio, perché l’amministrazione comunale e tutti coloro che vengono qui, la RSPCA. . . ci hanno pregato di non chiudere, perché se io chiudessi ci sarebbero cani ovunque per strada. “Le persone non pagherebbero le 50, 60 o 70 sterline ai veterinari, li abbandonerebbero per strada, questo è quanto mi hanno detto.”

E ha continuato a lamentarsi, dicendo che trovava l’uccisione senza fine “una seccatura”.


“L’ho fatto per molti anni, e mio padre prima di me e l’ho fatto e non mi dà fastidio. Comunque se dovessi chiudere domani chiuderei. E’ una seccatura. Per cosa? Per quel poco che guadagno”

Il giornalista ha suggerito che avrebbe potuto esaurire lo spazio per seppellire i cani, Smith ha indicato l’angolo più lontano del terreno e ha detto:

“Mi ci vogliono circa tre anni per arrivare là e quando ci arriverò potrò iniziare di nuovo qui, c’è rimasto solo qualche osso quindi non c’è problema”

La RSPCA ha negato di aver mai incontrato Smith. Un portavoce ha detto che queste uccisioni sono ingiustificate e non necessarie, ma non necessariamente illegali. Dal 1997, chiunque può possedere, senza permesso, una pistola a chiodo per uccidere gli animali, ma può essere perseguito se gli animali sono uccisi con crudeltà.

L’anno scorso la RSPCA, per ragioni non mediche, ha soppresso 1.045 cani, ma insiste sul fatto che si è fatto solo come ultima risorsa, una volta tutte le altre opzioni sono state esaurite.

“Questa è una triste riflessione sul settore delle corse dei levrieri, che dovrebbe cambiare il suo modo di agire”

ha affermato Steve Cheetham, portavoce veterinario del RSPCA.

“E ‘imperativo che l’industria finalmente ammetta che c’è un problema e lavori con le organizzazioni preposte per studiare urgentemente il modo di affrontare questa come una questione.”

Alistair McLean, capo esecutivo della NGRC, ha detto che l’industria delle corse ha contribuito a finanziare il ritiro di circa 3.000 dei 10.000 cani che smettono annualmente di correre sulle sue 30 piste ufficiali. Ma anche se richiedono agli allenatori di comunicare ciò che accade ai cani dopo il pensionamento, rendere i controlli rigorosi è molto difficile.


“La nostra politica è chiara, vorremmo che i cani venissero opportunamente reinseriti. I levrieri diventano degli splendidi animali da compagnia. E’ assolutamente contro le nostre regole utilizzare una persona come Smith”,

ha detto McLean.
Clarissa Baldwin, direttore esecutivo del Dogs Trust, ha detto:

“Uno delle nostre grandi battaglie con l’industria è che non hanno idea di cosa sta succedendo nel loro ‘sport’.”

Quando interrogato, Smith ha negato qualsiasi uccisione di cani, ma più tardi ha detto che stava facendolo solo per “fare un favore alla società” e che ha dato il ricavato in beneficenza. Ha anche affermato che la maggior parte dei cani erano malati o feriti. Ha rifiutato di stimare il numero di cani che aveva eliminato e ha detto che da qualche settimana non ne ha ucciso nessuno. E ha aggiunto: “Adesso ho smesso.”

Correre liberi
Molti levrieri sono tenuti in spazi angusti per gran parte della loro vita e, a volte, devono partecipare a diverse gare a settimana. Ci sono state accuse persistenti che alcuni sono drogati al fine di rallentarli in modo che i bookmakers offrano quote migliori la corsa successiva.

Un insider dell’industria, ha dichiarato:

“Ci sono molti modi per farlo – eccessiva alimentazione prima di una gara o somministrando beta-bloccanti. Invece, per farli correre più veloci danno loro cocaina, che funziona in pochi secondi”.

I critici affermano che gli allenatori possono aggirare i test antidroga.

Tre quarti dei levrieri da corsa in Gran Bretagna sono nati in Irlanda, dove l’allevamento e la loro esportazione è una grande industria. Sono pronti a competere a 16 mesi. Solo i pochissimi abbastanza veloci per partecipare alle gare più importanti ottenendo successi e notevoli premi in denaro saranno apprezzati e eventualmente passati alla riproduzione. Ma la maggior parte sarà adatta solo per le gare minori che costituiscono la maggior parte delle 71.000 corse che hanno luogo annualmente in Gran Bretagna.

“I cani delle gare del pomeriggio, sono fatti solo per correre, correre, correre”, ha detto l’insider. “Poi, quando si azzoppano o invecchiando perdono un po ‘di velocità, vengono tranquillamente eliminati.”

© Riproduzione riservata

Articolo originale: Another day, another death- this man slaughters greyhounds on an industrial scale

Fonte:

http://www.thesundaytimes.co.uk/sto/news/uk_news/article188329.ece
http://greytexploitations.com/in-remembrance/

 

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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