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Scompariranno i greyhound se viene bannata l’industria delle corse?

I levrieri appartengono ad una razza davvero antichissima, le cui origini risalgono all’antichità più remota, le prime testimonianze essendo comparse in antico Egitto circa 8.000 anni fa, e sono l’unica razza di cane ad essere nominata nella Bibbia. In confronto, l’industria delle corse iniziò negli USA nel 1919, e nel 1926 in Gran Bretagna: un batter d’occhio nel contesto della longevità della razza. Sarebbe dunque erroneo supporre che il racing sia mai stato la ‘funzione originale’ dei levrieri nel senso in cui lo erano invece le ‘funzioni’ delle razze di cane pastore o da guardia: i levrieri venivano invece usati soprattutto per la caccia e il coursing (la caccia a vista).



I proprietari di greyhound in Inghilterra cominciarono a registrare i propri cani nelle gare da ‘coursing’ nel 18esimo secolo – ma il concetto delle corse su pista circolare venne sviluppato solo dopo l’invenzione della lepre meccanica intorno al 1912 da parte di Owen Patrick Smith, il quale aprì la prima pista circolare nel 1919 ad Emeryville in California e in seguito altre 25 piste attraverso gli USA, da cui poi prese piede l’idea in Inghilterra con l’apertura del primo cinodromo britannico, Bellevue, nel 1926.

Prima degli anni ‘20, i levrieri adoperati per la caccia e il coursing venivano tenuti sia all’interno dei domicili stessi che nelle loro vicinanze, come testimoniano attraverso i secoli i numerosi dipinti di levrieri raffigurati sia in contesti domestici che in quelli da caccia, dimostrando chiaramente che erano cani considerati di gran valore non solo per le loro abilità venatorie ma anche come animali da compagnia e perfino come simboli di rango sociale, raffigurati spesso al fianco di nobili insieme al loro cavallo purosangue preferito. Ancor prima, le leggi forestali inglesi del 1014 ne avevano proibito il possesso a chiunque non appartenesse alla classe nobile o alla famiglia reale.

Nei secoli precedenti all’arrivo delle corse commerciali, come si vede nell’enorme varietà di dipinti pervenutici attraverso i secoli, i levrieri dovevano essere di necessità cacciatori abili e con grande resistenza fisica, in modo da poter affrontare con relativa incolumità terreni spesso difficili e irregolari. Però con il racing i requisiti dei greyhound subirono un cambiamento radicale, e nel corso del secolo scorso gli allevatori puntarono sempre di più sull’importanza della corsa a piena velocità in una sola direzione, selezionando i cani per la loro velocità, senza considerare altri fattori come la resistenza fisica o l’agilità, poiché la corsa su pista unica non richiede i cambiamenti repentini di velocità e direzione necessari invece quando i cani inseguono prede vive su terreni variati. Queste differenze nell’uso dei greyhound portarono inevitabilmente a delle differenze strutturali tra i cani allevati per il coursing, i cani da esibizione e i cani da corsa.

Foto d’epoca di levrieri negli anni ’20, probabilmente usati per il coursing, visti i dintorni.

Nel tempo, man mano che le corse diventarono l’attività principale più comunemente associata ai greyhound nel 20esimo secolo (oltre al coursing ancora praticato in Irlanda, ma bannato in Gran Bretagna), la razza continuò ciononostante ad esistere in parallelo nel mondo delle esibizioni canine, e i levrieri continuarono ad essere allevati sia come animali da compagnia che da esibizione, sia nei paesi con un’industria di corse commerciali che in quelli senza. Dunque, un tipo di levriero non associato all’industria è sempre esistito e anzi la precede – sebbene in ultima analisi tutti i tipi di levrieri condividano gli stessi antenati.

Perciò, non c’è motivo per supporre che il levriero non dovrebbe continuare ad esistere, poiché la continuata esistenza per lo meno del levriero da esibizione non è mai dipeso dall’esistenza o meno dell’industria delle corse ma, come per qualsiasi altra razza, dall’amore per la razza stessa e dal desiderio di vederla persistere nel tempo.

Esibizione del greyhound Broadwater Banker, vincitore del Crufts dog show nel 1910.

In tal contesto dunque, senza entrare qui nel merito delle differenze tra i levrieri da esibizione e quelli da corsa, la risposta alla domanda ‘scompariranno i greyhound se viene bannata l’industria?’ sarebbe, secondo logica, no – o comunque i levrieri non sono a maggior rischio di scomparire di qualsiasi altra razza di cane la cui popolarità di lunga durata è paragonabile a quella del levriero.

In effetti, la stragrande maggioranza dei cani domestici di qualsiasi razza furono allevati originariamente per una ‘funzione’ specifica da tempo scomparsa, eppure la maggior parte di questi cani vengono tuttora allevati e apprezzati come cani da compagnia. Infatti, quanti mastini napoletani vengono ancora usati come cani da combattimento nei colossei? Quanti dalmati come cani da carrozza, Rhodesian Ridgeback come cacciatori di leoni, Staffordshire Bull Terrier per il combattimento tra cani e tori, Setter irlandesi come cani da caccia o Pechinesi come cani da guardia di templi e palazzi?

Perfino i cani allevati ancora come cani ‘da lavoro’ come il Border Collie gallese, il pastore tedesco, lo Springer Spaniel e il Labrador vengono allevati anche come cani da compagnia.

Con l’eventuale scomparsa dell’industria delle corse, perché le cose dovrebbero andare diversamente per il levriero?

In Italia, dove non esiste più l’industria delle corse commerciali e dove l’ultimo cinodromo è stato chiuso nel 2002, i greyhound godono di grande popolarità come cani da compagnia, sia adottati come cani salvati dall’industria delle corse irlandese, sia allevati come animali da compagnia in Italia.

Tuttavia, se la domanda fosse ‘scomparirà il tipo di greyhound attualmente allevato per le corse se viene bannato il racing?’ la risposta probabilmente non sarebbe così chiara, poiché molto dipenderà dai paesi specifici e dagli allevatori attualmente al servizio dell’industria, che potrebbero scegliere o meno di continuare ad allevare greyhound ma in numeri notevolmente più ridotti e come animali di affezione, per coloro che apprezzano in modo particolare il temperamento tranquillo e docile di questo tipo specifico di levriero.

Molti ex greyhound da corsa infatti si sono rivelati straordinari cani da terapia in tutto il mondo, bravissimi sia con i bambini autistici che con gli anziani grazie al loro temperamento dolce, oltre ad essere compagni di vita favolosi, adatti a tutta la famiglia – come converrebbe chiunque abbia avuto la fortuna di adottarne uno.

In Gran Bretagna, molto dipenderebbe anche dalla situazione in Irlanda, dove nascono la maggioranza dei cani che gareggiano nel Regno Unito (circa l’83%), e da dove provvengono la maggior parte dei cani adottati in questo paese. Ciononostante, non sembrerebbe fantasioso suggerire che l’eliminazione progressiva del racing nel Regno Unito – e di conseguenza, la diminuzione della domanda per i greyhound da corsa dall’Irlanda e dunque la riduzione dell’overbreeding (eccesso di nascite) che accade in quel paese1 – potrebbe eventualmente portare allo stabilirsi di un piccolo numero di allevamenti gestiti da ex allevatori per l’industria disposti a diversificare, allevando invece i greyhound per il settore pet (animali di affezione).

In conclusione, data l’enorme popolarità dei greyhound ex racer come animali di affezione in tutto il mondo e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sempre più informata sulle doti di questi cani che vanno ben al di là della loro capacità di inseguire una lepre meccanica su una pista a beneficio dell’industria delle scommesse, la loro sopravvivenza come pet piuttosto che come racer dopo l’eventuale scomparsa dell’industria sembrerebbe logicamente, secondo la nostra analisi, avere uguali probabilità di successo a quelle di altre razze di cani la cui ‘funzione’ originaria è ormai scomparsa.

Dunque, è altamente probabile che la risposta alla domanda ‘scompariranno i greyhound se viene bannata l’industria delle corse?’ sarebbe no.

È certo comunque che l’eliminazione del racing, fatta in maniera responsabile e progressiva, metterebbe fine immediatamente alle sofferenze inaccettabili e alle morti premature di migliaia di cani ogni anno, anche secondo le statistiche dell’industria delle corse britannica. 

Isobel Deeley 

“Elegant Lady Walking her Greyhounds on the Beach” di Edmond Louis Dupain (1882)

 1) https://www.aagr.org.uk/2020/09/07/disappearing-dogs/

Articolo originale: 

Will greyhounds disappear if racing is banned?

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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