Quando un cane non è un cane? Quando è un greyhound irlandese
Vigorosa recensione dal titolo icastico “When is a dog not a dog? When it’s an Irish greyhound” del giornalista Peter Crawley sul The Irish Times al documentario investigativo “RTÉ investigates : Greyhound Running for their Lives”, andato in ondo su RTÉ One, mercoledì sera 26 giugno.
Assolutamente da leggere!
Di seguito la traduzione
Quando un cane non è un cane? Quando è un greyhound irlandese
Peter Crawley
Ecco un indovinello particolarmente raccapricciante: quando un cane non è un cane? La risposta, secondo un rapporto estremamente allarmante, è quando è un levriero.
Secondo la legge irlandese, queste creature magre e affamate non sono affatto classificate come cani, ma come animali da fattoria. Forse sono impressionanti per il controllo dei parassiti, o molto bravi a tirare minuscoli aratri, perché altrimenti non ha senso. Nessun altro animale da fattoria sarebbe stato trattato in modo così terrificante.
Molto prima che RTÉ investigates : Greyhound Running for their Lives (RTÉ One, mercoledì, 9.35pm) è terminato, si osservano scottanti prove della inimmaginabile entità di crudeltà che deriva dal trattare i greyhound come qualcosa di meno dei cani.
L’overbreeding in Irlanda, stimato a 16.000 nati ogni anno, crea un enorme surplus di greyhound, per un’industria delle corse in evidente caduta libera. I proprietari, gli spettatori e la pubblicità sono diminuiti di circa la metà negli ultimi anni. È dovuto alla disperazione, quindi, o all’abominio, che quasi 6.000 cani sani e “poco efficienti” vengono uccisi ogni anno?
Come animali da fattoria, i greyhound rientrano nelle competenze del Dipartimento dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e della Marina (Department of Agriculture, Food and the Marine) che stanzia quasi 17 milioni di euro di denaro dei contribuenti verso l’Irish Greyhound Board (IGB), l’organizzazione che sovrintende alle corse, al gioco d’azzardo e al benessere.
L’IGB, che ha reso pubblico un rapporto confidenziale una volta che RTÉ ne aveva ottenuto una copia, era a conoscenza dell’ampiezza dei problemi che il settore si trova ad affrontare da tempo. Questi includono cani scomparsi, il doping, il commercio internazionale non dichiarato e il massacro maligno e sofferente di animali.
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Se il rapporto di Conor Ryan pare esauriente, potrebbe essere perché prove schiaccianti non sono difficili da trovare. Trainer irlandesi di spicco sono stati accusati di reati di doping ma, con sanzioni poco significative, la recidiva è diffusa. I cani mutilati sono abbondanti, le loro orecchie tagliate via o bruciate con acido per impedire l’identificazione, perché, come un membro di un rifugio spiega, “è appena stato un corridore mancato”.
Il rapporto commissionato dall’IGB descriveva una popolazione di levrieri “fuori controllo”, in cui la soppressione diffusa “poteva minacciare l’esistenza stessa dell’industria” e occorreva un’azione per impedire “lo smercio dei cani scartati (dumping) a basso costo nel Regno Unito, che alla fine è sostenuto dal contribuente irlandese “. (Si veda Gerard Dollard, amministratore delegato dell’IGB, cavillare sui numeri al Claire Byrne Live.)
Il programma solleva facilmente i coperchi sulle pratiche del Coursing con le lepri vive, filmando gli incontri non sanzionati settimana dopo settimana a Whiddy Island, a cui partecipano figure di spicco della comunità.
Ma è più inquietante quando segue le conseguenze del dumping di cani in eccedenza o di vendite clandestine al di fuori del Regno Unito.
Quando nel 2016 è stato esposto il trasporto di 24 cani irlandesi al famigerato Canidrome di Macao, l’IGB ha ammesso “un enorme danno alla reputazione”.
Quando l’immagine si blocca in un punto – ma non il sonoro – quando un grey in Cina viene ucciso con un’ascia, o quando continua a contorcersi mentre un altro cane urlante è bollito vivo, ti chiedi quale reputazione chiunque coinvolto ha lasciato perdere.
Più vicino a casa, il commercio dei mattatoi è talmente flagrante che una macchina fotografica cattura la piena vista di uno sparo in testa ad un levriero, e il collare restituito al proprietario in attesa, mentre il cane si contorce a terra per diversi minuti fino alla sua morte.
Le corse coi levrieri, come lo stesso IGB si spera, hanno ragione di preoccuparsi per il loro futuro, perché dipendono dall’attirare nuovi fan e dal significativo sussidio governativo.
Per dirla in altro modo, questo è il nostro denaro, quelli sono i nostri cani. L’Irlanda, questo programma encomiabile ti ricorda, è uno degli ultimi otto paesi in cui si permette ancora le corse coi levrieri.
Forse è arrivato il momento di dare il colpo di grazia a questo misera faccenda.
Articolo originale
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