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Nei soli cinodromi del Queensland 1200 infortuni e 64 decessi di greyhound nel 2019.

I dati sul greyhound racing mostrano come ci siano stati più di 1200 infortuni e 64 decessi nei cinodromi del Queensland.

Di Rebeka Powell 29/01/20

Secondo i dati raccolti dalla Coalizione per la Protezione dei Greyhound (CPG), nel 2019 nel solo Queensland sono morti 64 greyhound e più di 1200 si sono infortunati.

Punti chiave:

  • Il presidente del CPG, Dennis Anderson, afferma che il modello di analisi si basa su decessi ed infortuni
  • Gli infortuni più comuni sofferti dai cani riguardano i garretti mentre affrontano le curve in pista
  • Guarire un infortunio ai garretti può costare fino a $4.000

Di questi 64 decessi, 23 si sono verificati all’Albion Park di Brisbane, 19 ad Ipswich, 11 a Townsville, 7 a Bundaberg, 3 a Rockhampton ed uno a Capalaba.

Il presidente del CPG, Dennis Anderson, ha dichiarato che gli incidenti avvenuti nel Queensland sono “significativi”:

Alcuni dei 64 cani uccisi nel corso del 2019 non avevano ancora compiuto due anni d’età, e sono morti per la fame di profitto e vittoria dei loro proprietari” ha detto il Sig. Anderson.

Il modello aziendale dell’industria del racing prevede che i cani muoiano o restino seriamente infortunati. Questo avviene anno dopo anno, nonostante le promesse da parte del governo e dell’industria stessa di fare ammenda per i propri errori e cambiare politica”.

Dalla lista compilata in base alle centinaia di relazioni ufficiali dei funzionari di gara, si evince che la ragione più comune per l’eutanasia sia l’infortunio “ai garretti”, che si riferisce ad un incidente alle caviglie dell’animale.

“E’ ciò che accade quando i cani si scontrano tra loro in curva alla velocità di 60 km/h, alcuni di essi si fratturano le caviglie” ha spiegato il sig. Anderson.

Ad una gara disputata ad Ipswich l’8 giugno 2019, due cani furono soppressi in seguito a questo tipo di infortunio.

I cani vengono soppressi nonostante gli “infortuni guaribili”

Nella maggior parte dei casi, il Sig. Anderson afferma che gli infortuni non siano mortali, se ben curati, ma ciononostante la maggior parte dei cani viene soppressa.

un infortunio al garretto/caviglia è curabile, i veterinari dicono che può costare circa $ 4.000 risistemare la caviglia, ma gli addetti ai lavori dell’industria non hanno intenzione di spenderli perché non c’è garanzia che il cane possa tornare a correre in modo competitivo” ha aggiunto.

Le informazioni recuperate dal CPG sono presenti nelle relazioni dei funzionari ufficiali di gara, ma secondo l’associazione non è stato facile decifrarle.

“Nel Queensland né il governo, né l’industria rilasciano questo genere di informazioni, e questo è disonesto quando sono coinvolti milioni di dollari dei contribuenti, per non parlare dei $ 39 milioni recentemente destinati alla costruzione del nuovo cinodromo di Ipswich” ha spiegato Anderson.

Ha poi citato la Commissione Benessere ed Integrità dei Greyhound del Nuovo Galles del Sud, che ha pubblicato le sue relazioni su infortuni e decessi, in aggiunta ai soliti rapporti annuali. Anderson ha concluso dicendo di non conoscere alcuna ragione per cui il Governo del Queensland e l’ente corse non abbiano ancora reso pubbliche tali informazioni.

Sono necessarie maggiori misure di sicurezza

A lungo termine, il CPG vuole la chiusura dell’industria del greyhound racing, ma nel breve periodo chiede l’introduzione di una serie di misure per ridurre il numero degli allevamenti, i decessi e gli infortuni. Tra le disposizioni previste, il CPG vuole creare piste più sicure, riprogettandone la struttura e le attrezzature usate per allontanare i cani dalle curve e binari dove capitano più spesso gli incidenti.

“Piste in rettilineo, la riduzione delle corsie da 8 a 6, ed una lepre meccanica situata nel centro della pista, anziché di lato lungo il binario” ha detto Anderson. “Nel Queensland c’è sono una pista in rettilineo, a Capalaba (dove nel 2019 si è verificato un solo decesso)”.

Il CPG afferma che negli altri stati e territori il numero di decessi ed infortuni in pista è stato simile alle statistiche raccolte nel Queensland. Un portavoce dell’ente corse ha dichiarato che le strategie per ridurre infortuni e decessi sarebbero oggetto di “studio” e “attuazione”. “Questo prevede la collaborazione con la Commissione Integrità del Queensland Racing (QRIC) per rivedere i protocolli veterinari in corso e il Racing Meeting Injury Scheme” ha aggiunto il portavoce.

“Le iniziative già adottate dal Racing Queensland (ente corse) prevedono una maggiore vigilanza sull’analisi degli infortuni (cause ed effetti), lo sviluppo di conferenze per i direttori di gara, e la standardizzazione delle procedure sulla manutenzione delle piste, la metodologia di preparazione e l’uso delle attrezzature.

“Attualmente meno del 3% delle partenze disputate nelle piste del Queensland si sono concluse con incidenti, e la maggior parte dei cani coinvolti in essi hanno potuto tornare a gareggiare dopo due settimane”. Il portavoce ha anche detto che le relazioni dei funzionari di gara sono accessibili sul sito.

Analogamente il commissario del QRIC, Ross Barnett, ha detto che le informazioni sono disponibili alla fine di ogni gara. “Tutti i dati su infortuni e decessi di greyhound vengono registrati nelle relazioni degli ufficiali di gara del QRIC che sono documenti pubblici disponibili sul sito web del Racing Queensland al termine di ogni corsa” si legge in una dichiarazione.

Anche il ministro del Queensland Racing, Stirling Hinchliffe, ha detto che il governo starebbe adottando misure per rendere l’industria più sicura. “Il governo Palaszczuk prende molto seriamente il benessere di tutti gli animali, per questo stiamo attuando le raccomandazioni ricevute dalla Commissione d’Inchiesta sull’Industria del Greyhound Racing del Queensland per renderlo più sicuro” ha spiegato Hinchliffe.

“L’inchiesta è stata condotta da Alan MacSporran, e sono state stabilite due raccomandazioni importanti per la Commissione Integrità del Racing nel Queensland, oltre ad assicurare che i dati sugli infortuni agli animali vengano resi pubblici. Entrambi gli obbiettivi sono stati raggiunti”

Il Sig. Hinchliffe ha concluso dicendo che la proporzione dei greyhound soppressi a bordo pista è di “circa l’1%”.

©Petlevrieri 

https://www.abc.net.au/news/2020-01-29/greyhound-racing-see-64-deaths-1200-injuries-on-qld-tracks

 

 

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
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