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La realtà dei greyhound in Irlanda

Alcuni sostengono che in Irlanda i greyhound da corsa sarebbero tenuti bene e sarebbero atleti. La realtà è molto diversa.

Il numero di cucciolate registrate in Irlanda è passato da 3003 del 2010 a 3190 nel 2013. A una media di circa 6,4 cuccioli per cucciolata, media per difetto, questo vuol dire 20.400 cuccioli nel 2013. I dati, nel caso dell’Irlanda non sono mai precisi, a causa della reticenza dell’ente corse, che, per esempio, non registra i cuccioli singolarmente ma le cucciolate.

Di questi 20.400 greyhound, 6203 sono stati registrati per le corse in UK, sempre nel 2013. Il numero di greyhound irlandesi usati in UK è diminuito in assoluto, erano 7640 nel 2006, ma è aumentato in percentuale: 76% nel 2006, 83% nel 2013.

Il numero dei greyhound registrati per l’industria in Irlanda nel 2013 è stato di 4280.

Sempre nel 2013, il numero di greyhound uccisi nei pound, i canili irlandesi, è stato di 427.

Il numero di greyhound che hanno trovato casa attraverso il programma dell’ente corse è stato di poco superiore a 420, molti meno dei 680 dichiarati nel 2011.

Dunque, facciamo i conti: 20.400 cuccioli nati nel 2013, meno 6203 registrati in UK, meno 4280 in Irlanda, meno 427 uccisi nei pound, meno 420 adottati attraverso l’industria, meno una manciata di cani adottati al di fuori dell’industria, fanno circa 9000 greyhound SPARITI NEL NULLA, inghiottiti dal buio. Ma a questa cifra vanno aggiunti altri cani: quelli che escono dal circuito e sono soppiantati da quelli che entrano. Dunque se il numero dei cani che corrono rimane pressoché invariato dobbiamo calcolare altri 4000 cani circa. Possiamo realisticamente ritenere che il ricambio dei greyhound in carriera sia di circa il 50% annuo, dal momento che possiamo stimare in due anni la durata media della carriera di un corridore.  Dunque ne entrano 2.000 circa e non 4.000 circa, ne escono 2.000 circa e non 4.000, ma il saldo rimane invariato, circa 4.000 in più. Quindi i greyhound SPARITI NEL NULLA in Irlanda nel 2013 sono stati circa 13.000.

Come si vede dai dati, non solo, malgrado la crisi economica, si continuano a sfornare cucciolate su cucciolate, ma il numero dei greyhound che l’industria è in grado di riaccasare è diminuito. L’industria trova una nuova casa al 5% dei greyhound che nascono ogni anno. Una miseria. Questo perché il programma è finanziato attraverso le vincite delle corse, quindi la diminuzione dei profitti genera la diminuzione delle adozioni.

Molti cani continuano a infortunarsi seriamente in pista e questo generalmente implica la loro soppressione, anche se potrebbero essere curati.

Irish Greyhound Spotlight ha seguito 144 cani nelle corse del sabato sera in Irlanda da febbraio a marzo del 2014: di questi 36 non hanno più corso a causa degli infortuni.

Nel cinodromo di Drumbo Park, in Irlanda del nord, 4 greyhound sono stati distrutti in una sola notte.( http://greytexploitations.com/resources-and-reports/4-dogs-destroyed-at-drumbo-park-in-one-night)

Che fine fanno i greyhound che spariscono? Qualche esempio è dato dai ritrovamenti di greyhound in decomposizione presso Limerick nell’aprile 2012 o Kilcorkey nel maggio del 2013. Altri greyhound vengono mutilati alle orecchie e abbandonati, come successo a Norman, in Irlanda del nord. (http://greytexploitations.com/resources-and-reports/norman-brutally-mutilated-and-dumped) o abbandonati in condizioni spaventose come accaduto a Tamara, la greyhound di quattro anni di Limerick Animal Welfare.

Un recente report di League Against Cruel Sports (Lega contro gli sport crudeli) e GREY2K USA Worldwide ha rivelato che l’università di Dublino ha acquistato e ucciso un totale di 212 greyhound in un arco di tempo di 6 anni.

Quanto è accaduto circa i cani ritrovati a Limerick è emblematico del fallimento delle presunte politiche di welfare dell’industria. L’industria delle corse in Irlanda si autoregola, cioè se le canta e se le suona, e questo in virtù del Greyhound Welfare Act del 2011. Attraverso i tatuaggi, usanza barbara dell’industria che si autoregola e che non usa il microchip, si risale a John Corkery, proprietario di due cani, che dichiara di averli ceduti a un altra persona, di cui rifiuta di dare il nome, per sbarazzarsene. John Corkery viene condannato al pagamento dell’ingente (!) somma di 800 euro (!) per omessa denuncia del cambiamento di proprietà.

Come passano il loro tempo i restanti greyhound, i presunti “atleti”?

Privati del gioco da cuccioli, spesso tenuti quasi tutto il giorno in gabbia con la museruola, allenati per la gara e deprivati del resto.

I greyhound in Irlanda sono ingranaggi dell’industria e sono classificati come beni agricoli, sono come i trattori. Ma mentre quando si rompe un trattore è conveniente aggiustarlo, non è così per il greyhound non più competitivo. Costa molto meno sbarazzarsene. L’industria parla di welfare, ma parlare di welfare fino a quando i greyhound saranno considerati oggetti è privo di senso, oltre che irrealistico.

Questa è la situazione reale dei greyhound in Irlanda, una condizione spaventosa che ha precisi responsabili, cioè tutti gli allevatori, i trainer, i proprietari, gli scommettitori, cioè l’industria gestita dall’IGB, Irish Greyhound Board.

Massimo Greco

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
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