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La messa al bando del racing in Florida: fatti e finzioni.

La messa al bando del racing in Florida: fatti e finzioni

di Fred Barton, membro del consiglio di GREY2K USA Worldwide

14 novembre 2018

Il referendum è terminato. I voti sono stati scrutinati e la stragrande maggioranza della popolazione della Florida ha deciso di liberare i greyhound innocenti da sfruttamento, infortuni inutili e morti dolorose. Quando ad aprile l’Emendamento 13 è stato ammesso al referendum, in Florida c’erano 12 cinodromi attivi.

A Miami una struttura ha deciso di chiudere prima delle votazioni. Altre 4 molto probabilmente chiuderanno per sempre alla fine dell’anno.

Il numero di cani in Florida è in continua evoluzione, ma ad ottobre ne risultavano registrati 3.700 attivi (che gareggiano regolarmente) che continueranno a correre anche nei prossimi due anni di eliminazione graduale dei cinodromi come previsto dall’Emendamento 13.

Alcuni cani saranno inviati in altri cinodromi al di fuori del paese e altri venduti ad allevamenti del Midwest. Ammettiamolo, questa è un’industria che cercherà di trarre il massimo profitto fino all’ultimo sulle spalle di questi greyhound innocenti. Questa realtà non cambierà mai. Va osservato che i sostenitori del racing continuano ad affermare che, con la fine del dog racing, tra 8.000 e 10.000 greyhound non avranno più una “casa”. Certamente chi tra noi è stato in quei magazzini di cemento conosciuti come kennel sa bene che questi greyhound non hanno mai avuto una casa a cui ritornare.

Durante la campagna per l’approvazione dell’Emendamento 13, gli allevatori di greyhound si sono affidati ad una strategia fondata su dissimulazione, negazione e distrazione per nascondere la crudeltà al centro dei loro affari. Non ha funzionato. L’Emendamento 13 è stato approvato con il 69% dei voti a favore, un risultato che prescinde dall’appartenenza ai diversi partiti politici, dalle aree geografiche e dal reddito. Sembra che con questo referendum i cittadini della Florida siano stati d’accordo su una cosa, che il greyhound racing debba essere vietato.

Tuttavia niente di tutto questo sembra aver avuto ripercussioni sull’industria del racing, con gli apologeti del racing che cercano ancora di rifilare le solite versioni distorte trite e ritrite, mezze verità e fantasie che non li hanno portati da nessuna parte alle elezioni.
Diamo un’occhiata ad alcune di quelle più popolari:

Affermazione #1. La razza dei greyhound si estinguerà. E’ una sciocchezza. I greyhound sono tra le razze più antiche al mondo, l’unica citata nella Bibbia. Il dog racing esiste solo da 87 anni. Inoltre oggi molte razze canine non sono più utilizzate per quello per cui originariamente erano allevate. La maggior parte dei Border Collie non raduna le greggi; i Terrier non danno la caccia ai topi, i Barboncini non cacciano le anatre né fiutano i tartufi eppure sembrano passarsela tutte molto bene. Aspettarsi che i greyhound scompaiano a causa della fine del dog racing è come credere che i cavalli si estingueranno dopo l’invenzione del motore a combustione interna. I greyhound sono compagni di vita meravigliosi. Non c’è ragione per credere che la loro conversione ad animali da compagnia a tempo pieno possa essere diversa da quella di altre razze per cui la funzione originale è diventata obsoleta.

Affermazione #2. Migliaia di greyhound saranno soppressi perché non ci saranno abbastanza famiglie adottive. Semplicemente no. Ci sarà un maggiore afflusso di greyhound che entreranno nel sistema delle adozioni, ma questo non accadrà prima della fine del 2020.
Fino ad allora il flusso di cani provenienti dai cinodromi probabilmente risulterà inferiore a quello di sempre, perché cinque cinodromi sono già fuori dai giochi. Inoltre l’industria vanta la collaborazione con ben 102 associazioni approvate e pronte a prendersi cura dei cani appena saranno resi disponibili. Questo elenco non include il gran numero di associazioni che sono state inserite in lista nera perché anti-racing, ma che sono pronte, disponibili e in grado di prendersi cura dei cani, se solo fossero autorizzate. Con quella che sembra essere un’estrema dimostrazione di egoismo, alcuni esponenti dell’industria non solo non rinunceranno ai loro cani affidandoli ad associazioni dichiaratamente anti-racing, ma preferiranno tenerseli piuttosto che affidarli anche a singole persone che ne facciano richiesta di adozione, se la loro posizione non è pro-racing. Tutto questo rende alquanto ipocrita la loro preoccupazione verso il futuro di questi poveri cani in cerca di casa.

Affermazione #3. Si creerà un massiccio scompiglio economico. Di nuovo, semplicemente non è vero. La Florida è la quarta maggiore economia del paese con un PIL nel 2017 di $ 967,3 miliardi. Attualmente, per regolamentarlo, il greyhound racing costa allo stato più di quel che produce in tasse. La maggior parte degli impieghi nel dog racing sono part-time, con salari bassi e senza alcuna agevolazione. Nessuno vuole assistere a licenziamenti, ma nulla fa presuppore ad un danno economico diffuso derivante dalla probabile fine del dog racing. Attualmente i cinodromi perdono $ 34 milioni all’anno per organizzare le corse dal vivo, mentre radere al suolo questi vecchi cinodromi, rimpiazzandoli con nuovi hotel, sale concerti ed altro porterebbe ad una crescita sul fronte occupazionale.

Affermazione #4. L’Emendamento 13 era solo la punta dell’iceberg. La caccia e la pesca saranno le prossime. Questa affermazione assurda è stata diffusa dalla NRA (Associazione nazionale dei produttori di armi), un’organizzazione così paranoica ed impaurita da qualunque cambiamento che sono sorpreso che non abbiano rilasciato una dichiarazione in cui condannano il cambio di stagione come fosse una minaccia. L’Emendamento 13 riguardava il greyhound racing e solo quello. La Corte Suprema della Florida ha deliberato che la fine del racing era l’unico scopo e obiettivo dell’emendamento. Saltare dal racing alla caccia, alla pesca e alle armi era più una strategia dettata dalla disperazione dell’industria che un esito logico e probabile.

Penserete che, dato il grande fallimento riscontrato alle urne, gli interessi pro-racing cercheranno un diverso approccio adesso che gli elettori si sono espressi in modo così netto. Ripensateci. Nella loro mente, è quasi come se il referendum non fosse mai avvenuto. Rifilano sempre gli stessi discorsi distorti, argomenti già smascherati in passato ed attacchi personali che non li hanno portati da nessuna parte durante la campagna. Dipenderà da quelli tra noi che hanno davvero a cuore il benessere dei greyhound assicurare che essi abbiamo finalmente la seconda chance di una vita migliore che meritano.

©Pet levrieri 

Articolo originale: 

http://blog.grey2kusa.org/2018/11/florida-racing-ban-facts-and-fiction.html

Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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