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Indagine PETA: Texas, Greyhound scartati dalle corse tenuti prigionieri, maltrattati e sfruttati per il loro sangue

L’organizzazione per i diritti degli animali Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) ha realizzato in incognito un’indagine presso un allevamento lager di Cherokee, Texas, che fa affari come The Pet Blood Bank, Inc. 

L’indagine mirava a raccogliere prove degli abusi in atto. Sono state ottenuti un video e una serie di fotografie che mostrano 150 greyhound, disperati e spaventati, imprigionati in un capannone fatiscente e lurido, in una condizione di grave abbandono e maltrattamento. 

Questo allevamento  è a tutti gli effetti una fabbrica di greyhound allevati esclusivamente per produrre prodotti sanguini che sono da tempo distribuito dalla Patterson Veterinary Supply, Inc.

L’indagine sotto copertura ha avuto l’obiettivo appunto di raccogliere prove schiaccianti degli abusi in atto da segnalare alle autorità competente e da portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. In Texas il greyhound racing, cioè lo sfruttamento dei greyhound per le corse commerciali, è ancora legale e i greyhound non godono dei diritti previsti per gli animali d’affezione, non sono tutelati dalla alcuna legislazione federale che li protegga e ne garantisca il benessere e la sicurezza.  Questo fa sì che i greyhound possano essere maltrattati e morire o essere soppressi durante la loro carriera di racer e possano poi subire questi tipi di abusi ulteriori una volta che sono scartati come racer. L’obiettivo di questa indagine della PETA è ottenere massima risonanza mass-mediatica e lo sdegno collettivo dell’opinione pubblica mondiale così da indurre

A) la Patterson Veterinary Supply 

  1. a interrompere ogni rapporto d’affari con The Pet Blood Bank,
  2. finanziare immediati controlli veterinari, esami, cure, trasporto e recupero di tutti i cani detenuti nella in questo allevamento lager.

B) la The Pet Blood Bank

1) rilasciare tutti i loro greyhound per poter prestare loro cure veterinarie immediate e assistenza.

2) a non tenere più prigioniero nessun animale e ad acquistare il sangue che commerciano solo da donazioni volontarie come dichiarato dal loro sito web.

Vi è già una rete di associazioni animaliste e rifugi pronti ad aiutare per trovare una adeguata famiglia adottiva a questi 150 greyhound.

Riportiamo di seguito la traduzione in italiano del comunicato ufficiale PETA, che rileva le prove raccolta del maltrattamento in atto.

Greyhound scartati dalle corse tenuti prigionieri, maltrattati e sfruttati per il loro sangue

Tenuti costantemente segregati in un vecchio capannone per l’allevamento di tacchini ci sono circa 150 greyhound: molti di loro sono già stati sfruttati, maltrattati e poi scartati dalla famigerata industria del dog racing, e trascorrono le loro giornate girando compulsivamente in tondo, saltando su e giù, piangendo e nascondendosi alla vista dentro vecchi contenitori per prodotti chimici che fungono da unico riparo.

In un canile che fa affari con il Pet Blood Bank Inc., di Cherokee in Texas, questi animali che hanno già dovuto subire numerose privazioni nel corso di tutta la vita, vengono sfruttati per prodotti emoderivati che vengono poi distribuiti dalla Patterson Veterinary Supply Inc., una grande azienda che solo nel 2016 ha fatturato quasi 3 miliardi di dollari.

Una reclusione in solitaria e gravi privazioni Con poche eccezioni, i greyhound vengono isolati completamente in gabbie insalubri e sporche, prive di ogni minimo comfort.

I cani vengono privati di tutto ciò che per loro è naturale e importante, compreso l’esercizio fisico, la compagnia di simili e dell’opportunità di trovare una famiglia. Dalla noia e disperazione scavano sul fondo delle gabbie o masticano i bordi luridi delle vecchie cisterne per prodotti chimici che fungono da riparo, rendendoli affilati, col rischio poi di ferirsi.

Alcuni cani si muovono compulsivamente girando in tondo, saltando su e giù e piangendo quando qualcuno si avvicina. Altri sono così terrorizzati da andare a rintanarsi tremanti e facendosela letteralmente addosso dalla paura.

Totale mancanza di cure veterinarie di base e assistenza in casi di emergenza All’inizio del 2017 molti dei cani avevano le unghie così lunghe da incurvarsi verso i cuscinetti delle zampe, storgendone le dita e costringendoli a zoppicare. Nessuno si occupa di tagliarle periodicamente, così come non viene prestata alcuna cura alla loro dentatura, neppure in casi di emergenza. Per questo ci sono casi di gengiviti, eccesso di tartaro, e recessione gengivale, che provocano molto dolore e difficoltà nel mangiare.

I greyhound sono molto sensibili agli sbalzi estremi di temperatura e soffrono costantemente il caldo torrido estivo del Texas e il freddo intenso in autunno e inverno. Alcuni cani hanno piaghe profonde nei quarti posteriori per lo stare sdraiati a lungo su superfici dure, non avendo grasso corporeo ad attutirle.

La gestione della struttura nega loro qualunque tipo di assistenza veterinaria per ferite gravi, infezioni e altro. Negli ultimi mesi due cani sono stati trovati morti nelle loro gabbie, con gli abbeveratoi completamente asciutti.

A metà anno sono state scoperte quotidianamente fino a 400 zecche addosso ai cani. In un goffo tentativo di controllare l’infestazione di parassiti, gli inservienti hanno spruzzato addosso ai greyhound un termiticida da usare solo su piante ed edifici. il prodotto chimico ha causato la formazione di bolle su tutto il corpo degli animali e irritazioni agli occhi.

Emorragie frequenti, gestione rude Gli operatori hanno l’abitudine di catturare i cani terrorizzati con un bastone con cappio incorporato e trascinarli a fatica per almeno 20 metri verso una roulotte parcheggiata nella proprietà per prelevarne il sangue.

Vengono tenuti rinchiusi in gabbie fino a tre ore consecutive, a volte anche sotto il sole cocente senza acqua e con la museruola addosso, prima e dopo esser stati dissanguati. Nella roulotte gli operatori prelevano fino al 20% del volume totale di sangue in corpo. Alcuni si indeboliscono a tal punto da dover esser trasportati in spalla fino alle gabbie.

Gli emoderivati vengono poi spediti alle cliniche veterinarie che sicuramente non hanno la minima idea che la loro fonte di approvvigionamento sia una fattoria/banca del sangue insalubre e che maltratta i cani. Infatti la Pet Blood Bank sul loro sito internet afferma che i loro prodotti sono ottenuti da donatori volontari, invitando tutti a donare il sangue del proprio cane per aiutare quelli malati, non esitando a contattarli per questo, anche se non forniscono alcun numero o riferimento.

A rischio le vite di altri cani? Non solo le condizioni di vita di questa banca del sangue sono così crudeli per i cani detenuti, ma possono anche mettere a repentaglio la vita dei cani che ricevono il loro sangue.

Infatti i cani che ricevono le trasfusioni di solito sono anemici, con urgente bisogno di sangue, oppure in condizioni critiche. I loro veterinari si aspettano che il sangue trasfuso provenga da cani donatori che siano sani e non maltrattati, feriti e costretti a vivere in mezzo a ratti, serpenti, zecche e pulci, tutti animali portatori di malattie facilmente trasmissibili per via sanguigna.

Potete fermare tutto questo! Unitevi alla PETA per chiedere che la Patterson Veterinary Supply acquisti i suoi emoderivati animali esclusivamente da cani curati che vivono in casa coi loro proprietari, non animali tenuti prigionieri. E per esortare la compagnia, che fa parte della Patterson Companies, Inc., un gruppo di 500 aziende, a riconsiderare i suoi rapporti d’affari con la The Pet Blood Bank, oltre che finanziare immediati controlli veterinari, esami, cure, trasporto e recupero di tutti i cani detenuti nella struttura.

Chiederemo anche che i responsabili della The Pet Blood Bank rilascino tutti i loro greyhound per poter prestare loro cure veterinarie immediate e assistenza. Faremo pressione affinché si impegnino a non tenere più prigioniero nessun animale e ad acquistare il sangue che commerciano solo da donazioni volontarie come dichiarato dal loro sito web.

@riproduzione riservata Articolo originale:
Discarded Greyhounds Imprisoned, Neglected, and Farmed for Their Blood

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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