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Il greyhound racing condanna i cani ad una vita di miseria e dolore per il profitto

Il greyhound racing condanna i cani ad una vita di miseria e dolore per il profitto

di Niamh Walsh 30/06/2019 su EVOKE.ie

C’è il male alla base di questo:

“E’ stata un’istantanea cruda e inquietante, un riassunto devastante dell’industria del greyhound racing in Irlanda”.

Mercoledì sera è andato in onda il documentario della RTE: “Greyhounds: Running for their Lives”, una coraggiosa ma brutale indagine sull’industria del racing che ha rivelato l’abitudine diffusa di uccidere i greyhound che non danno prestazioni soddisfacenti.

Le immagini di cani uccisi, bolliti, drogati e abbandonati ci hanno scioccato quanto l’orrore, la crudeltà, la criminalità e l’avidità scoperti in una parte di questa industria.

L’IGB è riuscita subito ad uscire dalla trappola sostenendo come questi maltrattamenti al migliore amico dell’uomo sarebbero stati commessi solo da una “minoranza”.

Ma 6.000 cani all’anno uccisi perché troppo lenti smentisce questa affermazione secondo cui gli orrori mandati in onda sarebbero azioni di una “minoranza”. Nessuno se l’è bevuta.

In effetti questi sono solo i dati ufficiali, ma le associazioni di volontariato che recuperano le ossa rotte di questi cani abbandonati come spazzatura affermano che il numero realistico è molto più elevato, arriva a 10.000 visto che “molti cani non vengono mai registrati”.

Il documentario sconvolgente è stato realizzato nel corso di 8 mesi, setacciando centinaia di documenti, le pietose immagini riprese in segreto rivelano la verità spiacevole sull’industria del dog racing.

Uno “sport” che vede stupendi animali dall’animo gentile condannati ad un’esistenza di miseria, dolore e infine ad una morte crudele per il profitto di chi li sfrutta.

RTE Investigates: Greyhounds Running for Their Lives
Broadcast: Wednesday 26 June at 9.35pm RTE One.

E’ davvero curioso che proprio questa settimana, tra tutte, il Ministro in carica Michael Creed abbia scelto di annunciare l’introduzione di un divieto fortemente contrastato sugli allevamenti di pellicce in Irlanda. Davvero nobile, premuroso e tempestivo da parte sua Ministro Creed.

Questa “buona notizia” dovrebbe essere vista esattamente per quello che è, una mossa cinica per distrarre l’attenzione dagli orrori e dalle critiche meritate che lui sapeva avrebbe dovuto affrontare.

Dalla messa in onda del documentario lunedì, il Ministro dell’Agricoltura è rimasto in silenzio, quindi ricapitoliamo alcuni dei punti salienti, in caso se li fosse persi.

I greyhound irlandesi vengono esportati in Cina dove gli ex racer finiscono bolliti vivi in mercati della carne di cane, le loro urla disperate hanno lasciato alcuni spettatori talmente sconvolti che non sono riusciti a continuare a vedere il documentario.

Un filmato ripreso dal vivo delle corse illegali ritrae alcuni uomini sbavare con gioia mentre la povera lepre viene fatta a pezzi dai cani.

La visione più triste è stata quella di una greyhound che aveva corso la sua ultima gara, facendo guadagnare poche centinaia di euro al suo proprietario che poi l’ha condotta in un mattatoio illegale dove per soli 10€ veniva uccisa con un colpo di pistola.

Il cane se la faceva letteralmente addosso dalla paura, mentre il proprietario attendeva fuori nella sua auto la restituzione del collare, per risparmiare i soldi di uno nuovo da comprare, e l’ultima scena la vede contorcersi in agonia nei suoi ultimi istanti di vita, mentre il suo padrone si allontana in macchina. Che eroe.

Questo macello illegale era uno dei 15 che si era offerto di sparare a morte a greyhound, cosa vietata per legge in Irlanda.

Il Ministero dell’Agricoltura ha i nomi di queste persone, dovrebbero fare irruzione in questi posti mentre ne parliamo, ma nell’attesa non dovremmo trattenere il fiato.

Negli ultimi 16 anni l’industria del greyhound racing ha ricevuto un quarto di miliardo di euro in sovvenzioni pubbliche, ma sta alle nostre associazioni di volontariato raccogliere i pezzi finanziariamente, fisicamente ed emotivamente.

Pensate a quanto poteva essere fatto con quel quarto di miliardo di euro per organizzare operazioni salva vita o per salvare migliaia di bambini dalla povertà estrema.

La vista di questi greyhound dall’animo gentile obbligati a correre letteralmente per la loro vita, spediti in Cina per essere bolliti vivi o massacrati con un proiettile in testa dovrebbe essere abbastanza per una nazione da dire: “ora basta”.

Lunedì abbiamo visto dove sono finiti i soldi duramente guadagnati delle nostre tasse: nell’immondizia, assieme ai greyhound massacrati.

Scaricati, uccisi e gettati come spazzatura.

 

OPINION: Greyhound racing condemns dogs to lives of misery and pain for profit

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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