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Il destino dei greyhound dopo il voto in Florida

Ora che gli elettori della Florida con una maggioranza schiacciante hanno decretato la fine dello sfruttamento dei greyhound, dando un colpo mortale al greyhound racing nello Stato in cui è nato, e probabilmente in tutti gli USA, quelli che hanno difeso lo sfruttamento dei levrieri continuano a straparlare e a gettare discredito su quella che forse è stata la più grande campagna in difesa dei levrieri fino a questo momento.

Rescue, associazioni e personaggi più o meno legati all’industria, negli USA e non solo, invece di celebrare e festeggiare stanno  facendo il consueto lavorio di insinuazione e di false informazioni. D’altra parte molti di questi hanno fatto campagna contro la fine delle corse in Florida, mentre altri ancora non hanno fatto nulla se non stare a guardare con scetticismo e un po’ di timore. Perché come abbiamo già detto, i circuiti di adozione legati all’industria hanno bisogno dell’industria per il loro business e la fine delle corse rappresenta la fine del business.

Una prima strategia è quella di sparare numeri a caso, naturalmente in eccesso, circa il numero dei cani che dovranno essere dati in adozione. Circola addirittura il numero di 15.000, un numero completamente sovrastimato. Il Washington Post, non proprio il giornaletto di quartiere, indica un numero di circa 6000 cani, mentre altre fonti riportano la cifra di circa 3700 cani al mese di ottobre. Dunque numeri lontanissimi da quelli che i pro-racing fanno circolare per creare allarmismo.

Una seconda strategia è quella di rovesciare la responsabilità circa il destino di questi cani, come se il problema della loro adozione nascesse dalla fine del racing e non dalla sua esistenza. Questi cani sono stati messi al mondo dall’industria, con il solo scopo di generare profitto e senza grande preoccupazione per la loro sorte e per la vita misera che hanno condotto: dal 2013 nelle piste e nei kennel della Florida sono morti 483 greyhound.

Sfugge poi quale sia la risposta dei pro-racing al seguente quesito: ma se le corse fossero rimaste legali non avreste comunque dovuto trovare casa a questi cani?

E anche ammettendo che la risposta sia che sono tanti tutti insieme, ricordiamo che quale che sia il numero dei cani, ci sono due anni di tempo abbondanti prima del termine ultimo per chiudere le piste. Dunque il tempo non mancherebbe, naturalmente se l’industria facesse l’unica cosa sensata per il bene dei cani, cioè organizzare da subito un programma graduale di adozione, senza aspettare l’ultimo istante utile. Ma per fare questo dovrebbe smettere subito di farli correre e dunque di sfruttarli: noi sospettiamo che invece l’industria cercherà di spremere questi cani fino all’ultima goccia del loro sangue.

Il fatto che la responsabilità sia dell’industria non vuol dire ovviamente che chi è antiracing non senta la necessità di aiutare nel processo di adozione, ma non può certo sentirsi in colpa per avere finalmente messo fine a una forma odiosa di sfruttamento dei greyhound. Questo come regola generale: chi li ha messi al mondo per sfruttarli è responsabile del destino di ciascuno di loro.

Massimo Greco 

 

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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