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The Lie of Omission: How It Hurts the Greyhounds

Below the article by Judy Kody Paulsen (Excerpt from Winter/Spring 2006 issue of GCNM News).

Since our last newsletter, its become abundantly clear that many people are confused about whos who in the greyhound rescue world. Everyone in the adoption arena proclaims they are in it to help the greyhounds. Some go so far as to deceive the public with cutesy names for their programs – names that suggest the group is strictly in it for the good of the dogs. Misperceptions abound. Time to confront the truth: There are many groups and individuals who are selling out to the racing industry and misleading the public, while they extol the virtues of their own good deeds. There are books and magazines and plenty of websites that cash in on the publics naïveté, hoping to profit in any way possible from their supposed commitment to the welfare of the racing greyhound. Sadly, the confusion results in the manipulation of many innocent people who dont realize they are actually assisting the racing industry in marketing its sport. Those who are unknowingly duped into giving money and/or donating time to a cause that ultimately perpetuates the racing industry are understandably perturbed when they learn the truth. The following should clear the air: Top ten signs that a group/person is associated with the racing industry are: 10. Their website encourages the watching of dog races by providing video clips on the site. 9. They write/promote/sell publications that malign the animal rights movement. These publications deftly avoid any subject which may cast a bad light on the racing industry. 8. They speak at conventions for members of the National Greyhound Association (I can assure you theyd never invite a true advocate for greyhound welfare to speak at any racing industry conference). 7. They attempt to steer conversations toward only the good characteristics of racing greyhounds, often going so far as to say racing is what makes them such good pets. 6. Comments from the public regarding the senseless killing of healthy greyhounds are met with resignation and a quick attempt to redirect the conversation back to what good pets they make. 5. They sponsor events at racetracks which are designed to attract the interest of the uninformed. 4. They tend to sugar-coat any subjects regarding racing or the conditions in which the racers are kept. 3. Health and behavioral problems are rarely, if ever, attributed to the training and racing environment (this is true particularly of veterinarians who work closely with the industry, as it is in their best interest to downplay any negatives associated with racing since thats from where part or all of their compensation comes). 2. They rely heavily on stories of greyhounds whose lives were transformed by adoption, thereby avoiding the subject of the thousands that die every year. And the #1 sign you are dealing with a pro-racing group/person: Their favorite comment is, Were neutral on the racing issue and want to avoid politics. (This statement is akin to saying youre neutral on such issues as domestic abuse or sweatshops employing young children against their will. Which brings me to a quote by Edmund Burke: “The only thing necessary for the triumph of evil is for good men to do nothing.” Keep in mind that any group/person associating with the industry in any way is being compensated in some form by the dog racing industry. If you wish to help the greyhounds by getting at the root of the problem, dont be manipulated by tactics based on avoidance of the most important issue at hand: Why should any healthy racing greyhounds have to die? Without those of us who address the adverse conditions that affect the health, behavior, and ultimately, the lives of racing greyhounds, the greyhounds would have no voice. To conceal the facts about the darker side of racing is to allow the killing and abuse to continue. Those who are busy polishing the image of dog racing often criticize those of us whose only concern is for the dogs. So, who should be getting help here, the people who exploit the dogs or the people who protect them? Let your conscience be your guide when you write your checks or make purchases that supposedly benefit the greyhounds – for there are many wolves out there in sheeps clothing. If you really want to know where someone stands on the issue of dog racing, ask them to commit to either a yes or a no when asked if they are against racing. Neutrality is not an option when there are lives at stake.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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