L’acqua, il benessere e i verdoni: storie dal greyhound racing
Leggere post come questo, da una pagine fb di pro-racing in Florida, è al primo impatto quasi divertente: “Lo sapevi? I greyhound hanno acqua disponibile per 24 ore al giorno.”
Non capisci se siano dei simpatici burloni che ci prendono in giro, o se ci credono veramente. Come se avere acqua disponibile sia per un cane un benefit, un di più, un meraviglioso dono, di cui magari dovrebbero ringraziare, e non il minimo indispensabile per vivere, una delle cinque libertà fondamentali per il benessere animale per il Brambell Report, la libertà dalla sete.
D’altra parte basta leggere appena oltre per capire che a questi tizi del benessere non gliene importa nulla, cosa che per noi è ovvia: il motivo per cui i cani devono bere è che “l’idratazione è fondamentale quando cerchi di ottenere il meglio dal tuo cane”.
Dunque se non fosse che il cane gli serve per fare un po’ di soldi, a loro dell’idratazione non importerebbe granchè. Non è il benessere che hanno a cuore, ma i verdoni.
Che poi queste gabbie in cui i cani possono giusto giusto stare in piedi e voltarsi possano essere definite casa, come dicono loro, è quasi patetico.
A conti fatti, se rapportassimo le dimensioni a quelle di un umano è come se noi vivessimo in un ambiente di un paio di metri di altezza per un paio di metri di larghezza. E senza compagnia, come questi cani che stanno da soli. Bella casa, non c’è dubbio, bella vita!
Comunque, questi signori vanno ringraziati, perché mostrano non soltanto quanto il greyhound racing costringa i cani a una vita triste e miserevole, ma mostrano anche di che pasta siano fatti gli amanti del racing.
Gente che è interessata soltanto a sfruttare i cani per fare qualche soldo, senza avere neppure il pudore di vergognarsi. Perché per loro un greyhound è solo una merce, e abbiamo il sospetto che se potessero non si farebbero problemi neanche a trattare così degli umani, pur di guadagnare qualche dollaro.
Liberarsi del greyhound racing è una battaglia per la civiltà.
@Massimo Greco