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Greyhound Racing: una pessima scommessa per il Kansas

a firma di Fred Barton, membro del consiglio di GREY2K USA Worldwide



(traduzione in italiano a cura di Pet levrieri)

C’è un vecchio detto attribuito ad Albert Einstein che dice: “Follia è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi”. È un modo di dire che dovrebbe esser scritto su un grande cartello da appendere all’Assemblea Legislativa del Kansas, perché i suoi deputati stanno considerando l’idea di riammettere il greyhound racing nel paese.

Il progetto di legge 2545 sfrutterebbe i guadagni dei casinò per finanziare il greyhound racing. Il fatto che l’assemblea sappia che per sopravvivere il greyhound racing ha bisogno di essere sovvenzionato dovrebbe già far scattare un campanello d’allarme.

Perché voler riportare in vita un’industria che si sa già che non può farcela da sola?

Sicuramente alcuni deputati ricorderanno l’esperienza passata del Kansas! Il greyhound racing è nato qui nel 1989 con due cinodromi, il Wichita Greyhound Park e il Woodlands. Una terza struttura, il Camptown Greyhound Park, è stata inaugurata nel 1995, ma ha chiuso i battenti dopo soli sei mesi. Le cose non sono andate meglio per gli altri due cinodromi le cui entrate, alla chiusura nel 2008, erano calate del 95% rispetto all’inizio.

Da qui la necessità di sostenere il racing con dei finanziamenti. Ma la realtà è che le sovvenzioni non bastano, non hanno funzionato in nessuno stato che ha provato a concederle. Nessuno. A Rhode Island il Twin River Casinò si è lamentato del fatto che il racing costa $ 9 milioni in termini di finanziamenti annuali, ma ne ha ricavati solo $ 1,75 milioni. Hanno chiuso con il racing nel 2009.

In Iowa i casinò finanziano il racing per un importo di $ 14 milioni all’anno, mentre il giro di scommesse nei cinodromi combinati è calato ad appena $ 5,9 milioni nel 2012. L’assemblea legislativa dell’Iowa ha autorizzato i casinò a sospendere le corse coi greyhound nel 2014.

In West Virginia il volume d’affari legato alle scommesse è calato del 55% negli ultimi 10 anni, obbligando i deputati a fare la differenza attraverso finanziamenti annuali. La tendenza è ancora in negativo e questo aumenta la pressione sugli allevamenti del paese e sui fondi stanziati per i montepremi che devono sopportare il peso di un business in crisi. È stata appena introdotta una legge per evitare che questo regime continui.

Nel 2006 in Arkansas l’assemblea legislativa ha incaricato la cessione gratuita di uno cinodromo, Southland. Da allora il giro di scommesse è calato dai $ 212 milioni nel 1989 ai soli $ 18 milioni nel 2013, nonostante questa disposizione.

In Florida, lo stato con più cinodromi del paese, la situazione non è diversa. Un cinodromo di Miami perde $ 5 milioni all’anno perché il proprietario è costretto per legge, se vuole offrire come intrattenimento ai suoi clienti sale e tavoli da gioco (molto più redditizi del dog racing), ad offrire anche le corse dal vivo. In tutto i cinodromi della Florida perdono più di $ 30 milioni ogni anno con le corse dal vivo.

Se i deputati del Kansas sanno che il racing avrà bisogno di essere sostenuto con dei finanziamenti, dovrebbero sapere anche che queste sovvenzioni alla fine non basteranno. Anche il magnate miliardario dei casinò Phil Ruffin, la persona dietro alla proposta di legge 2545, ha visto il cartello con la citazione di Einstein. Recentemente ha ammesso di fronte alla Commissione di Revisione dei Locali per il Gioco d’Azzardo e il Lotto che “il sistema di scommesse con il totalizzatore non è più un business redditizio in nessun paese, sia coi cavalli che coi greyhound”.

Il greyhound racing è ormai morto e sepolto e ancora l’assemblea legislativa del Kansas considera l’idea di riportarlo in vita.

In quanti modi diversi deve essere presentata un’idea negativa prima che i deputati la vedano per quella che è?

Quante altre volte deve fallire prima che qualcuno dica che probabilmente non funzionerà neanche qui? Non ci vuole certo Einstein per rispondere a questi quesiti. Articolo originale: http://blog.grey2kusa.org/2018/02/greyhound-racing-bad-bet-for-kansas @Petlevrieri

Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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