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Australia – Serve una legge federale per impedire che i grey vengano esportati in Cina e a Macao.

Giovedì 23 novembre la testata cinese South China Morning Post è tornata a dedicare attenzione alle esportazioni dei greyhound dall’Australia alla Cina e a Macao, paesi in cui non esiste una legislazione di tutela e in cui i greyhound vivono in condizioni degradanti, sfruttati, maltrattati e infine uccisi. 

La questione delicata delle esportazioni è tornata all’attenzione della stampa in concomitanza con la scoperta di un racket su larga scala, gestito dalla famiglia australiana Farrugia, con l’esportazione di 70 greyhound al Shanghai Wild Animal Park e di altri 96 cani al Canidrome di Macao. 

Attraverso una complessa ricerca, gli investigatori hanno identificato almeno 544 greyhound che sarebbero scomparsi nel nulla oltre oceano, privi dei documenti necessari, di cui 408 erano animali registrati nel Nuovo Galles del Sud. E’ emerso che la maggior parte delle 179 persone indagate aveva già ceduto questi cani ai fratelli Farrugia a Marsden Park, o alla famiglia Cauchi, al prezzo medio di $ 500 a cane, senza fare domande. Gli animali sono stati trasportati da un vettore a Macao, in Cina, Vietnam e Dubai dove sono stati venduti per $ 1000 o più.

Ora l’ente corse del NSW, la Greyhound Racing NSW, ha dichiarato che cercherà di ostacolare questo traffico con nuove leggi e imponendo ai proprietari un speciale passaporto per ogni cane che intendono cedere o far uscire dal paese.

Ma i critici l’hanno già soprannominata soluzione “cerotto” che non servirà a nulla a meno che il governo federale non irrigidisca la sua posizione sulle esportazioni dei greyhound.

La mancanza del passaporto per il greyhound infatti non ne preclude l’esportazione al di fuori dell’Australia e il sistema normativo federale non tiene conto degli standard di tutela animale dei paesi di destinazione. 

“Sappiamo che i cani vengono mandati negli Stati Uniti e poi riesportati in Cina, dove quasi non esistono leggi che li tutelino contro i maltrattamenti” ha detto Mehreen Faruqi, Parlamentare dei Verdi del Nuovo Galles del Sud. “Finché si lucrerà sulle esportazioni di greyhound in Cina e a Macao, troveranno un modo di farlo a prescindere da queste leggi”.

Allo zoo di Shanghai vengono tenuti in gabbie di cemento buie e torride e sono costretti a partecipare a crudeli spettacoli organizzati per i visitatori, tra cui una corsa di 100 metri in contemporanea con alcuni ghepardi per aggiudicarsi il titolo di “più veloce del regno animale”.

La parlamentare dei Verdi Mehreen Faruqi ha accolto con favore il cambiamento normativo ma ha detto che servirà a ben poco per fermare questa pratica.

La Faruqi ha aggiunto che il sistema dei passaporti ha fallito. Ha esortato il governo federale a “mostrare un po’ di leadership”, e a non emettere più permessi di esportazione per i greyhound da corsa.

Di seguito la traduzione dell’articolo.

Una nuova legge per impedire che i greyhound australiani vengano esportati in Cina dopo aver gareggiato contro dei ghepardi a Shanghai

La Greyhound Racing NSW ha cercato di fermare le esportazioni verso paesi privi di leggi sulla tutela animale richiedendo ai proprietari l’ottenimento di uno speciale passaporto rilasciato da Greyhounds Australasia.

Pubblicato: giovedì 23 novembre 2017

Le autorità del Nuovo Galles del Sud introdurranno nuove leggi per impedire che i greyhound vengano esportati in paesi dove vivrebbero in condizioni degradanti e vittime di maltrattamenti, dopo la scoperta di un racket su larga scala con l’esportazione di 70 cani in uno zoo di Shanghai, famoso per organizzare corse di velocità tra greyhound e ghepardi.

La nuova normativa cerca di affidare una responsabilità maggiore ai proprietari dei greyhound da corsa, per evitare che i loro cani vengano esportati verso paesi privi di leggi a tutela degli animali. Ma i critici l’hanno già soprannominata soluzione “cerotto” che non servirà a nulla a meno che il governo federale non irrigidisca la sua posizione sulle esportazioni dei greyhound.

All’inizio di questo mese sono stati multati i fratelli Mark e Stephen Farrugia per aver esportato 70 cani al Shanghai Wild Animal Park ed altri 96 cani al cinodromo Canidrome di Macao. Un terzo membro della famiglia, Donna Farrugia, è stata giudicata colpevole di concorso e favoreggiamento nelle esportazioni, e la sua licenza è stata sospesa per un anno e mezzo. I Farrugia avevano acquistato i cani in vari cinodromi del paese, spesso quando i loro proprietari non li volevano più. I cani sono stati poi esportati in Cina con il benestare del ministero dell’agricoltura australiano, facendo guadagnare ai Farrugia circa US$ 300 a cane. All’estero i cani devono affrontare condizioni di vita orribili. Al Canidrome di Macao i cani vengono soppressi quotidianamente se le loro prestazioni in gara non sono all’altezza o se non fanno guadagnare abbastanza.

Sappiamo che i cani sono stati mandati negli Stati Uniti e poi riesportati in Cina, dove quasi non esistono leggi a tutela degli animali” riferisce Mehreen Faruqi, Parlamentare dei Verdi del Nuovo Galles del Sud.

Allo zoo di Shanghai vengono tenuti in gabbie di cemento buie e torride e sono costretti a partecipare a crudeli spettacoli organizzati per i visitatori, tra cui una corsa di 100 metri in contemporanea con alcuni ghepardi per aggiudicarsi il titolo di “più veloce del regno animale”.

La Greyhound Racing NSW ha cercato di fermare queste esportazioni richiedendo ai proprietari l’ottenimento di un apposito passaporto rilasciato da Greyhounds Australasia. I passaporti sono emessi solo per determinati paesi e la Cina non è fra questi.

L’obbligo del passaporto, nel caso dei Farrugia, non ha impedito che venisse commesso un reato. Non esiste infatti una legge federale per prevenire l’esportazione di greyhound verso paesi privi di norme a tutela animale. I Farrugia hanno ottenuto i permessi attraverso il ministero dell’agricoltura federale, ottemperando ai loro obblighi. Tutti e tre i membri della famiglia hanno dichiarato di non sapere dell’obbligo di passaporto in vigore nel Nuovo Galles del Sud e che nessuno del ministero gliene avrebbe parlato.

Giovedì la Greyhound Racing NSW ha annunciato l’intenzione di far attuare una nuova legge per cercare di prevenire le esportazioni verso paesi privi di norme a tutela degli animali. Commetterà un reato chiunque voglia far trasferire un greyhound anche senza l’apposito passaporto in quanto per legge “si è obbligati a sapere di doverlo richiedere per l’esportazione”.

Questo cambiamento di fatto affida la responsabilità al proprietario del cane affinché non lo affidi ad un esportatore, se pensa che verrà mandato in un luogo senza le apposite autorizzazioni. “Finché ci sarà di mezzo il denaro… troveranno un modo di farlo a prescindere dalle leggi” Mehreen Faruqi, Parlamentare dei Verdi del Nuovo Galles del Sud

In un comunicato che annunciava questa svolta, la Greyhound Racing NSW ha sottolineato come questo cambiamento non impedirà che i greyhound vengano esportati verso paesi privi di normative a tutela degli animali, a causa della mancanza di restrizioni a livello federale.

La mancanza del passaporto per il greyhound non ne preclude l’esportazione al di fuori dell’Australia e il sistema normativo federale non tiene conto degli standard di tutela animale dei paesi di destinazione ha dichiarato l’agenzia. La parlamentare dei Verdi Mehreen Faruqi ha accolto con favore il cambiamento normativo ma ha detto che servirà a ben poco per fermare questa pratica.

“Sappiamo che i cani vengono mandati negli Stati Uniti e poi riesportati in Cina, dove quasi non esistono leggi che li tutelino contro i maltrattamenti” ha detto la Faruqi. “Finché si lucrerà sulle esportazioni di greyhound in Cina e a Macao, troveranno un modo di farlo a prescindere da queste leggi”.

La Faruqi ha aggiunto che il sistema dei passaporti ha fallito. Ha esortato il governo federale a “mostrare un po’ di leadership”, e a non emettere più permessi di esportazione per i greyhound da corsa.

Questo articolo è apparso nell’edizione stampata del South China Morning Post col titolo: Limiti al commercio dei greyhound dopo lo scandalo.

Articolo originale: http://www.scmp.com/news/asia/australasia/article/2121268/new-law-prevents-australian-greyhounds-being-taken-china-after

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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