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20 Grey irlandesi, ex campioni, venduti in Cina e sfruttati per la riproduzione

L’ Irish Daily Mail ha dedicato un articolo sull’esportazione dei greyhound irlandesi, sfruttati nel mondo delle corse, il 22 luglio, evidenziando come ci siano prove schiaccianti che 20 ex campioni irlandesi sono stati venduti in Cina e vengono ora sfruttati come riproduttori

Questo caso è soltanto uno dei tanti esempi dell’allarmante numero di greyhound irlandesi esportarti in altri paesi privi o quasi di leggi sulla tutela animale, come la Cina, il Pakistan e la Spagna, per la riproduzione, la caccia o per le corse.

Questo articolo fa seguito all’indagine che la GRAI – Greyhound Rescue Association Ireland ha effettuato e ai conseguenti comunicati stampa di presa di posizione a riguardo.

Vi consigliamo la lettura di questo articolo, di cui trovate a seguire la versione pdf e la traduzione in italiano.

GRAI_ Irish Daily Mail greyhound exports 220717 part 1 GRAI_ Irish Daily Mail greyhound exports 220717 part 2 TRADUZIONE IN ITALIANO:

Il Mail ha scoperto su un sito web cinese che 20 greyhound irlandesi vengono affittati per la riproduzione

COSA SUCCEDE A QUESTE MAESTOSE CREATURE LASCIATE SENZA UN POSTO IN CUI CORRERE?

Di Michelle Fleming

Una volta Ardfert Thunder era un greyhound di grande valore, la star di Shelbourne Park, che fece guadagnare ai suoi proprietari ben € 24.500.

Nel marzo 2014 sbaragliò tutti in pista nel corso delle semifinali della Easter Cup da € 25.000 in palio, vincendo tre volte nelle successive 6 gare, prima di finire in fondo alla classifica e correre la sua ultima gara il 16 agosto 2014. Dopo aver trascorso la vita a dare il massimo, ci piacerebbe pensare che un campione come Ardfert Thunder meriti di vivere il resto della sua esistenza in una casa confortevole.

Ma la realtà è che Ardfert Thunder si trova a migliaia di miglia lontano da casa. Attualmente viene usato come maschio da riproduzione in Cina.

Su una pubblicità che reclamizza greyhound maschi da riproduzione in affitto apparsa su un forum cinese, viene mostrato con orgoglio dal suo nuovo proprietario, con tanto di curriculum e pedrigree in bella mostra. E non è il solo.

L’Irish Daily Mail ha scoperto 20 ex campioni irlandesi reclamizzati in Cina.

I greyhound irlandesi dalle linee di sangue più pregiate sono venerati come i migliori al mondo e molto richiesti da una nuova generazione di allevatori e proprietari cinesi.

Non c’è niente di illegale nell’esportare greyhound. Ma Ardfert Thunder è registrato all’Irish Coursing Club (ICC) come di proprietà di Noel Clifford, di Tralee, che però è morto nel 2015. Il registro dell’ICC si basa sul sito dell’Irish Greyhound Board (IGB) che è progettato per assicurare la tracciabilità dei greyhound dalla nascita alla morte, nel rispetto del Welfare of Greyhounds Act del 2011.

Tuttavia molti greyhound pubblicizzati sui forum cinesi risultano ancora registrati a proprietari irlandesi.

La Greyhound Rescue Association of Ireland (GRAI) sostiene che un allarmante numero di greyhound irlandesi sarebbero stati esportarti in altri paesi privi o quasi di leggi sulla tutela animale, come la Cina, il Pakistan e la Spagna, per la riproduzione, la caccia o per le corse illegali.

Anziché proteggere questi greyhound, la loro esportazione aggiunge un nuovo problema a quelli già esistenti a livello locale sulla tutela animale delle popolazioni canine in paesi privi di apposite leggi che le tutelino” dice il portavoce Richard King.

L’Irlanda è il fulcro della crisi dei greyhound. Per anni le associazioni animaliste ed i sostenitori dei diritti animali hanno chiesto a gran voce uno stop agli allevamenti intensivi e leggi sulla tracciabilità dei cani, così da arginare il grosso problema dei greyhound ritirati dalle corse in cerca di adozione.

Se i proprietari di greyhound contattassero le associazioni che si occupano delle adozioni nella speranza di trovare una casa ai loro cani dovrebbero aspettare mesi prima di riuscire nell’intento.

Victoria Lyon del rifugio Erin Hounds Sight hound Rescue e del Galway SPCA (Protezione Animali) dice: “E’ così difficile per noi. Stiamo combattendo. Non riusciamo a far fronte a questi numeri. Siamo già pieni di greyhound e presto arriverà una nuova ondata di abbandoni”.

Questa settimana anche Dogs Trust ha espresso preoccupazione sui numeri crescenti di greyhound abbandonati. In un comunicato hanno dichiarato: “Dei 284 greyhound entrati nei canili nel 2016, 234 sono stati abbandonati dai loro proprietari e 46 erano randagi. Di questi 284 ben 152 sono stati soppressi. Dogs Trust esorta ancora una volta i proprietari e gli addestratori a prendere provvedimenti adeguati per dare in adozione i propri cani una volta terminata la loro carriera da racer”.

I proprietari dei greyhound che si avvicinano all’età della “pensione” (alcuni cani hanno solo tre anni quando smettono di correre) devono affrontare una scelta: spendere denaro per mantenerli finché non viene trovata loro una famiglia adottiva oppure sopprimerli.

Questa razza era esclusa dal Dog Breeding Establishments Acts del 2010, ma nel 2011 gli amanti dei greyhound hanno accolto con gioia un cambiamento radicale con l’entrata in vigore del Greyhound Welfare Act che stabilisce nuovi codici di condotta, l’istituzione di responsabili della tutela animale e regole precise sulla vendita, trasferimento della proprietà e requisiti per la registrazione dei proprietari, così come sanzioni per chi trasgredisce.

Lo scorso anno sono stati soppressi 152 greyhound

Deve rispettare questa normativa anche l’Irish Greyhound Board (Bord na gCon), l’ente semi statale responsabile del controllo e sviluppo dell’industria, mentre i proprietari devono notificare all’Irish Coursing Club eventuali passaggi di proprietà. Ma le associazioni responsabili dei rifugi sostengono che queste leggi non vengono applicate abbastanza.

Tuttavia l’IGB nega tutto quanto dicendo: “l’IGB rigetta ogni critica. Applichiamo e facciamo rispettare alla lettera le leggi sulla tutela dei greyhound”. “Ogni caso di negligenza/maltrattamento viene esaminato dagli ufficiali addetti alla tutela del Bord na gCon e chi non rispetta il Welfare Greyhound Act viene duramente punito”.

Questa legge prometteva l’avvento di una nuova era, ma dopo sei anni semplicemente esportiamo i nostri problemi all’estero, invece di risolverli, usando paesi come la Cina come discarica per i nostri greyhound indesiderati?

La tracciabilità e il benessere dei migliaia di greyhound allevati in Irlanda sono di per sé un problema allarmante e costante, ma poi scoprire che greyhound irlandesi vengono esportati in paesi dove non hanno alcuna speranza di venire adottati è un dolore inesprimibile” ha dichiarato Richard King del GRAI. “E’ vergognoso che un’industria sovvenzionata dai contribuenti non possa porre fine immediatamente alle esportazioni di greyhound anziché darli in adozione”.

Molte celebrità si stanno unendo alla causa nella lotta con l’esportazione dei greyhound, come la star di Fr. Ted Pauline McLynn che questa settimana era alla protesta organizzata davanti al Ministero dell’Agricoltura. Anche Ricky Gervais ha esortato il Governo Irlandese (attraverso l’articolo di Niamh Walsh pubblicato su questo giornale) a fermare la vendita dei greyhound irlandesi in Cina, dopo la scoperta di 24 cani stipati in gabbie minuscole, tenuti in pessime condizioni, in viaggio verso la Cina e destinati a correre nel famoso cinodromo di Macao.

24 cani trovati stipati in gabbie minuscole

I cani, appartenenti ad un allevatore di Cork, sono stati fermati all’aeroporto di Heathrow e rispediti in Irlanda, dopo aver viaggiato per tre giorni.

Il Canidrome, cinodromo di Macao e l’unico della regione in cui il gioco d’azzardo è legale, è accusato da anni di negligenza e maltrattamenti.

Dagli anni ’60 l’Australia era il loro principale esportatore di greyhound da corsa, ma nel 2013 il governo australiano ne ha vietato l’esportazione a causa delle scarse garanzie sulla tutela animale. L’indignazione generale in Australia fu così grande che nel 2015 le compagnie aeree Qantas e Cathay Pacific si rifiutarono di trasportare ancora greyhound australiani in Cina.

Un greyhound come Ardfest Thunder non correrà a Macao, ma cosa ci fa in un paese in cui il gioco d’azzardo è illegale? Sembra esserci un’altissima richiesta di cuccioli di greyhound irlandesi. Secondo gli uffici regionali del Ministero dell’Agricoltura nel 2016 9 greyhound sono stati esportati dall’Irlanda alla Cina, ma nessuno “direttamente” nel 2017.

La maggior parte dei cani viene esportata nel Regno Unito e questo supporta la posizione dell’IGB che sostiene di non autorizzare l’esportazione dei greyhound verso paesi privi di leggi sulla tutela animale. Ma l’IGB sostiene l’esportazione dei greyhound verso paesi come la Cina e il Pakistan?

Barry Colema, responsabile tutela animale dell’IGB dichiara: “La preoccupazione per le esportazioni riguarda tutti i cani, non solo i greyhound. Alcune delle pratiche che coinvolgono i cani in uso in altri paesi sono assolutamente orribili e spaventose. L’IGB si oppone all’esportazione verso paesi che non rispettano gli standard irlandesi sulla tutela animale, ed apprezzeremmo molto che in queste zone fossero emanate leggi al riguardo”.

Interpellato in merito, un portavoce dell’IGB ha detto: “In questo momento non citeremo alcun paese in particolare, ma in rete ci sono molti reportage agghiaccianti e condividiamo questi timori”. Le associazione animaliste chiedono a gran voce di ridurre gli allevamenti.

I dati raccolti dai canili pubblici, dal registro genealogico dell’Irish Coursing Club e dell’Irish Greyhound Board (IGB) rivelano che ogni anno migliaia di greyhound semplicemente “scompaiono nel nulla”.

Secondo il registro genealogico dell’Irish Coursing Club irlandese tra il 2011 e il 2016 sono state registrate 17.018 cucciolate di greyhound. La media è di 6 cani a cucciolata, raggiungendo così il numero considerevole di ben 102.000 greyhound. All’età di 13 mesi ne sono stati registrati per correre 91.980, quindi cosa è accaduto agli altri 10.000 cuccioli?

2.896 sono stati consegnati ai canili, 2.497 sono stati soppressi (una media di circa 38 al mese). Solo 399 hanno trovato una famiglia adottiva o sono rimasti con il proprietario.

I dati sulle cucciolate sono in calo dalle 3272 registrate nel 2011 alle 2520 nel 2016.

Tuttavia, nonostante questa riduzione naturale degli allevamenti, accolte con piacere dalle associazioni animaliste che gestiscono i rifugi e che lottano ogni giorno per trovare una casa a questi cani indesiderati, lo scorso anno l’IGB ha investito ben € 700.000 in un nuovo progetto per incentivare allevatori e addestratori.

Sono calati anche i fondi spesi dall’Irish Retired Greyhound Trust (IRGT), un ramo dell’IGB che lavora con i rifugi e le associazioni a tutela dei greyhound per dare in adozione gli ex racer. Secondo la relazione dell’IRGT, consegnata all’Autorità di Regolamentazione degli enti benefici, nel 2014 il loro reddito complessivo è stato pari a € 202.864. nel 2015 è sceso a € 182.079.

L’IGB insiste: “Dai premi in denaro viene recuperato un contributo destinato all’IRGT che l’IGB gestisce direttamente. Nel 2014 sono stati ridotti i montepremi e quindi anche il contributo per l’IRGT, ma il numero di greyhound dati in adozione è aumentato significativamente: nel 2014 sono stati 614, nel 2015 764 e nel 2016 891. Nel 2016 sono aumentati i premi in denaro e anche nel 2017, così da poter sovvenzionare anche l’IRGT”.

Ma la domanda resta: dove finiscono i nostri cani? Il registro genealogico dell’ICC non include una sezione sulle esportazioni. Il Ministero dell’Agricoltura sostiene che la compravendita di cani all’interno dell’Unione Europea è governata dalle leggi europee. “Se i cani vengono esportati dall’Irlanda verso un altro paese europeo devono essere accompagnati da un passaporto internazionale, devono essere microchippati ed avere la vaccinazione anti rabbica valida. Inoltre devono disporre anche di un certificato che ne attesta la buona salute, rilasciato da un medico veterinario del Ministero. Anche le strutture che si occupano delle esportazioni devono essere registrate presso il Ministero”.

L’IGB ha detto all’Irish Daily Mail che sta facendo pressione per una proposta legislativa sull’esportazione dei greyhound alla Commissione Agricoltura del Parlamento irlandese, ma che potrebbe essere necessaria un’azione congiunta a livello europeo.

Attualmente non ci sono leggi che proibiscano l’esportazione dei greyhound, anche se l’IGB ha già esternato il suo punto di vista sull’esportazione verso paesi che non rispettano i nostri standard di tutela animale. La movimentazione di tutti i cani tra i paesi membri attualmente è amministrata a livello europeo. Apprezzeremmo molto se Bruxelles provvedesse ad emanare ulteriori leggi. Eventuali modifiche alle normative attuali dovrebbero essere sponsorizzate a livello europeo anziché limitarsi a singole nazioni isolate”.

Quindi cosa sta facendo l’IGB per cambiare le cose? Il loro portavoce ha aggiunto che stanno insistendo per ottenere una migliore tracciabilità sotto forma di database di tutti i cani da corsa, contenenti le informazioni più significative sulla loro vita.

L’IGB crede che questo sarebbe un passo avanti importante per garantire una maggior tutela ed affidabilità. Queste misure per la tracciabilità degli animali sono state proposte dall’IGB nel Greyhound Industry Bill nel 2017 che al momento è sotto esame pre-legislativo. Riconosciamo la responsabilità dell’IGB e dei proprietari di prendersi cura dei greyhound e il nostro obbiettivo è che ogni cane trovi una famiglia una volta terminata la carriera di racer”.

L’industria irlandese del greyhound racing sembra passare da una crisi all’altra.

Le corse a Shelbourne Park sono state interrotte per 4 mesi mentre la Dublin Greyhound Owners and Breeders Association manifestava davanti allo stadio a causa della decisione dell’IGB di vendere il cinodromo di Harold Cross per pagare un debito accumulato di € 20,3 milioni.

L’industria del racing è in declino. Nel 2006 l’IGB ha incassato più di € 50 milioni, ma l’anno scorso i guadagni sono scesi a € 20 milioni. È’ rimasta invischiata anche in diversi scandali, con le finanze finite sotto esame dalla Commissione Conti Pubblici per la vendita del cinodromo di Harold Cross, e per le critiche ricevute per la normativa anti doping scarsamente efficace, dopo l’inchiesta effettuata da un programma in prima serata di RTE.

Dal 2010 i contribuenti hanno versato più di € 99,6 milioni a favore del greyhound racing, attraverso il Horse and Racing Greyhound Fund. Solo quest’anno l’industria riceverà € 16 milioni, un extra in più di € 1,2 milioni rispetto all’anno scorso e ben € 5,2 milioni dal 2010.

Davanti a cifre come queste Richard King si chiede: “l’IGB e il ministero hanno un obbligo morale verso i contribuenti che sovvenzionano l’industria, perché ci vengono fornite informazioni false sui greyhound?”.

Il Sig. King esorta il Governo a fermare immediatamente le esportazioni di greyhound: “Abbiamo gli strumenti legislativi in vigore per farlo” dice Richard, “tutto quello che dobbiamo fare è farli rispettare”.

Questa settimana l’IGB ha accolto favorevolmente l’informazione ricevuta dall’Irish Daily Mail sui greyhound allevati in Cina. Un portavoce ha dichiarato: “l’IGB indagherà sulle circostanze che hanno portato questi greyhound in Cina e, in base alle informazioni raccolte, punirà chiunque abbia violato il Welfare of Greyhound Act del 2011”.

Ma quanti altri greyhound irlandesi dovranno ancora soffrire prima che ci sia la volontà politica di concedere loro la dignità che meritano?

Fonte:

Today's Irish Daily Mail article on greyhound exports/welfare – following GRAI's research and recent press releasesYou…

تم نشره بواسطة ‏‎Greyhound Rescue Association Ireland‎‏ في 22 يوليو، 2017
   

Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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