Lettera indirizzata alle redazioni Mediaset a proposito del servizio sul levriero Achille
Mail indirizzata alle redazioni Mediaset Studio Aperto, Rete4 a proposito del servizio sul levriero Achille, mandato in onda da Studio Aperto e ripreso dalle altre redazioni Mediaset.
http://www.video.mediaset.it/video/studioaperto/edizione_servizio/il-levriero-achille“Il servizio tramesso da alcune reti Mediaset in questi giorni a proposito del levriero Achille ha provocato un certo stupore in chi ha sempre apprezzato le reti Mediaset per la loro sensibilità nei confronti degli animali.
In questo servizio, dal tono vagamente romantico e vacanziero, si veicola una visione idilliaca e superficiale a proposito delle corse con i levrieri.
Dal servizio emerge l’idea che correre in libertà sia la stessa cosa che correre in pista. Questo non è vero: che i levrieri amino correre è evidente a chiunque, ma la corsa in pista è innaturale, e richiede infatti uno specifico training. Inoltre la pista ovale è intrinsecamente pericolosa, perché sottopone i cani a stress che possono portare a incidenti mortali, soprattutto in curva. Se si vuole fare felice il proprio levriero basta portarlo su una bella spiaggia e lasciarlo correre, senza alcun bisogno di portarlo in un luogo in cui rischia l’osso del collo.
A questo proposito è molto bello che il Comune di Follonica abbia dato il permesso al levriero Achille di correre libero in spiaggia, ma sarebbe ancora più bello se questo permesso fosse esteso a tutti i cani, levrieri e non, che amano correre, a prescindere da meriti “sportivi”.
In secondo luogo, dal servizio emerge l’idea che le corse con i cani siano uno sport come l’atletica leggera o quasi.
Se guardiamo però alle corse con i levrieri nella loro realtà internazionale, scopriamo che non è per niente così. La realtà è che in tutto il mondo, e anche in Europa, le corse sono un’industria basata sul gioco d’azzardo. In Irlanda i cani da corsa sono considerati merci e ogni anno più di diecimila greyhound spariscono nel nulla; quelli che corrono passano gran parte della propria giornata in gabbia, spesso con la museruola, e un infortunio in pista significa eutanasia, spesso anche quando è di lieve entità.
Certamente il levriero Achille non partecipa a corse del genere, ci mancherebbe altro, ma potrebbe divertirsi senza problemi semplicemente in spiaggia. Che poi al suo proprietario piaccia vederlo correre in pista è una scelta sua che noi non commentiamo. A noi vedere levrieri che corrono in un cinodromo per far vincere una coppa ai loro proprietari non suscita grande entusiasmo. Forse perché sappiamo che il confine tra una sgambata del cane in libertà e l’uso del cane come oggetto per il divertimento umano può essere piuttosto labile quando ci sono di mezzo l’agonismo e i premi.”