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Come proteggere i nostri cani da petardi e fuochi d’artificio

Come ben sapete, l’abitudine, purtroppo ancora largamente diffusa, di festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo con petardi e fuochi d’artificio costituisce un vero incubo per molti cani e gatti, che possono essere colpiti da veri e propri attacchi di panico.

È importante ricordare che gli animali hanno una diversa percezione dei rumori. Nei cani, ad esempio, il senso dell’udito è notevolmente superiore a quello umano. Oltre a sentire vibrazioni comprese tra 20 mila e 40 mila Hz (l’uomo non sente quelle che superano i 20 mila), sentono a un volume doppio del nostro.

Inoltre, una componente dei fuochi per noi marginale, quella olfattiva, è particolarmente rilevante per i cani che sono in grado di sentire odori a una concentrazione un milione di volte inferiore a quella percepita dall’uomo e a una distanza per noi inimmaginabile.

È quindi facile intuire quale sia lo stato di ansia e terrore che anticipa e accompagna lo scoppio simultaneo di migliaia di petardi, mortaretti e fuochi artificiali per un cane. I fuochi d’artificio rientrano tra gli stimoli che provocano sensibilizzazione, ovvero un progressivo aumento della risposta di paura, poiché sono stimoli di forte intensità, non sono prevedibili, compaiono a intervalli irregolari e non c’è possibilità di fuga. Alcuni soggetti più sensibili e, oltre allo stato fobico quando sentono i fuochi, sviluppano anche uno stato ansioso per tutto il periodo che precede e segue la fine dell’anno.

Cosa possiamo fare, dunque, per aiutare i nostri cani in questi giorni di festa?

Il cane, in occasione della percezione degli scoppi provocati dai fuochi d’artificio, può rimanere pressoché indifferente, esserne impaurito o mostrare una sintomatologia simile a quella di un “attacco di panico”. In quest’ultimo caso, è opportuno consultare un Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale, così da realizzare una visita comportamentale.

Vediamo ora nel dettaglio cosa possiamo fare per aiutare i nostri cani. 

  1. Teniamo i nostri cani il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi.
  2. Non lasciamoli soli. I cani che si spaventano potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi, quindi è necessario stare loro vicino, senza esagerare con coccole e carezze. È necessario mostrarsi tranquilli e felici, cercando di distrarli, se possibile, con giochi e bocconcini, mostrando che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Distraiamoli senza sgridarli o accarezzarli. Se li sgridiamo rischiamo di aumentare la loro ansia. Se li accarezziamo o li prendiamo in braccio confermiamo le loro paure. Il modo migliore è distrarli con il gioco durante i botti.
  3. Allestiamo la “stanza rifugio”: scegliamo il locale dove il rumore dei botti si percepisce con minore intensità, collochiamo lì la sua cuccia preferita e un diffusore di feromoni appaganti (D.A.P.), che spruzzeremo anche sulla sua cuccia.
  4. Abbassiamo le tapparelle o chiudiamo le imposte. In questo modo, i rumori e gli odori provenienti dall’esterno arriveranno più ovattati nell’ambiente interno e i cani non vedranno i bagliori e le deflagrazioni dei fuochi d’artificio.
  5. Teniamo alto il volume di radio o televisione, per attutire il rumore dei botti proveniente dall’esterno.
  6. Rimaniamo accanto ai cani, rassicurandoli con una carezza e tranquillizzandoli con voce bassa e pacata. Quando è possibile, ovvero quando i cani mostrano di accogliere l’invito all’interazione e al gioco, distraiamoli coinvolgendoli in attività di gioco. Non costringiamoli se non accolgono il nostro invito.
  7. Non obblighiamoli a starci accanto. Se i cani si rifugiano in un luogo preciso della casa, che hanno eletto in quel momento come nascondiglio, non cerchiamo di spostarli di lì, a meno che non sia un luogo pericoloso per la loro incolumità. Se si sentono a loro agio in quel luogo, anche se è diverso dalla stanza rifugio che abbiamo allestito, lasciamoli lì.
  8. Lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è  loro “vietato”.
  9. Come sapete, siamo assolutamente contrari a tenere i cani in giardino. Quindi, questo punto dovrebbe essere pleonastico, ma lo ricordiamo comunque per eccesso di scrupolo. Non lasciamo nessun cane in giardino. Teniamo in casa o in un luogo protetto e rassicurante anche gli animali che abitualmente vivono fuori, in modo da scongiurare il pericolo di fuga.
  10. Evitiamo di chiamare i nostri cani per far loro vedere le deflagrazioni e i bagliori dei fuochi d’artificio, per mostrare loro e cercare di convincerli che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Se sono spaventati, otterremo l’effetto opposto.
  11. Coinvolgiamo i nostri cani  in una lunga e coinvolgente passeggiata il pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno, così la sera saranno stanchi e, presumibilmente, meno attenti a ciò che accade loro intorno.
  12. Il pomeriggio dell’ultimo dell’anno, teniamo i cani rigorosamente al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree cani per evitare fughe dettate dalla paura. Se sappiamo già che un nostro cane ha paura dei botti, già nei giorni che precedono l’ultimo giorno dell’anno (soprattutto se viviamo in una zona dove iniziano a sparare anche prima) conduciamo il nostro cane rigorosamente con la pettorina antifuga (a doppia H), il collare e il doppio guinzaglio. Evitiamo i percorsi di passeggiata che sappiamo essere esposti al rischio di botti.
  13. Dopo le ore 20 del 31 dicembre non portiamo più fuori i cani, perché spesso gli scoppi iniziano con anticipo. Per quella sera, attrezziamoci a permettere loro di sporcare in casa se hanno bisogno.
  14. Diamo loro la pappa al rientro dalla passeggiata, così da favorirne la consumazione qualche ora prima dell’inizio dei botti.
  15. Portiamo i cani a fare l’ultima passeggiata soltanto a festa conclusa, avendo cura di attendere almeno trenta minuti dall’ultima deflagrazione, così da evitare la presenza di scoppi improvvisi durante il giro.
  16. Chiedere agli amici che trascorreranno la serata con noi, di festeggiare evitando l’utilizzo di fuochi d’artificio ma lanciando stelle filanti o coriandoli.
  17. Se possediamo un camper o una casa fuori città, è opportuno scegliere questa opzione per trascorrere il Capodanno lontano dalle deflagrazioni.
  18. Se il nostro cane ha un conspecifico amico/amica che non teme i botti, è bene trascorrere il Capodanno tutti insieme, cosicché i cani più tranquilli possano supportare quelli più ansiosi.
  19. Prima delle feste natalizie, consultiamo il nostro veterinario di fiducia e/o un Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale che potrà consigliarci se reputa utili per i nostri cani dei rimedi omeopatici e/o farmacologici per proteggerli dall’evento stressogeno/traumatico e un’eventuale terapia comportamentale. Poter contare su un esperto che conosca già i nostri cani, da consultare qualora avessero un vero proprio attacco di panico, è molto importante.
  20. Evitiamo soluzioni fai-da-te somministrando tranquillanti: alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico.

Quando i nostri cani manifestano una  sintomatologia simile a un “attacco di panico” è fondamentale consultare un Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale, così da realizzare una visita comportamentale. Il percorso riabilitativo, realizzato con il supporto di un Istruttore Cinofilo Riabilitatore, permetterà al gruppo famiglia di acquisire le competenze necessarie per supportare il cane durante l’evento fobogeno.

Riportiamo di seguito un poster molto intuitivo su quello che occorre fare e non fare:

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Come capire se il nostro cane ha una risposta di paura o di vero e proprio panico di fronte a petardi e fuochi d’artificio? 
 
Qui di seguito trovate alcuni indicatori (comportamenti sintomatici) che ci aiutano a distinguere le due reazioni.

Il cane ha paura, in occasione dello scoppio dei fuochi d’artificio, quando:
– è attento a ogni rumore, si orienta verso la direzione da cui proviene il suono per poi ritrarsi subito dopo;

– è agitato ma non cerca un nascondiglio;

– emette alcuni abbai durante gli scoppi ma si tranquillizza in breve tempo;

– non trema o biascica, piagnucola ogni tanto, riesce ad avvicinarsi ai proprietari quando chiamato.

Il cane ha un “attacco di panico”, in occasione dello scoppio dei fuochi d’artificio, quando:
– vaga per l’abitazione o nel giardino senza pace, cercando una via di fuga;

– si nasconde, per esempio, sotto il letto, in bagno, nella cuccia o in garage e, anche se chiamato, non esce;

– cerca ripetutamente il contatto con il proprietario, ma non riesce a calmarsi anche quando ottiene coccole e carezze;

– distrugge oggetti quando solo, come per esempio il divano o il proprio giaciglio;

– lasciato in giardino, distrugge le persiane delle finestre o le ante delle porte per cercare rifugio all’interno dell’abitazione;

– trema, biascica, perde gocce di saliva, ansima, urina o defeca là dove si trova, recupera la calma molto tempo dopo l’ultimo evento sonoro.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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