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Ehi, ma che bel gioco è la museruola!

I greyhound, ex racer, conoscono la museruola, perché sono stati abituati e costretti a indossarla durante le competizioni, gli allenamenti e durante il giorno, quando sono chiusi in gabbia. La maggior parte di loro mangiano e bevono con la museruola indossata. I loro ricordi e le emozioni legati alla museruola, dunque, non sono positive e certamente non associati a uno stato di calma.

I lurcher e i galgo, sfruttati per la caccia, invece, non sono abituati a indossarla: per molti di loro è un oggetto incomprensibile, che non conoscono e che procura fastidio.

In generale, per tutti i cani, la museruola è all’inizio un oggetto incomprensibile ed è uno strumento di contenimento che insiste su una zona del corpo basilare sia dal punto di vista comunicativo che da quello anatomico-fisiologico: cioè il muso e la bocca.

Premesso che una buona educazione del soggetto dovrebbe sostituire e rendere inutili gli strumenti di contenimento, in quanto il cane, se bene educato, è in grado di autocontrollarsi e con competenza integrarsi nel mondo umano, è pur vero che nella maggior parte dei paesi europei e non, il cane, soprattutto in alcuni luoghi pubblici, ha l’obbligo del guinzaglio e della museruola, in particolar modo sul treno, sulla metropolitana e sui mezzi pubblici. È per questo motivo che diventa indispensabile insegnare a ogni cane a indossare la museruola, senza che questo comporti traumi o problemi.

È quindi essenziale che noi, in qualità di proprietari, facciamo conoscere al nostro cane la museruola come un oggetto positivo, cui associare emozioni positive e piacevoli, di modo che il cane l’accetti e indossandola non provi disagio.

L’attività “Vestizione della museruola”, che proponiamo in due varianti, ha l’obiettivo di insegnare come far indossare correttamente la museruola al cane, suscitando in lui rappresentazioni ed emozioni positive.

In questo modo, la museruola diventerà un normale strumento di gestione, al pari della pettorina e del guinzaglio, e il nostro cane potrà accompagnarci in tantissimi luoghi, altrimenti interdetti.

In caso contrario, non solo la museruola sarà un oggetto detestato dal cane, ma anche una punizione positiva, cioè uno stimolo avversativo. La museruola insiste e appoggia sul muso del cane in corrispondenza della parte superiore, che è il punto esatto dove avviene il rimprovero della mamma nei primi sessanta giorni di vita del cane.

Vediamo ora nel dettaglio l’attività “Vestizione della museruola”

Variante 1

1. Scegliamo un set adeguato, l’ambiente più sicuro per il cane, dove sia favorito a posizionarsi su un livello intermedio di arousal.

2. Pieghiamoci sulle gambe e, con il fianco di 3⁄4 rispetto al cane, appoggiamo la museruola a terra e chiamiamo il cane verso di noi. Distogliamo lo sguardo dalla museruola.

3. Consentiamo e incentiviamo l’esplorazione della museruola attraverso bocconcini appetitosi.

4. Prendiamo la museruola in mano, invitiamo il cane ad avvicinarsi, porgendogli dei premietti attraverso la museruola stessa, e invitiamolo a infilarvi il muso. In questo caso, è particolarmente importante stare attenti alla CNV, soprattutto evitare di assumere posture che sia incombenti sul cane. La museruola è uno strumento a cui è molto facile associare emozioni negative.

5. Prolunghiamo lo svolgimento del punto 4 fin quando non osserviamo una postura del cane rilassata, la coda scodinzolante e curiosità per l’oggetto.

6. Allunghiamo gradualmente il tempo in cui il cane terrà il muso infilato nella museruola, non concedendogli subito il bocconcino che teniamo stretto tra le dita. È molto importante procedere con pazienza e gradualità.

7. Solo quando il cane ci apparirà sufficientemente tranquillo, allacciamo la museruola e proponiamo ancora qualche premio o dei bastoncini lunghi.

8. Prolunghiamo gradualmente il tempo in cui lasciamo la museruola al cane.

9. Non appena indossata la museruola, coinvolgiamolo in un’attività piacevole, ad esempio una passeggiata.

10. Quando decidiamo di togliere la museruola, prendiamo l’attenzione del cane, abbassiamoci sulle gambe e porgiamogli il fianco.

11. Premiamolo se si avvicina e accarezziamolo in maniera calma e rilassata.

12. Sganciamo la museruola, togliamola, riprendiamo l’attenzione del cane e premiamolo.

13. Diamo al cane il segnale di “finito”.

14. Riponiamo la museruola.

 

Variante 2

Questa variante non costituisce una modalità diversa di svolgimento dell’attività ma un semplice arricchimento.

1. Scegliamo un set adeguato, che non si limiti più alle mura domestiche: ad esempio, un giardino dove il cane va spesso e dove si sente al sicuro.

2. Chiamiamo il cane e dopo avergli fatto esplorare la museruola rendiamo l’attività un po’ più dinamica.

3. Mettiamo il cane in “resta” e allontaniamoci con la museruola in mano, di qualche metro. Se possiamo, nascondiamo la museruola dietro un oggetto. Mettiamoci dentro dei bocconcini, torniamo dal cane e invitiamolo a cercare (“cerca”).

4. Per mangiare i bocconcini, il cane dovrà inserire il muso nella museruola.

5. Facendo della museruola un oggetto di ricerca olfattiva, il cane sarà facilitato ad averne una rappresentazione emozionale positiva.

6. Se vogliamo arrivare a far indossare la museruola dopo qualche sessione di ricerca, riprendiamo dal punto 8 della Variante 1.

7. Altrimenti, prendiamo la museruola, diamo il “finito” al cane, e riponiamola nella nostra borsa.

 

Ricordiamoci che la museruola è adeguata per i soggetti mordaci, sia con gli interspecifici che con gli intraspecifici, solo se supportata da una terapia comportamentale che vede coinvolto il veterinario comportamentalista e l’istruttore cinofilo. Infatti, è sbagliato considerare la museruola come un semplice strumento di contenimento, che mette il proprietario nelle condizioni di essere più sicuro.

In linea più generale, la vestizione della museruola, come moltissime altre attività “evolutive”, andrebbero proposte al cane all’interno di un percorso pedagogico realizzato sotto la guida di un educatore o istruttore cinofilo in funzione delle caratteristiche dello specifico binomio proprietario-cane.

E ora, che aspettate a divertirvi insieme al vostro cane con la museruola?! Mi raccomando, non abbiate fretta, perché la fretta è nemica del vero divertimento!

Bibliografia 

Pedagogia cinofila. Introduzione all’approccio cognitivo zooantropologico, Marchesini Roberto 

Dispense del corso Siua Educatori Cinofili. 

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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