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Investire sui giovani!

Un programma nelle scuole? No grazie, se a promuoverlo è l’IGB.

Torniamo a parlare di greyhounds irlandesi, dei levrieri da corsa costretti a una vita – brevissima – di atroce sfruttamento e di morte.

FdaNews

Se ne torna a parlare perché, data la pesante crisi che ha colpito anche il mondo delle corse, nell’Irlanda dei cinodromi (con analogie con la crisi che ha colpito il mondo dell’ippica italiana), l’IGB – Irish Greyhounds Board – ha pensato a una campagna educativa nelle scuole del Paese volta a formare una futura generazione di giocatori d’azzardo.

Oltre che di maltrattatori.

398975_10150673532233224_18870183223_9595486_1138305462_nIn pratica la campagna che si fregia del termine educativo promuove l’industria delle scommesse e del maltrattamento animale. Cosa ci sia di educativo il Ministero dell’Istruzione Irlandese lo dovrà spiegare, anche se al momento non ha ancora espresso il proprio parere. E non solo ai protezionisti, ma alla comunità internazionale.

Mentre aumentano i casi di dipendenza dal gioco – patologia che è paragonabile per conseguenze sociali e sanitarie all’uso della droga e all’abuso di alcol – l’IGB non sapendo più come risollevarsi dalle difficoltà e assicurarsi introiti per finanziare la propria lucrosa attività, intende far leva sui bambini.

Il programma promosso dall’IGB è immorale per almeno tre ordini di motivi. Il primo è capire come nella cattolicissima Irlanda si possa giustificare il puntare soldi – e quindi anche perderli per divertimento – con i principi di carità cristiana per cui con la stessa cifra scommessa si può contribuire a cause eticamente sostenibili; il secondo è la natura manipolatoria con cui si intende instradare i giovani irlandesi a sostenere una industria che si fonda sull’azzardo e sul bieco sfruttamento degli animali per lucro e divertimento, al punto di suggerire di investire la piccola paghetta settimanale in giocose puntate durante le visite guidate ai cinodromi. Il tutto senza neanche tenere conto della minore età dei soggetti; il terzo, ma non per questo meno importante in termini di gravità, è la promozione di una cultura del maltrattamento animale, di cui il mondo delle corse dei greyhounds è un tragico documentato esempio.

Ma non è finita. Per incrementare i guadagni e per rifarsi il lifting l’IGB si propone in una veste sensibile e attenta alle buone cause. Al punto di offrire alle non profit la possibilità di organizzare eventi di raccolta fondi (leggasi fundraising) nei cinodromi della morte, sfruttando le gare dei levrieri come fonte di introiti e di raccolta (riconoscendo percentuali variabili sui biglietti venduti). Con un doppio vantaggio: aumentare le presenze e farsi pubblicità positiva.

In buona sostanza, si tratta di tutelare i ragazzi da falsi messaggi, da informazioni distorte circa il mondo luccicante delle corse e del suo backstage. Chi spiegherà ai bambini– non certo l’IGB – che questi poveri animali vengono bombardati con psicofarmaci, annegati se inutili, mutilati, bruciati, strangolati e se fortunati, abbandonati in un canile a morire nell’indifferenza e nell’incuria più totale? Chi racconterà loro che ogni anno 30.000 cuccioli nascono per ingrassare il mercato delle scommesse e 2/3 di questi dolci animali vengono uccisi entro l’anno di vita e il resto – quello dei corridori – entro i tre anni? Un cane lento, in Irlanda, è un cane morto.img 03 7-150×150 med

E proprio per confermare il quadro appena descritto, ecco una recente notizia cui la stampa ha dedicato spazio (La fossa di Limerick).

A 40 chilometri da Limerick – dove ha sede uno dei più importanti cinodromi d’Irlanda – è stata trovata una fossa comune di greyhounds i cui corpi, martoriati, sono stati analizzati.

Risulta evidente che il luogo è stato utilizzato a più riprese come area di abbattimento dei levrieri, quelli da rottamare. Secondo l’Associazione dei Greyhounds Rescue of Ireland, i soggetti rinvenuti sono stati uccisi a martellate. Un sistema inqualificabile ma economicamente vantaggioso, per chi sfrutta e mercifica la vita di queste povere creature.

L’analisi di alcuni corpi ha portato all’individuazione dei tatuaggi di riconoscimento, che dovrebbero condurre al proprietario dei cani abbattuti. Attualmente i dati raccolti sono stati conferiti al County Council di Limerick. Con quali esiti è difficile sapere. Certo l’IGB è potente e farà pressioni affinché l’intera vicenda passi senza ulteriori clamori. In poche parole, s’insabbi.

Quello della fossa comune di Limerick, è una vicenda tutt’altro che inconsueta. Semmai rappresenta la punta dell’iceberg di una odiosa consuetudine. Considerato che solo nel 2011 le cucciolate registrate ufficialmente sono state 3271, con una media di 7 nascite per fattrice, per un totale, di 22.904 cani (ma i numeri sono sicuramente superiori), si scopre che sono stati solo 16.000 i levrieri registrati alle corse entro l’anno di età. Dove sono finiti tutti gli altri? E ancora…allo stesso tempo, con l’ingresso di corridori giovani vengono rottamati quelli più datati. Alias vengono fatti sparire. Secondo le stime dell’Associazione Greyhounds Rescue of Ireland, sono 10.000 i greyhounds di cui non si sa più nulla. Ogni anno. Ma i numeri sono stimati per difetto.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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