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Cani e bambini

I numeri e l’esperienza dicono che i bambini coinvolti in spiacevoli incidenti con i cani hanno per lo più meno di sei anni e che l’incidenza maggiore si ha per bambini di un anno di età. È a quest’età, infatti, che i bimbi cominciano ad essere un po’ più autonomi sulle loro gambette e tutto il mondo appare loro come un’enorme avventura da vivere spesso senza troppa cautela.

Anche un cane diventa un’esperienza irresistibile. Ma se le esplorazioni maldestre di un cucciolo umano, nelle migliori delle ipotesi, provocano solo un po’ di noia e fastidio a cani placidi e abituati ai modi irruenti dei piccoli, per altri possono essere un vero e proprio affronto. Alla base ci sono forme di comunicazione diversa. Conoscere il linguaggio canino aiuta soprattutto i più piccoli ad evitare le spiacevoli conseguenze di un conflitto che il più delle volte nasce da un nostro comportamento sbagliato.

Per instaurare un buon rapporto tra cani e bambini sono importanti due cose: essere consapevoli di quali comportamenti umani potrebbero essere malintesi dai nostri amici e imparare a capire cosa loro ci stanno dicendo nella loro lingua. Ciò è particolarmente importante per quanto riguarda i comportamenti che indicano uno stato di insofferenza e disagio da parte del cane. Saper interpretare tali segnali è la chiave per prevenire ed evitare ringhi e morsi, che sono la loro massima risposta. Negli incidenti tra cani e bambini, infatti, spesso si sono ignorati (o non si sono riconosciuti) tutti quei segnali d’avvertimento che i cani normalmente emettono prima di arrivare a esprimersi in modo più esplicito.

Conoscere l’etologia del cane diventa fondamentale per prevenire qualsiasi incidente e per la salvaguardia sia del benessere del bambino che dell’animale.

Bambino – cane: i comportamenti più comuni e il loro significato

1. Baci ed abbracci: sono manifestazioni di affetto che il cane non gradisce, in quanto sono interpretati come segni di dominanza, minaccia o, addirittura, aggressione. Questo perchè quando un cane vuole mostare la propria forza ad un altro, uno dei modi migliori è proprio quello di andargli/stargli addosso, mettendosi per esempio ad angolo retto rispetto all’altro cane, con il muso sulle scapole del sottomesso, oppure ponendo le zampe sulla schiena dell’altro.

2. Carezze: spesso la prima cosa che facciamo quando incontriamo un cane è mettergli una mano sulla testa, ma questo gesto non è affatto piacevole per lui. Al cane piace, infatti, essere accarezzato, ma in altri punti: sul torace, sui fianchi, sulla schiena e alla base della coda. Sono da evitare invece, oltre alla testa, anche le zampe, il muso e la pancia, quest’ultima a meno che il cane si sia messo a pancia all’aria.

3. Corsa: mettersi a correre in presenza di un cane stimolerà in lui un comportamento chiamato “predatorio”, cioè il desiderio di rincorrerci e afferrarci con la bocca. Questo perchè per il cane ci trasformiamo in un oggetto in movimento da rincorrere e catturare. Evitiamo quindi di correre se un cane si sta avvicinando a noi ma, al contrario. restiamo fermi e volgiamo lo sguardo in un’altra direzione.

4. Giocare: ai bambini piace molto giocare così come ai cani, ma è meglio evitare di fare giochi basati sulla lotta, sulla corsa e sul tira-molla, perchè eccitano molto il cane e non lo aiutano ad educarsi alla calma. Sono invece consigliati i giochi che aumentino la sua memoria e la sua inteligenza, come la ricerca di oggetti attraverso l’olfatto e il riporto.

5. Avvicinamento frontale/guardare negli occhi: i bambini sono molto attratti dal viso e soprattutto dagli occhi e per loro è naturale cercare lo sguardo dei grandi, soprattutto della madre. Per il cane, invece, l’avvicinamento frontale ed il guardarsi dritto negli occhi è segno di grande maleducazione: lo mette in atto chi cerca uno scontro, non chi vuole semplicemente conoscersi e fare amicizia. Quando sono liberi di giocare, infatti, i cani non si fissano negli occhi e non si avvicinano seguendo una linea retta, ma facendo una curva laterale, in modo tale da trovarsi fianco a fianco e non muso a muso. Per accentuare il rituale di cortesia, voltano anche la testa dall’altra parte, evitando così di guardarsi negli occhi. Così facendo il nostro cane è come se dicesse all’altro cane: mi sto avvicnando a te, ma vengo in pace e senza ostilità. Bisogna quindi avvicinarsi al cane sempre di lato, senza guardarlo negli occhi, e permettere che lui ci annusi prima di allungare le mani per accarezzarlo.

Cane – bambino: i comportamenti più comuni e il loro significato

1. La posizione della coda: la coda è un importante organo di comunicazione che il cane utilizza per indicare il suo stato d’animo. In generale, se è alta, il cane è molto sicuro di sè e non ha paura: in questo caso, non bisogna essere troppo spavaldi ed esuberanti nell’approccio, perchè il cane potrebbe reagire per riaffermare la propria supremazia. Se, al contrario, la coda è molto bassa, o addirittura tra le zampe posteriori, il cane è spaventato o preoccupato dalla situazione. In questo caso, non avviciniamoci a lui nè allunghiamo le mani, perchè così facendo potremmo spaventarlo ancora di più e lui potrebbe reagire mordendo. Quando invece la coda sta sulla linea del corpo, il cane è tranquillo: questa è la condizione migliore per interagire con lui. Infine, quando il cane scodinzola non vuol dire che sia felice, ma piuttosto attento ed interessato: quindi solo se la coda è sulla linea del corpo e il cane sta scodinzolando, ci sta invitando a fare amicizia.

2. La posizione delle orecchie: così come la coda, anche le orecchie sono molto importanti per capire le disposizioni di un cane. In generale, se portate all’indietro e molto abbassate indicano paura, e tale atteggiamento è spesso accompagnato da una posizione accucciata e dalla coda tenuta molto bassa tra le zampe. In questo caso, è meglio evitare qualsiasi approccio con il cane e soprattutto non allungare le mani verso di lui, in quanto ciò potrebbe aggravare la sua paura portandolo a reagire. Le orecchie portate in posizione eretta mostrano invece un cane molto sicuro di sè: anche in questo caso è opportuno agire con cautela, in quanto il cane potrebbe non tollerare l’approccio o essere portato a difendere il territorio. Se un cane con orecchie e coda alte ci si avvicina, la cosa migliore da fare è fermarsi, guardare da un’altra parte e tenere braccia e mani ferme lungo i fianchi. Se le orecchie sono rilassate, il cane si trova nelle condizioni migliori per incontrarci.

3. Ringhio: quando un cane è molto infastidito, per minacciare e allontanare le persone o altri cani emette un suono sordo e prolungato chiamato ringhio. Questo suono è accompagnato dal sollevamento del labbro superiore per mostrare i denti. Quando un cane ringhia non bisogna assolutamente avvicinarsi nè allungare le mani; la cosa migliore è stare fermi, guardare da un’altra parte, tenere le mani vicino al proprio corpo e non parlare. I motivi per cui un cane ringhia possono essere molteplici: il più frequente è quando ci avviciniamo troppo ad un suo oggetto (per esempio l’osso), ad un suo amico, ai suoi cuccioli oppure ad un territorio che ritiene suo (per esempio la cuccia o il giardino). Alcuni cani, invece, non ringhiano per difesa o possesso, ma per paura, perchè non vogliono essere avvicinati.

4. Un cane va incontro ad un bambino, abbassa la testa, scodinzola con la coda bassa, gli poggia le zampe sulle spalle. Il bambino scappa, il cane lo rincorre: questo è un atteggiamento molto frequente da parte di un cane amico, che esprime così rispetto, saluto e la propria volontà di gioco. Purtroppo questo atteggiamento viene mal interpretato come un segno di minaccia ed aggressione, motivo per cui il bambino decide di scappare. Come conseguenza di ciò, il cane, felice, lo rincorre, pronto ad iniziare una bellissima mezz’ora di gioco insieme: nella lingua canina, infatti, il bambino si è comportato come un qualsiasi cane consenziente.

Cosa fare per proteggere bambino e cane

Se il bambino e il cane convivono:

1) Abituare il cane alla presenza dei bambini, ricordandosi di tutelarlo, ovvero di proteggerlo dall’irruenza umana. Il cane deve poter vivere un’esperienza positiva con i bambini per poter sviluppare un buon rapporto con loro anche da grandi.

2) Imparare a capire il linguaggio del proprio cane, in modo tale da poter riconoscere i primi campanelli di allarme e di disagio e comprendere quali comportamenti di noi umani possono risultare incomprensibili o mal interpretabili dal cane.

3) Istruire il bambino fin da piccolo, perché capisca come interagire con il cane e interpretare il suo linguaggio. Creare dei giochi sicuri, affinché cane e bambino si possano divertire insieme in sicurezza (per esempio: il bambino nasconde un giocattolo che il cane deve trovare).

4) Instaurare regole di convivenza chiare che tutelino entrambi:

  • alcuni spazi di casa solo per il cane, altri solo per il bambino, anche se noi come adulti abbiamo accesso ad entrambi;
  • nel gioco tra cane e bambino, se uno dei due se ne va, l’altro deve rispettare la sua decisione;
  • un bambino non deve mai disturbare il cane mentre consuma il proprio cibo, poiché quest’ultimo potrebbe sentirsi minacciato. È meglio allontanare il proprio bambino in un’altra stanza oppure fare mangiare il cane lontano dalla presenza del bimbo;
  • non disturbare mai il cane durante il riposo. Potrebbe infatti irritarsi se venisse svegliato bruscamente con un dispetto, di soprassalto;
  • non occupare il territorio del proprio cane, quindi non sedersi sul suo tappeto o sul suo cuscino: è territorio marcato;
  • se il vostro cane ha dei cuccioli, vietate ai vostri bambini di prenderli in presenza della madre. Potrebbe irritarsi e quindi mordere per difendere i propri cuccioli.

5) Instaurare un rapporto di fiducia e coerenza con il proprio cane. Vuol dire che il cane può fidarsi di voi, perché lo avete difeso da esperienze negative ed è quindi disposto ad ascoltarvi quando gli chiedete di rispettare alcune regole di convivenza.

6) Insegnare ai bambini a passeggiare con il cane al guinzaglio, così essi impareranno a farsi rispettare ed a farsi obbedire.

7) Controllare periodicamente lo stato di salute del proprio cane.

Se il cane ed il bambino sono estranei:

  • Chiedere sempre al proprietario se ci si può avvicinare al cane.
  • Insegnare al bambino un corretto approccio al cane, ovvero calmo e tranquillo senza urla e mosse improvvise.
  • Evitare di correre e urlare vicino al cane.
  • Insegnare le basi del linguaggio canino.
  • Non avvicinare mai un cane dietro una rete, in una macchina o alla catena, senza la presenza del proprietario.
  • Insegnare al bambino come si fa l’albero, ovvero rimanere fermi ed immobili, con le mani lungo i fianchi e le braccia incollate alle gambe guardando a terra. Se un cane estraneo vi corre incontro, il modo migliore per evitare di essere aggrediti è proprio fare l’albero.
  • Non lasciare mai i bambini da soli con il cane senza la supervisione di un adulto.

Raccomandazioni finali per coloro che si avvicinano all’adozione di un cane ed hanno un bambino piccolo

Un bambino piccolo occupa molto del nostro tempo e un cane ne richiede altrettanto: il cane ha la necessità infatti di fare delle attività con noi, oltre che di essere nutrito e portato a passeggio. Prima di adottare un cane è il caso quindi di chiederci francamente se abbiamo il tempo sufficiente per seguirlo, altrimenti è meglio aspettare che il bambino sia più grande e autonomo e, soprattutto, in grado di recepire e mettere in atto comportamenti adeguati nei confronti del cane. I bambini piccoli pensano che il cane sia come un giocattolo (come qualsiasi altro animale), che si possa toccare come un peluche (tirando le orecchie, il pelo, il naso…), quindi bisogna evitare che il bimbo irriti il cane con i suoi atteggiamenti pur sempre affettuosi, ma che potrebbero scatenare delle reazioni improvvise. I bambini devono imparare a rispettare l’animale e a non dimenticare il suo istinto animalesco, che a volte può causare degli incidenti che si sarebbero potuti evitare. I bimbi devono comportarsi senza aggressività con gli animali, non devono maltrattarli, anche se per gioco. Qualsiasi cane o altro animale, infatti, anche se buono e tranquillo, anche se abituato alla presenza dei bambini, può infatti reagire male se non sta molto bene, se irritato dal caldo o se si sente minacciato.

In conclusione, non sottovalutiamo l’adozione di un cane, ma ponderiamo bene questa decisione soprattutto se abbiamo dei bimbi piccoli. Se poi abbiamo optato per l’adozione, teniamo a mente quanto sopra e gestiamo la relazione bimbo-cane tutelando entrambe le parti così da evitare qualsiasi spiacevole incidente.

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Presidente e socio fondatore di Pet levrieri dalla data di fondazione. Nella vita svolge la professione di psicologa e psicoterapeuta e di formatrice. E’ laureata in filosofia e in psicologia. Per crescita personale si è formata e diplomata come educatrice cinofila presso la scuola SIUA. Ha svolto il corso professionalizzante per la gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti, organizzato da Pet Detective. Ha iniziato a scoprire quello che accade ai greyhound nel racing in seguito all’adozione della sua prima grey, Silky, nel 2008. Da qui il suo impegno civile antiracing e anticaccia in difesa dei greyhound, dei galgo e dei lurcher. Sposata con Massimo Greco, altro socio fondatore di Pet levrieri, condivide con lui questo impegno.

Insieme condividono la loro vita con un gruppo di levrieri rescue e una segugia. Svolge questo ruolo in maniera totalmente gratuita.

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Vice presidente di Pet levrieri. Nella vita è Direttore delle Risorse Umane di una multinazionale del settore IT. 
Per passione personale nel 2020 ha conseguito il titolo di educatore cinofilo presso la scuola cinofila Il Mio Cane.
Ha partecipato al corso di gestione della ricerca e del soccorso di animali smarriti organizzato da Pet Detective.
Nel marzo 2014 adotta “per caso” Sandy, greyhound irlandese, e scopre la dura realtà dei levrieri sfruttati nelle corse e nella caccia decidendo così di impegnarsi concretamente nell’Associazione.
Coordina il gruppo di ricerca dei levrieri smarriti, è membro del Gruppo Adozioni e partecipa come portavoce di Pet levrieri ad eventi di informazione e divulgazione delle attività dell’associazione. 
Vive tra Milano e la Valsassina con il marito Massimiliano, ha due figli ormai adulti, Giorgia e Marco, e tre lurcher irlandesi: Robin, Coco e Lucy – e Sandy sempre nel cuore.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri a titolo assolutamente gratuito.
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Vice Presidente e socio fondatore di Pet levrieri, laureata in scienze politiche internazionali, gestisce un’impresa di consulenze turistiche. In Pet Levrieri si occupa in particolare delle relazioni con la Spagna e dei profili dei galgo e si reca più volte all’anno nei rifugi spagnoli per conoscere i cani e stilarne i profili. Fa parte del team che amministra sito e pagine Fb dell’associazione.
Ha adottato la galga Debra nel 2011. Venire a contatto con la realtà dei levrieri rescue l’ha spinta ad approfondire il discorso e a impegnarsi attivamente a favore dei grey, galgo e lurcher sfruttati e maltrattati in tutto il mondo. Oltre a Debra vive con due cani meticci, salvati da situazioni di abbandono.
Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo e socio fondatore di Per levrieri, dove si occupa dell’organizzazione logistica degli eventi e del merchandising. Nella vita è titolare di un laboratorio odontotecnico dal 1990. Da sempre appassionato di cani, il suo primo cane è stato un setter irlandese. Sposato con Marianna Capurso, anche lei socia fondatrice di Pet levrieri, condivide con lei l’impegno antirancing e anticaccia in difesa dei levrieri. Accanto al presidente di Pet levrieri, ha partecipato alla prima conferenza mondiale sui greyhound in Florida nel 2016. Ha partecipato a molti corsi organizzati da Think Dog e Siua. Perle è stata la sua prima greyhound. Nella sua vita ora ci sono Peig e Inta, due lurcher, e Karim, greyhound salvato dal cinodromo di Macao, e Ricky, un pinscher, che è la mascotte di tutto il gruppo. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Membro del consiglio direttivo di Pet levrieri. Nella vita è una pasticciera. Dal 2014 a seguito dell’adozione di Rosie, una greyhound irlandese ha conosciuto la realtà dello sfruttamento dei levrieri. Da qui l’impegno in associazione. Coordina il gruppo facebook di Pet levrieri, gestisce il canale istituzionale Twitter, ed è membro del gruppo adozioni. Condivide la vita con il compagno Stefano, socio e volontario di Pet levrieri, James greyhound salvato in Irlanda e Jasmine greyhound sopravvissuta al cinodromo di Macao, nel cuore portano Rosie e Mags greyhound salvate in Irlanda. Svolge i suoi incarichi in Pet levrieri in maniera totalmente gratuita.

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Socio fondatore di Pet levrieri, si è occupato in associazione, a titolo puramente gratuito, di trasporti, rapporti con le autorità veterinarie e della comunicazione esterna, curando numerosi articoli sulla situazione dei greyhound e dei galgo nel mondo. Ha partecipato a numerose manifestazioni antiracing in Irlanda e Gran Bretagna. Dal 2022 fa parte del Board di GREY2K USA Worldwide, la più importante organizzazione antiracing mondiale. 
Laureato in filosofia e in Psicologia della comunicazione, insegna filosofia e storia nella scuola superiore di secondo grado; per crescita personale si è formato e diplomato come educatore cinofilo presso la scuola SIUA. 
Appassionato di musica, in particolare rock e irlandese, dal 2008 condivide le sue giornate, insieme alla moglie Stefania Traini, con levrieri rescue e un “pizzico” di segugi. Perché nella varietà si fanno più esperienze.
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Membro del consiglio direttivo di Pet Levrieri.
Dopo il liceo linguistico inizia a lavorare in banca ma dopo la nascita della terza figlia decide di volersi dedicare esclusivamente alla sua numerosa famiglia.
Il suo primo cane è stato Otello, un mix labrador-alano, poi è arrivata Gina, un bovaro svizzero.
Viene a conoscenza dello sfruttamento dei levrieri per caso attraverso un articolo trovato in rete e nel novembre 2015 partecipa ad un arrivo di Galgo di Pet Levrieri. Christa, una galga ancora senza famiglia, si butta tra le sue braccia per farsi coccolare. Dieci giorni dopo andrà a prenderla presso la famiglia foster e la porterà a casa. Da questo incontro speciale nasce il suo impegno concreto all’interno dell’Associazione.
Fa parte del gruppo adozioni e si occupa prevalentemente delle richieste estere (Svizzera, Austria, Germania).
A settembre 2018 si reca, insieme a Stefania Traini, a Macau per fotografare e stilare i profili dei cani che verranno in Italia. Qui, incrocia lo sguardo di Tamoko, che decide di adottare appena sarà pronto per il volo che lo porterà a Milano.
Vive a Lugano, Svizzera, con il marito Andrea e i figli Giulia, Alyssa, Cecilia e Tommaso. Membri della numerosa famiglia, oltre a Tamoko, sono anche Harry e Bob, lurcher irlandesi e Paco un meticcio salvato dalle strade di Napoli.
Ama trascorrere le giornate tra montagne e boschi oppure con un bel libro in mano.
Svolge i suoi incarichi in Pet Levrieri in maniera totalmente gratuita.
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